Grottaferrata, il lettore: “Costruire senza un piano viario è da pazzi”. Lo spunto e la riflessione generale su Prg e tutela del territorio

Pubblicato: Martedì, 19 Giugno 2018 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA (attualità) – Dopo Pratone le voci di una nuova area a rischio cemento: Borghetto?

ilmamilio.it 

Buongiorno, ho letto recentemente i vostri articoli sulle nuove abitazioni che stanno arrivando a Grottaferrata e non posso che trovarmi d’accordo con l'importanza che avete dato a certi problemi. Saltando le poche considerazioni dei consiglieri comunali che non hanno portato niente di nuovo alle vostre considerazioni, vi sottopongo un quesito: se le costruzioni sono derivate da ‘diritti acquisiti’, come si è potuto dare il via alle licenze senza aver prima approntato un piano viario adeguato? Costruire è già un errore per me, sopratutto in aree come Pratone... ma senza strade mi pare proprio di una cosa da pazzi, tant’è che ogni volta sconsiglio questa città a chi vorrebbe prenderci casa visto cosa devo passare io per andare verso Roma. La tanto osteggiata Delibera 41 (discutibile) fatta dalla precedente giunta, prevedeva almeno  strade di uscita per snellire il traffico a carico degli imprenditori. Chi dobbiamo ringraziare per quest’altro capolavoro in atto? Lo Sblocca Italia di Renzi e il permesso di ‘costruire convenzionato’oppure chi governa la città?

Distinti Saluti, Mario Va.”.

In questo messaggio, scritto da un residente di Grottaferrata, è insita l’ennesima riflessione sulla svolta edilizia della città (di ieri quella dell’Associazione ‘U Lengheru Neru’). Svolta che non riguarda solo Pratone, su cui i fari sono accessi per l’aggiungersi di cantieri che si stanno aprendo gradualmente. Le strade, la viabilità, le rotatorie e una mobilità migliore sono tematiche fondamentali per rendere vivibile, frequentabile e attraente un’area geografica. Anche sul piano commerciale. Se tali criteri vengono a mancare, difficile anche pensare a qualsiasi sviluppo economico. Se mancano questi requisiti, al di là della mera espansione edilizia, nulla è ipotizzabile. Il Piano Regolatore di Grottaferrata, ecchio di oltre 40 anni, espone ad esempio Pratone ad un consumo totale. Questo processo sarà ancor più irrefrenabile senza (almeno) un nuovo PRG che sappia gestire i diritti edificatori e li regoli oppure una variante di salvaguardia che comprenda, proprio come suggerito da ‘U Lengheru Neru’, le aree di Tuscolo/Molara, il corso dell’acqua mariana, Valle Marciana/Campovecchio e l’isola amministrativa. Almeno per iniziare una strada alternativa, allargando l’ipotesi in altre zone.

A parte le note prese di posizione de ‘La Città al Governo’ (unico movimento a chiedere uno strumento che programmi per i prossimi anni un territorio compromesso), le altre forze politiche sembrano galleggiare tra silenzi o dichiarazioni di attendismo e collaborazione che allungano i tempi di intervento. Voci che somigliano in realtà ad una resa davanti quella che è a tutti gli effetti, seppur legittimata dalle norme, un’aggressione continua. Ma si sa che la prima responsabilità di ciò che sta accadendo ed è accaduto a Grottaferrata in questi anni è proprio della politica, ovvero di quell’intelligenza dell’agire (quando c’è) che determina e promuove le politiche di una comunità in autonomia e volontà (quando ce l’ha).

Si è imposta invece una filosofia che ha radici profonde da queste parti ed ha insegnato a tutti (nel solco della legittimità) come comportarsi con una linea di condotta precisa: ovvero non decidere, fare finta di interessarsi ai problemi, fare scuola di un giustificazionismo che, purtroppo, a volte, favorisce gli interessi di chi si serve proprio dell’indeterminatezza della stessa politica come testa di ponte per interessi specifici. A Grottaferrata si firmano da anni delibere sul consumo responsabile dell’acqua, ma tali provvedimenti, di Giunta in Giunta, valgono poco quando si dà agio e libertà alle espansioni edilizie che riducono proprio quelle risorse idriche che si vorrebbero difendere. Una contraddizione, anche se filosoficamente ogni provvedimento in materia è giustificato dal fatto che in tempi di siccità o di caldo è bene razionalizzare.

Il tema della salvaguardia del territorio era urgente venti anni fa. Oggi è già tardi, ma si può intervenire lo stesso. Da Borghetto fino a Valle Violata, tanto per essere chiari, si dovrebbero pensare esclusivamente piani che finalmente impongano criteri o confini di azione, portino servizi ed infrastrutture e creino, in sintesi, qualità della vita e sostenibilità. Nient’altro.

A proposito di Borghetto: negli ambienti della politica locale già si vocifera (e quindi la circostanza è da prendere con le molle) che potrebbe essere questa zona, come Pratone o Cartabrutta, la prossima ad essere toccata dall’ennesima spicciolata di lottizzazioni.

Se ne riparlerà non appena ci saranno notizie più concrete.

(nella foto: cantiere a Pratone)

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Commenti  

# seiSiamoSiete 2018-06-20 10:30
certi che è tutto legittimato dalle norme?
Allora le norme sono sbagliate!
SeiSiamoSiete certi che gli 'U suggerimenti" e le "note prese di posizioni" solo perché espresse e riprese, siano possibili oggi, rispetto a quando erano " ammischiati " con quillì de de qua degli ultimi 30anni e pensavano solo " a non decidere " ?
SeiSiamoSiete certi che i conii arrivati solo oggi dalla via di damasco, siano così diversi da quillì de de qua dal 2005 ad oggi?
quillì che la " lezione" sul conflitto di interessi personali e la lezione sulle norme di salvaguardia, non l' hanno capita. Lezione letta, inviata e ricevuta da tutti. Letta, inviata e ricevuta da tutti nel 2005. Nel 2010! Nel 2014! Nel 2017 pure, ci stanno quelli di prima!
Soprattutto la " lezione" sui conflitti di interessi è indigesta!
ilmamilio.it e fabrizio con ( grazie), riportano personali posizioni di singoli eletti e surrogati ..seiSiamoSiete certi che possono?
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# Angelo Nero 2018-06-20 11:36
Le norme sono per gli ingenui...

La volontà della giunta e dei consiglieri è quella di costruire. Non dichiarano perché sarebbe grosso l’imbarazzo di sconfessarli in poche battute, facendo emergere la verità.

Per interrompere il massacro di Grottaferrata basta una delibera di consiglio comunale che con le norme di salvaguardia, che permetterebbero una tregua almeno di un paio d’anni. Perché non viene fatto? Perché i consiglieri tacciono?

Se non vogliono farlo, il motivo mi pare evidente. E sono tutti d’accordo, maggioranza, opposizione, destra, sinistra e grillisti.

Perché chi ha sostenuto Andreotti non chiede una verifica del programma ad un anno dalla sventurata elezione? Che interessi ci sono, anche tra quelli che lo hanno aiutato e poi si sono allontanati?

Redazione del Mamilio, queste sono le domande da fare, il resto è terribile FUFFA!
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