Salvini annuncia di voler mettere mano al tema dei beni confiscati. Gli immobili dei Castelli Romani attendono la svolta

Pubblicato: Giovedì, 07 Giugno 2018 - Fabrizio Giusti

CASTELLI ROMANI (attualità) – Da anni molti beni in attesa di assegnazione, e intanto deperiscono

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“Quello dei beni confiscati alla mafia è un altro dossier sul quale interverrò, un tema che mi interessa moltissimo e su cui bisogna lavorare”. Parola del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini. La questione degli immobili confiscati alla criminalità organizzata è un tema irrisolto e di difficile soluzione. Se il Ministro attuerà davvero le sue intenzioni, il lavoro non sarà da poco. E anche nei Castelli Romani potrebbero esserci, finalmente, delle novità.

Attingendo alla relazione dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati del 2017, risultavano censiti in gestione circa 16.696 immobili (fabbricati e terreni), 7.800 beni finanziari, 2.078 beni mobili, 7.588 beni mobili registrati e 2.492 beni aziendali. Numeri addirittura sottostimati, partendo dal fatto che ogni mese il quadro è destinato ad aggiornarsi grazie al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura.

Mentre sui beni mobili, ovvero i mezzi di trasporto, la situazione è decisamente buona (il 23% viene venduto, il 19% distrutto, il resto viene affidato a forze dell’ordine e vigili del fuoco), nel caso dei beni immobili la situazione è assai più complicata. Lo Stato li mantiene nel proprio patrimonio per il 13%, quelli affidati agli enti territoriali per fini istituzionali sono il 23%, per scopi sociali il 64%. Esiste però tutta un’area sospesa all’interno della quale rientrano quelle strutture che una volta assegnate ai comuni rimangono senza ricollocazione, principalmente per mancanza di fondi per attività e ristrutturazioni.

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Uno dei casi più noti nei Castelli Romani è quello della 'Ex Bazzica' a Grottaferrata, ma si potrebbero citare anche ‘La Casa Rosa’ a Rocca di Papa e altri beni dislocati nelle varie realtà di un'area geografica vasta. L’Ex Bazzica', assieme al residence 'Agorà', sono a disposizione del Comune criptense da otto anni. Le ultime notizie in merito risalgono al passaggio prefettizio-amministrativo del Dott. Giacomo Barbato. In questo momento il grande immobile di Viale Kennedy è ancora un'incognita assoluta. Mancano le risorse per ristrutturarlo, ha rischiato di ritornare al Demanio e soffre dei problemi burocratici ed economici che hanno bloccato molte destinazioni di questo tipo nelle città italiane. Il primo intendimento di trasformarlo in un 'Polo della disabilità' dei Castelli Romani si è perso con il passare del tempo. Durante l’ultimo commissariamento a Grottaferrata è stata richiesto all'Agenzia Nazionale per i beni confiscati' di ottenere l’autorizzazione ad adibire l’intera struttura ad un utilizzo diverso dalla prima destinazione.

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L’idea prevede lo sfruttamento economico del manufatto, con vincolo dei proventi a finalità sociale, in considerazione del fatto che le risorse dell’Ente non permettono di intervenire per la riqualificazione. Sul piano pratico è un problema non da poco, visto che dare luogo a indirizzi commerciali con finalità sociali è un’impresa complessa. Difficile, infine, che un privato o qualsiasi cittadino ed associazione di buona volontà si infili in un’operazione poco redditizia. Intanto l’edificio, come inevitabile che sia, inizia a palesare i problemi dell’abbandono.

Se il nuovo Ministro degli Interni metterà mano al dossier come affermato, potrebbe innescarsi anche un nuovo futuro per l’area, al fine di prospettare un rilancio sociale a favore di quei settori solidaristici che hanno bisogno di punti di riferimento, sostegni, luoghi di aggregazione e centri logistici e di coordinamento per sviluppare quella politica del sostegno nei confronti degli ultimi, degli emarginati o dei cittadini più in difficoltà che risultano essere soggetti sempre più presenti in queste zone.

Speriamo ci siano buone nuove, al di là dei proclami.