Harry e Meghan, royal wedding degli strappi: l'omelia col tablet, il gospel, la mano nella mano e la morbida solennità

Pubblicato: Sabato, 19 Maggio 2018 - Chiara Vicedomini

vescovo michael curryFRASCATI (attualità) - In corso il matrimonio reale britannico tra il secondo genito di Carlo e la 36enne ex modella americana

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Sarà che il principe Harry è solo 6° nella linea di successione alla nonna, la Regina Elisabetta II di cui è - si dice - il nipote prediletto, ma il "royal wedding" 2018 è il matrimonio degli strappi.

Nella Cappella di St George, nel castello di famiglia Windsor, Harry e Maghan Markle hanno coronato il loro sogno d'amore. Un matrimonio reale un po' fuori dalle regole, un po' meno di protocollo di quanto si sia visto fino ad oggi, finanche nella celebrazione che unì William e Kate. Sarà, in quello, che William è da tempo in odore di soffiare la successione allo stesso padre Carlo.

Neo nominati conte e contessa di Sussex, Harry e Meghan hanno pronunciato il fatidico "i will" di fronte all'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. Ma con gli strappi si è partiti da subito. Sin dal fatto, fatale, che si sia trattato di un "matrimonio privato" e non di Stato qui tornando al fatto che Harry Re d'Inghilterra non lo sarà mai. E qui tornando al fatto che la cerimonia sia stata celebrata nella Cappella di St George, la medesima nella quale Elisabetta appena proclamata Regina nel febbraio 1952 parteciò ai funerali dal padre, Re Giorgio VI, qui seppellito.

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Ma di strappi, poi, tanti altri ve ne sono stati. Dal velo di cinque metri disposto nella navata della cappella un po' storto di Meghan, alla mano nella mano con la quale i due freschi sposi hanno approcciato la cerimonia tra sorrisi sinceramente tesi ed emozionati.

harry meganStrappo nel protocollo è stato l'intervento del reverendo Michael Curry, non solo perché l'omelia è stata pronunciata sbirciando sul tablet disposto sul leggio, ma anche perché il 65enne prelato è il vescovo di Chicago ma anche il capo della Chiesa episcopale degli Stati Uniti d'America. Un afroamericano a ricoprire un ruolo così prestigioso ma anche un americano a recitare l'omelia (peraltro al passo con la tecnologia) in un royal wedding. Un'omelia lunga, gesticolata e appassionata che qualche occhiataccia agli astanti l'ha strappata.

Strappo è stata poi l'esecuzione, la prima in assoluto, di un pezzo cantato da un coro gospel: e così al castello di Windsor sono risuonate e ricantate le note di "Stand by me". Altro che tradizione. A saperlo Ben E. King, che lanciò il successo planetario nel 1961, avrà stappato spumante nella tomba.

Il tutto, come detto, in un'atmosfera decisamente solenne ma altrettanto rilassata, partecipe (in chiesa, tra i tanti, anche George Clooney), quasi informale se non fosse che il tutto si è svolto in mondovisione, che alla destra di Harry insieme al fratello William sedevano Carlo e soprattutto la Regina Elisabetta in completo verde pisello (affiancata dall'eterno principe Filippo) e che si è comunque trattato di un matrimonio reale.

Che agli italiani, oltre che ai sudditi di sua Maestà britannica, piacciono sempre tanto. E', ovviamente, come sempre "God save the Queen".

  • petra febb2018