Dal centro alla periferia. A Grottaferrata l’acquapiper non finisce mai

GROTTAFERRATA (attualità) – La prima settimana di maggio è stata contrassegnata da una serie di guasti

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Ormai è come un gatto che rincorre il topo, un cane che si morde la coda e altri luoghi comuni simili. Perché è proprio così: il legame tra Grottaferrata e perdite idriche è addirittura diventato un’abitudine. Irrisolvibile, a quanto pare. Da anni va avanti così e così prosegue. La prima settimana di maggio 2018 è stata emblematica. Non c’è verso di cambiare la tendenza, la rotta. E allora giù segnalazioni, foto di cittadini sempre sorpresi e quanto mai esasperati se Viale San Nilo, Via Marinetti o Via del Casalaccio si rompono le tubature nello stesso punto, se a Valle Martella, Via Vittorio veneto, Valle violata, le stradine del centro storico, Pratone o altre aree continuano ad essere bersagliate.

A volte le falle sono di piccola entità, a volte si trasformano in dei getti violenti che invadono le strade. I tempi di intervento, poi, non sono mai rapidi. Una settimana, dieci giorni, anche quindici: questa è l’attesa. Specie se si abita in periferia e non si ha la fortuna di abitare in centro, lì dove tutti vanno e tutti vedono. Compresi gli addetti alla politica, quella politica che a Grottaferrata si è trasformata in un elemento gassoso, a parte qualche acuto o qualche dibattito di facciata. Perchè, come si dice, ‘chi nun more, prima o poi se rivede’.

Le perdite idriche a Grottaferrata non fanno neanche più notizia. Succedono. Sono come il pranzo della Domenica, le ferie, la gita fuori porta, il campionato di calcio, l’arrivo delle bollette, le tasse. Ci sono, fanno parte della vita quotidiana dei cittadini. Che pagano un caro prezzo, in termini di qualità, di servizio e di costi, per un problema che si trascina da troppo tempo.

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