Sergio Pirozzi si dimette da sindaco: "Resterò a sostegno della comunità di Amatrice"

Pubblicato: Venerdì, 04 Maggio 2018 - redazione politica

 

AMATRICE (attualità) - Carica di sindaco e consigliere regionale incompatibile, ma il sindaco rivendica con orgoglio tutto il lavoro svolto sopratutto dopo il drammatico terremoto del 24 agosto 2016

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Sergio Pirozzi si è dimesso dalla carica di primo cittadino di Amatrice, consegnando la gestione amministrativa al vice sindaco Filippo Palombini. Pirozzi, eletto al consiglio regionale del Lazio nella recente tornata elettorale, per questioni di incompatibilità ha dovuto fare una scelta. "Una scelta che non significa 'abbandono' ma rinascita" come precisa più volte lui stesso in una lettera indirizzata ai suoi concittadini.

"Come sapete - ha spiegato - una norma legislativa vieta ad un sindaco, anche se di un 'piccolo' comune, di ricoprire contemporaneamente la doppia carica in Regione. Una norma, sì una norma, che seppur discutibile, la dice però lunga su qual è l’ente territoriale che incide in maniera diretta e decisiva sulla 'vita' dei comuni". Immaginate poi quanto possa incidere oggi che il nostro borgo non c’è più. Dovete però sapere che questa norma invece non è applicabile per chi viene eletto in Parlamento. - continua Pirozzi - È pacifico che già questa diversità normativa basti a comprendere le motivazioni che mi hanno spinto a candidarmi in Regione. Quante volte abbiamo manifestato per difendere il 'nostro' ospedale, quante volte abbiamo chiesto 'pari dignità', quante volte abbiamo urlato e difeso il nostro sacrosanto diritto di vivere, come dico spesso, 'ai confini dell’Impero Romano'? Tante, troppe, ed erano sempre rivolte allo stesso interlocutore: la Regione Lazio".

"Lo abbiamo fatto in tempo di 'pace' e oggi che siamo, purtroppo, in 'guerra' - aggiunge -  la Regione decide in toto tempi, modi, finanziamenti del post-terremoto. Un terremoto che ha distrutto vite, il nostro borgo e quel senso di comunità che ci rendeva 'unici' e ci faceva sentire 'invincibili'. - sottolinea ancora nella lettera Pirozzi - Niente sarà più come prima, lo so, anche la mia vita è cambiata profondamente, sono quasi due anni che non lavoro".

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Pirozzi poi entra nel capitolo del terremoto, delle sue tragedie, dei mesi successivi. Lunghi, difficili, dolorosi. "Voglio rivendicare lo straordinario lavoro svolto nel post-terremoto. Anche se alcune cose ancora oggi non si vedono, per la prima volta nella storia, purtroppo ricorrente, dei terremoti, abbiamo visto riconoscere il 100% del danno subito sia ai proprietari di prima casa che di seconda casa (a L’Aquila non è stato così). - prosegue Pirozzi - Il finanziamento del mondo commerciale (anche se integrato dal fondo di solidarietà del Comune). Il riconoscimento della zona franca urbana speciale. Per la prima volta non si parla di sospensione delle tasse, ma di esenzione delle stesse e l’estensione della misura anche ai contributi previdenziali (anche se ancora bisognerà chiarire le posizioni dei titolari delle S.A.S. e delle S.N.C.). Quanti incontri, quante 'incazzature' stanno dietro a questi provvedimenti. Nulla si ottiene per caso. - evidenzia  - penso poi alle ingenti risorse finanziarie del mondo della solidarietà, fatte confluire nel conto corrente del nostro istituto scolastico, fondo che ha permesso ai nostri studenti di conoscere il 'mondo', ed accrescere il proprio bagaglio culturale e sociale".

"Rivendico con forza - continua dopo aver sottolineato l'impegno per la scuola e lo sport - la scelta di non aver sacrificato luoghi e spazi per realizzare costruzioni che non fossero quelle originarie. In fondo, - evidenzia con forza - un borgo distrutto con solo negozi e case provvisorie che futuro poteva avere? Rispondo: nessuno. Tutto questo non è accaduto per caso, lo ripeterò all'infinito. Come sindaco sapevo, in cuor mio, che avevo ottenuto il massimo. Era però necessario per non far morire definitivamente Amatrice, che oggi è in vita solo grazie al defibrillatore della solidarietà, alzare l'asticella, cercare nuove vie. Era necessario quindi andare in Regione".

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Pirozzi infine rivendica con orgoglio il consenso ottenuto "senza l'appoggio di nessun partito politico", di 152mila voti. "Andrò a segnalare i disagi ancora vivi del terremoto - prosegue Pirozzi - e cercherò di rappresentare degnamente tutti quegli amici che non ci sono più e che tante volte avevano manifestato contro la Regione Lazio per chiedere 'pari dignità'. Il mio perciò non è un abbandono, ma un ulteriore atto di amore verso la mia terra. Resterò per sempre ad Amatrice, con la mente e con il cuore, soprattutto per difendere, vivendola, il diritto di 'vita' delle terre 'marginali e periferiche' di tutto il Lazio e anche d'Italia".

"Spero che la tragedia del terremoto - conclude - ci aiuti a capire che la vita è un dare e avere ed è per questo motivo che sulle macerie del cinema teatro Garibaldi realizzeremo, grazie al sostegno indispensabile della Croce Rossa Italiana, con un accordo siglato oggi, la Casa della Memoria della Solidarietà. - aggiunte - Questo luogo diventerà il contenitore che raccoglierà le testimonianze, gelosamente conservate, di tutti coloro che ci hanno aiutato. Amatrice sarà 'guarita dalle ferite del mostro', il giorno che sarà pronta ad aiutare indistintamente chiunque si trovi in difficoltà. Nella vita non bisogna solo ricevere ma bisogna anche e soprattutto dare. In fondo questo è quello che mi ha insegnato il terremoto. Chiudo, dicendo che una comunità per avere un futuro deve ripartire dalla memoria, appunto la memoria della solidarietà".

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