Grottaferrata, dalla Delibera 41 alla Delibera 43: quando il cemento è l’unica filosofia (di pochi) per il futuro di una comunità

Pubblicato: Domenica, 15 Aprile 2018 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA (attualità) – Il permesso di costruire convenzionato di Andreotti crea polemiche: l’incapacità di progettare l’avvenire senza costruire

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Qualcuno sta pensando di giocarseli al lotto: 41 e 43, ambo secco sulla ruota di Roma. Le questioni urbanistiche continuano a dirigere il destino di Grottaferrata, centro già di per sé fortemente urbanizzato e di difficile gestione sul piano viario e infrastrutturale grazie ad una serie di scelte politiche che hanno determinato, almeno da trenta anni a questa parte, una trasformazione che ha ispirato una crisi della vita sociale nei quartieri (isolati) con tanto di svalutazione degli immobili (molti invenduti), dei comparti ambientali o dei parchi pubblici, ridotti come noto a spazi infrequentabili e abbandonati incastonati all'interno di veri e propri labirinti di cemento.

Mentre la Delibera 41 continua ad essere un ‘ordigno’ sospeso in seno alla città (si è in attesa dell’annunciato studio i cui termini di scadenza erano stati fissati al 31 gennaio 2018), anche la Delibera 43 sul ‘permesso di costruire convenzionato’ è entrata prepotentemente nelle discussioni più interessante della città. Ma mentre sulla 'D41' la Giunta Andreotti poteva appellarsi a ‘quelli che c’erano prima’, la 'D43' è tutta farina del sacco dell’attuale amministrazione (o quanto meno è stata lei ad approvarla).

Il ‘permesso di costruire convenzionato’, secondo i critici, aiuterà una veloce espansione edilizia senza il giusto sostentamento di servizi e infrastrutture adeguate, a totale beneficio dei costruttori. Tredici i progetti fino ad oggi conosciuti, la maggior parte dei quali dovrebbero insediarsi in località ‘Pratone’, ovvero la zona più complicata della città sul piano della viabilità e della densità abitativa. Sempre per i contestatori del piano, i titolari delle concessioni edilizie realizzeranno il minimo dovuto in termini di urbanizzazione e doneranno aree o spazi al Comune creando ulteriori costi sul bilancio comunale per la loro manutenzione. A tal proposito, per far comprendere di cosa si stia parlando, qualcuno, negli ambienti politici locali, ha tirato in ballo l'esempio del 'Parco Traiano', con la differenza (sostanziale) che sull’area dell’ex albergo che si affacciava sull'Abbazia di San Nilo neanche si è riusciti (in ben otto anni) ad ultimare i lavori. Fatto sta che ora i privati sono legittimamente pronti a far valere i propri diritti su Palazzo Consoli, con il rischio di una bomba economica (per l'Ente) senza precedenti a causa dei risarcimenti possibili e del quasi sicuro annullamento delle opere destinate (all'inizio) alla collettività. Su questo problema si è già aperto un altro capitolo, già annunciato dal sindaco Andreotti nell'ultimo consiglio comunale, di cui si parlerà prossimamente.

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Il Comune di Grottaferrata, grazie alla D43, incasserà gli oneri concessori, ma sarà difficile implementare tali risorse per la realizzazione dei servizi. Risultato: centinaia di residenti in più proprio sulla tormentata zona di 'Pratone'. Il consiglio comunale, intanto, è stato superato in termini di decisione politica perché l’atto è stato votato con un provvedimento di Giunta. I giustificazionisti affermano che si è fatto il possibile per limitare i danni e che si potrebbero superare le criticità attraverso un sistema di rigenerazione urbana che però, da quanto si è potuto comprendere, non è stato trattato o dibattuto nelle commissioni apposite. Fino a quando non interverrà con serietà l’intelligenza (se c’è) della politica al fine di salvaguardare interi settori della città, già massacrati, l’intera vicenda sarà solo occasione di dicerie, preoccupazioni, illazioni. Meglio iniziare ad agire, dunque.

Sta di fatto che le due Delibere, la 41 e la 43, restano quindi a macinare le coscienze e i dubbi della politica locale, facendo nascere persino una sorta di ‘derby’ tra la validità dei due atti, visto che la D41 prevedeva almeno la riduzione del 10% delle cubature ed il coinvolgimento della Commissione urbanistica per la parte procedurale.

Chi governerà – è la domanda che ci si pone - ogni processo? Grottaferrata subirà e basta? Chi risolverà le questioni incombenti di fronte a qualcosa come 100mila metri cubi di cemento in più? Per la Delibera 41 ‘Città al Governo’, ad esempio, fu protagonista di una petizione popolare che superò le mille firme tra i cittadini, facendo comprendere l’opposizione di una parte della società criptese a tali scelte. Ce ne vorranno altre mille sulla D43 per sviluppare un dibattito appropriato? E' l'ora della chiarezza. Su tutto.

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