Anche per Rocca di Papa e Ciampino la destinazione è un futuro a 5 stelle?

Pubblicato: Mercoledì, 11 Aprile 2018 - redazione politica

ROCCA DI PAPA (politica) - Le debolezze politiche dei sindaci Crestini e Terzulli, seppur in contesti differenti, dimostrano una frammentazione della scena tradizionale che va a tutto vantaggio del Movimento

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Non sappiamo se Emanuele Crestini venerdì o comunque nei prossimi giorni riucirà a scavallare il delicatissimo passaggio del Bilancio preventivo. Un passaggio più politico che economico: anzi, diremmo esclusivamente politico dal momento che il sindaco - in sella a Rocca di Papa dal giugno 2016 - ha nei suoi 3 dissidenti, finalmente anche fisicamente tra i banchi della minoranza, la sua vera spina nel fianco.

A Rocca di Papa sta di fatto che ormai si parla con sempre maggiore insistenza di quanto accadrà "domani": ed il domani, soprattutto se qualcuno dovesse alla fine fare male i conti o comunque se il cerino alla fine scottasse nelle mani di qualcuno, potrebbe essere davvero imminente.

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Il quadro è il seguente, semplice e lineare: Crestini ha perso il "blocco Petrolati-Romei-Calgani", che ovviamente oggi marciano più o meno palesemente a braccetto e che alle ultime elezioni hanno portato al sindaco praticamente da soli la metà dei voti raccolti dalla coalizione che sostenne l'ex consigliere comunale del centrodestra. Petrolati continua a giocare su 8 tavoli diversi ma alla fine pensa bene di ritentare la medesima formula che ha portato Crestini al comando, puntando anche su quella parte di Articolo 1 che alla fine resterà tale (ma saranno in pochi, perché i maggiorenti del partitino di sinistra stanno già patteggiando il proprio rientro nel Pd): ecco dunque che il "gruppone Petrolati" si aprirà verso i Calcagni e soci aggregrando tutti quelli che ci stanno e sarà un gruppo da tener presente.

Crestini probabilmente, dovesse cadere, ritenterà la sorte - seppur con chances vicine allo zero - e resta da vedere cosa farà quel Pd che, eterno mostro a più teste della politica attuale di Rocca di Papa, potrebbe alla fine veder Crestini stesso girare i tacchi e veder rientrare gli ex spaccatori di Articolo 1. Chance: zero.

Ecco dunque che, pur senza brillare (anzi) fino a questo momento, se il Movimento 5 stelle dovesse riuscire a trovare una qualsiasi forma di concretezza ed un candidato sindaco almeno credibile appare il partito naturalmente favorito per le prossime elezioni. Il quadro attuale dice questo: gli altri gruppi, grupponi e gruppetti sono formati dai soliti noti e per quanto Rocca di Papa si confermi politicamente realtà a se stante, i 5 stelle potrebbero avere decisamente la meglio anche alla luce del certo ballottaggio.

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Discorso simile tocca a Ciampino dove, di contro, il gruppo consiliare e politico del Movimento 5 stelle c'è eccome e già da 4 anni si esercita in una opposizione a tratti ben strutturata. Il che significa che i pentastellati saranno i primi avversari da battere.

Cosa può dare questa certezza? La risposta è banale e risiede nella debolezza unitaria di un centrosinistra che si presenta già da oggi ancora spaccato e di un centrodestra sostanzialmente ancora tutto da formare. Al voto Ciampino andrà solo nella primavera 2019 ma non è detto che vi arrivi con un sindaco in carica. Giovanni Terzulli ha numeri in Consiglio ridotti al minimo e come a Rocca di Papa il presidente del Consiglio (l'eterno saltafosso della politica Marcello Muzi) è in minoranza. Una contraddizione in termini che ormai in molti Comuni inizia ad essere di moda.

L'unico (parziale) antidoto che è stato dimostrato funzionare contro l'ascesa del Movimento 5 stelle - come visto a Frascati (ma attenzione) e Grottaferrata nel 2017 - è l'effettiva presenza di due coalizioni forti in grado di escludere i 5 stelle dal ballottaggio. Circostanza questa che, ad oggi, è davvero difficile scorgere sia a Rocca di Papa che a Ciampino.

Da cui la tesi di partenza.