"Il nome della rosa" diventa serie tv e gira in questi giorni al Tuscolo con un cast eccezionale

Pubblicato: Martedì, 27 Marzo 2018 - redazione attualità

sean johnMONTE PORZIO CATONE (cinema) - Le riprese sono iniziate due mesi fa con la regia di Giacomo Battiato. John Turturro è Guglielmo da Baskerville, Rupert Everett è Bernardo Gui. Sul set anche Sebastian Koch, James Cosmo, Richard Sammel, Fabrizio Bentivoglio, Greta Scarano, Stefano Fresi, Piotr Adamczyk e Damian Hardung, Adso

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38 anni dopo la carta, 32 anni dopo la cellulodie. "Il nome della rosa" diventa serie tv con un cast (per il genere) stellare e per una produzione da 26 milioni di euro promette di non far rimpiangere né il capolavoro cinematografico di Jean-Jacques Annaud (1986) né tantomeno di far rivoltare Umberto Eco nella tomba.

"Il nome della rosa" passa anche ai Castelli romani e gira al Tuscolo proprio in questi giorni: a due mesi dall'inizio delle riprese, gran parte delle quali si svolgeranno negli studios di Cinecittà, la troupe cinematografica agli ordini del regista Giacomo Battiato (tra gli altri, la Piovra 8 e 9 e "Karol - un papa rimasto uomo") è salita proprio dalla Capitale per i primi esterni, che saranno girati anche al Vivaro e a Manziana. Da metà maggio le riprese proseguiranno a Perugia dove è già in corso una serrata ricerca di comparse.

accademia dellarole

 

 

 

 

 

 

 

 

Una location di impatto, quella del Tuscolo per una serie tv particolarmente attesa ed alla quale si guarda con inevitabile crescente curiosità.

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La storia è ben nota: Adso da Melk (nell'86 il quasi debuttante Christian Slater), giovane benedettino narratore della vicenda, racconta dei 7 giorni nell'anno 1327 nei quali insieme al suo maestro, Guglielmo da Baskerville (Sean Connery davanti alla macchina da presa di Jean-Jacques Annaud) si ritrova ad assistere a 7 misteriose morti di altrettanti monaci in un monastero benedettino dell'Italia settentrionale. Delitti sui quali indaga anche il grande inquisitore Bernardo Gui, fiero avversario dello stesso Guglielmo: per quanto ben architettate, le morti sono altrettanti delitti compiuti - direttamente o indirettamente - dal monaco cieco Jorge da Burgos per impedire la lettura di un saggio di Aristotele sul ridere. Un incendio distruttivo che devasta il convento ed in particolare la straordinaria biblioteca pone fine alla vicenda.

petra fieraUn cast, si diceva, importante: insieme a Turturro, 61enne attore e regista statunitense con passaporto italiano (tra gli attori favoriti dei fratelli Coen) e a Everett, figurano anche Sebastian Koch (nel 2015 impegnato in "Il ponte delle spie", di Spielberg), James Cosmo (monumento del cinema scozzese, sui set. tra i tantissimi, di Braveheart e Trainspotting), Richard Sammel (tra i tanti nel 2009 "Bastardi senza gloria" di Tarantino), gli italiani Fabrizio Bentivoglio (uno degli attori nostrani più attivi, quest'anno anche sul set di Montalbano) Greta Scarano (31enne romana l'anno scorso in "Smetto quando voglio"), Stefano Fresi, Piotr Adamczyk (papa Wojtyla sempre con Giacomo Battiato) e Damian Hardun, che veste i panni di Adso.

La serie prodotta dalla Rai ed i cui diritti sono in vendita in questi giorni praticamente in tutto il mondo a cura delle Tele Muenchen Group che è anche co-produttrice, punta in alto nella qualità e nell'impatto che, visti i mostruosi precedenti letterari e cinematografici, dovrà necessariamente fare i conti anche con i confronti.

Si parte da Cinecittà, il Tuscolo e il Vivaro. Alla riconquista del mondo: sempre, chiaramente, nel nome della rosa.