Grottaferrata, per la Fiera ‘retrocessa’ è l’anno zero. Il declino sancito da un ‘mercatone’ noioso. Rinnovare è la parola d’ordine

Pubblicato: Lunedì, 19 Marzo 2018 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA (attualità) – L’esposizione non è più Nazionale, ma in verità la manifestazione soffre di una crisi strutturale da molti anni

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La Fiera di Grottaferrata è finita ufficialmente in serie B. La voce che girava da tempo in città è stata confermata dal sindaco Luciano Andreotti. Il colpo di scena però è un altro. La retrocessione è accaduta da tempo, sin dalla Giunta di Gabriele Mori. E Mori non è più sindaco della città dal 2014. In tutti questi anni, tra due Commissari ed un’amministrazione, quella di Fontana, nessuno si è occupato di comunicare che l’esposizione era stata declassata. Perché? Durante la campagna elettorale l’argomento non è stato minimamente accennato e non è stato discusso. Improvvisamente, dopo la comparsa delle locandine della edizione numero 418, è stata svelata una verità che a questo punto ci si augura che nel prossimo consiglio comunale utile sia materia di confronto. Almeno per quattro o cinque anni volantini, manifesti, pubblicità e bandi pubblici hanno raccontato una Fiera che non c’era più e non aveva quella qualifica indicata. E’ normale?

Che la Fiera di Grottaferrata fosse in crisi era scritto da tempo. Stabile nelle visite (80-100mila) non ha più da anni quell’attrattività che potrebbe farle fare un salto di qualità. Negli anni si è trasformata lentamente in un ‘mercatone’ di materassi, enogastronomia confusa, giardinaggio, imbonitori e folletti senza una definizione, dispersiva, talvolta persino squallida sul piano della presentazione degli stand. In qualche edizione se n’è persino volata via con tutte le sue tensostrutture. L’Abbazia, poi, che culturalmente è il sito attorno al quale i primi pellegrinaggi mariani portavano con loro i venditori di merci, è stata addirittura emarginata dal contesto della manifestazione.

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In questi anni se ne sono viste di ogni colore. Libri, musica, spazi per i giovani, convegni, iniziative per pochi intimi. Certe volte, fortunatamente rare, è stata una remissione. La verità è che il mondo è cambiato e venire a Grottaferrata per la Fiera non ha più il senso dell’identità specifica di una volta. Perché di esposizioni così, molto migliori di quella criptense, in Italia ne sono nate a iosa. Tematiche, specifiche, ben organizzate, con grandi investimenti, ospiti di richiamo.

Gradualmente la Fiera è stata letteralmente smantellata, persino del suo Ente che se ne occupava e cercava di dare un indirizzo alle scelte. La politica ha fatto il resto, con Giunte che hanno pensato a fare passerella il giorno dell’inaugurazione e basta, oppure a fare la gara dei numeri e delle presenze come se una manifestazione simile fosse un risultato elettorale o di propaganda. La Fiera resta, le amministrazioni passano. Questo dovrebbe il pensiero. Così non è stato. E se ne sono pagare le conseguenze. Amarissime.
Pai

Questo è ufficialmente l’anno zero. Ma la prospettiva un po' inquieta perché di anni zero, in passato, ne abbiamo visti altri. Per ritrovarci puntualmente, l‘anno dopo, la stessa Fiera, gli stessi stand, la stessa ‘miscellanea’ di offerte, l’anno dopo.

La Fiera è come il Natale. E’ il momento in cui le persone vengono per un rituale che si è tramandato nelle generazioni. Ma non c’è mai stato, almeno di recente, qualcuno di questi visitatori che abbia dato un giudizio. Semplicemente perché sapevano già cosa avrebbero trovato. Un appuntamento noioso come certe feste natalizie con gli stessi parenti che si ritrovano. Mai una piacevole sorpresa, mai un momento di rottura. Non sappiamo se quest’anno sarà così. Le prime polemiche, a parte il declassamento, sono già partite su posti auto, programma, scarsa pubblicità.

Così ci si accontenta per il momento ai ricordi della festa che se n’è andata coi vecchi tempi (leggi Grottaferrata, la bella foto di una Fiera che non tornerà più ) oppure con il ricordo dei pochi dibattiti in città sull’argomento (leggi La Fiera da risistemare: il dibattito a Grottaferrata). Tracce di dignità e di parole sensate, dentro ad un contesto che si è infilato in tunnel.

Che sia la volta buona per cambiare aria?