Elezioni Regionali, l'affondo di Righini: "No al reddito di cittadinanza. I Castelli? Puntiamo sulle eccellenze"

Pubblicato: Sabato, 24 Febbraio 2018 - Marzia Mancini

VELLETRI (cronaca) - Il ricandidato consigliere regionale delinea il suo programma elettorale in sostegno di Stefano Parisi

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Giancarlo Righini, ricandidato al Consiglio regionale del Lazio a supporto di Stefano Parisi,

Uno dei settori che più ha risentito della crisi è senz’altro l’economia e di conseguenza il lavoro, in che modo sarà possibile attuare un cambiamento in tal senso?

L’Italia come il Lazio è sin qui riuscita a mantenere un sistema competitivo grazie alla particolare morfologia della propria struttura economica: la presenza di un sistema parcellizzato di piccole e piccolissime imprese ha consentito una grande flessibilità alle condizioni del mercato, oltre che aver costituito il naturale ambito di sviluppo della fantasia e della creatività produttiva delle nostre imprese. Ma la ridotta dimensione, in tempo di crisi e di globalizzazione dei cicli produttivi e commerciali, paga il dazio alla minor capacità di attingere alle risorse finanziarie necessarie per mantenere la competitività e investire su innovazione e nuove tecnologie.

Sono nettamente contrario ad ogni ipotesi di reddito di cittadinanza, è il lavoro che fa emancipare le persone e per questo occorre rivitalizzare il concetto di impresa: se si produce di più e si vende di più si crea più lavoro e più ricchezza, che viene maggiormente redistribuita. La Regione Lazio, anche su questo campo, ha fatto il paio con il governo nazionale, niente. Fratelli d’Italia propone alcune ricette semplici ma efficaci: rafforzamento dell'apprendistato come transizione tra formazione e lavoro e come strumento di accesso al mondo del lavoro, incentivazione a forme di partecipazione agli utili da parte dei lavoratori, un sistema unico di ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori e rafforzamento delle politiche attive, valorizzazione dei lavori tradizionali e dei lavori manuali, soprattutto dell'artigianato di qualità.

Quali sono le eccellenze del nostro territorio, sia a livello regionale che locale, da valorizzare?

Il Lazio si colloca all’ottavo posto fra le Regioni europee per contributo al Pil dell’Unione Europea. E’ una regione che produce grazie alla capacità delle sue imprese ma con un governo regionale inerte che non è stato in questi cinque anni all’altezza del compito assegnatogli dai cittadini: politiche infrastrutturali ed a sostegno delle imprese totalmente inesistenti che, se fossero al contrario state al servizio del tessuto produttivo, avrebbero potuto rilanciare sviluppo ed occupazione con un adeguato supporto a livello istituzionale. L’82 per cento delle attività imprenditoriali del Lazio è legato al settore terziario: servizi finanziari, attività immobiliari e informatiche rappresentano il 28,2 per cento delle imprese, seguite dai settori distributivo, comunicazione, audiovisivo e turistico (26,7), dai servizi (pubblici, alle imprese e alla persona (24,8). Il peso dell’industria in senso stretto è del 14,6 per cento.

La vocazione terziaria del Lazio ha favorito un alto livello di dinamicità economica nella produzione, con specializzazioni nei servizi avanzati e in settori ad alto contenuto tecnologico ed innovativo. Siamo la prima Regione italiana in ricerca e sviluppo sia per la presenza di strutture tecnologiche che di ricerca. Oltre ai centri del Cnr, all’Enea e all’Istituto nazionale di fisica nucleare, promotori di progetti ad alto contenuto innovativo su ambiente, aerospazio, biotecnologie, telecomunicazioni, hi-tech e multimedialità, vi sono poli di eccellenza che sono legati al sistema fieristico, a quello degli aeroporti, all’aerospazio (il Distretto tecnologico aerospaziale d’Italia ha sede nella nostra regione) e al settore agroalimentare, che nel Lazio esprime due tra le più moderne piattaforme logistiche d’Europa (Car di Guidonia e Mof di Fondi). Si potrebbe continuare ancora inserendo l’indicazione di qualità delle aziende laziali anche nell’artigianato, nelle attività estrattive, nei poli universitari e nei distretti industriali. Le attività produttive della nostra regione necessitano di un valido interlocutore a livello politico, questa è la cosa essenziale.

Parlando di Velletri, il suo paese, cosa ne pensa dei vigneti abbandonati e della chiusura di diverse cantine locali che invece potrebbero costituire un’importante risorsa per il territorio?

Purtroppo le mutate condizioni metereologiche degli ultimi anni hanno inciso pesantemente sul settore agricolo. Nell’area di Velletri, come in tutti i Castelli romani, molte aziende hanno chiuso i battenti, penso soprattutto a quelle produttrici di uva. Per ovviare a tutto ciò un sistema c’è. L’Italia fino ad oggi non è stata una nazione che abbia brillato per la capacità di intercettare i fondi europei per realizzare infrastrutture tese a garantire la produzione agricola anche in caso di avversità del tempo. Penso a quelle per contrastare la siccità come a quelle contro le gelate. Anche in questo i governi nazionali del Pd e la Regione Lazio a governo del centrosinistra hanno dimostrato di non essere all’altezza del compito demandatogli. Penso che anche nel territorio dei Castelli si possa ovviare attraverso lo sviluppo delle tecniche di difesa antibrina con irrigazione soprachioma come avviene in Trentino o alla difesa basata sull’uso di ventilatori, con modelli di maggiore potenza rispetto ai tradizionali ventilatori, che coprono aree di 5 – 6 ettari per installazione, ma che presentano gli stessi presupposti, efficacia e rischi di intervento dei modelli tradizionali. Tutto ciò si può fare, ma servono i finanziamenti europei che si possono ottenere tramite una classe dirigente preparata.

I Castelli Romani sono la patria di prelibati prodotti enogastronomici, sarebbe possibile un progetto per dar vita al turismo esperienziale?

Il turismo esperienziale rappresenta per le aziende una concreta possibilità di emergere nel mercato e di distinguersi dai competitori tramite le esperienze che offrono ai propri ospiti, in quanto la competizione sul prezzo non è certamente una strategia sostenibile nel lungo periodo. Viste le caratteristiche dei Castelli Romani, ritengo sia un campo sul quale ragionare per potenziare l’offerta turistica anche in questo territorio.

Il fenomeno dell’immigrazione ha influenzato il rendimento economico della nostra Regione? Se si in che modo?

Come Fratelli d’Italia abbiamo proposto anche alla Regione Lazio la normativa per consentire a chi risiede da più tempo in un Comune di avere un giusto riconoscimento per poter usufruire dei servizi sociali. L’aumento incontrollato degli immigrati extracomunitari ha creato problemi di natura economica e sociale ovunque. Proprio il Consiglio comunale di Velletri si è pronunciato per primo nell’aprile del 2017, su iniziativa del gruppo consiliare di Fdi, con alcuni emendamenti approvati che sanciscono l’assegnazione di un punteggio pari a 10 punti a chi risiede in modo continuativo in quel Comune da più di 10 anni. Vale a dire un punteggio che ha lo scopo di garantire il principio di una equità sociale verso chi da più anni contribuisce in modo sostanziale e concreto alla crescita sociale, economica e produttiva di un territorio, anche tramite il versamento della tassazione locale. Un modo di rendere giustizia a quelle tante famiglie di italiani per poter usufruire prioritariamente dei servizi sociali e della assegnazione di alloggi popolari.