Elezioni regionali, Giancarlo Righini (FdI): "Serve un piano rifiuti per mettere ordine"

Pubblicato: Mercoledì, 21 Febbraio 2018 - Marzia Mancini

righini giancarlo1GENZANO (politica) - Il ricandidato consigliere regionale presenta le sue proposte in tema di ambiente

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Giancarlo Righini, consigliere regionale uscente, si ripresenta per le elezioni del 4 marzo.

Qual è la motivazione più forte che la spinge a far politica e a candidarsi per le elezioni regionali del prossimo 4 marzo?

Sono il capogruppo uscente di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale, esco da un’esperienza quinquennale nella quale ho potuto vivere in prima persona il disagio dei cittadini per un governo inerte che non ha prodotto nulla per una totale mancanza di programmazione. Sono convinto che la Regione Lazio abbia bisogno di una classe dirigente all’altezza delle aspettative della gente, che sappia pensare e decidere unendo competenza e rapidità, due elementi del tutto assenti nella Giunta Zingaretti.

Quali sono i punti deboli del governo Zingaretti e quali saranno invece i punti di forza di Fratelli D’Italia a capo della Regione Lazio?

Come ho sottolineato prima, la mancanza di una vera programmazione in tutte le materie ha impedito il varo di provvedimenti efficaci da parte della maggioranza di centrosinistra. Penso alla sanità, dove a fronte di maggiori risorse non siano seguiti miglioramenti sulle prestazioni. Alle attività produttive, dove non si è vista traccia di politiche tese a venire incontro alle esigenze di lavoratori ed imprese in anni molto critici per la nostra economia. Ai rifiuti, dove in cinque anni Zingaretti non è stato in grado di elaborare un nuovo piano organico.

Tra le problematiche più scottanti, c’è l’emergenza rifiuti, come può essere risolto questo problema sia a livello regionale che locale?

I rifiuti del Lazio di Roma devo essere trattati e smaltiti a Roma e nelle altre province. Non si può ulteriormente far spendere ai contribuenti 70mila euro al giorno per far fare il pellegrinaggio dei rifiuti regionali in Italia e in Europa. Occorre dotare la Regione Lazio di un nuovo piano, quello attuale è fermo al 2012. La Giunta di Zingaretti non è stata in grado, in cinque anni di governo, di elaborarne uno nuovo. Ciò ha portato nel corso di questa legislatura ad una proliferazione del numero delle richieste di autorizzazione da parte dei privati per nuovi impianti di trattamento, soprattutto di quelli a biogas, senza uno straccio di programmazione. Serve anche di definire in modo preciso il ruolo della partecipata regionale Lazio Ambiente, la cui cessione è stata sancita dalla Giunta Zingaretti senza fornire alcuna garanzia sul futuro dei suoi 400 dipendenti e in mancanza di una decisione certa sul futuro della raccolta dei rifiuti nel Lazio.

In questi anni, il problema rifiuti che impatto ha avuto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini?

C’è un problema serio nella Valle del Sacco, per la quale è necessario e più che mai urgente che sia varato un nuovo piano di risanamento che possa coniugare tutela ambientale e sviluppo sostenibile. In buona sostanza serve una strategia complessiva che consenta all'intera area di trovare il modo di rilanciarsi. Ma i riflessi negativi sulla salute di un ciclo dei rifiuti che fa acqua da tutte le parti non si fanno ormai sentire solo nel frusinate e in quella parte della provincia di Roma che gli è limitrofa. I cittadini del Lazio pagano una delle tasse per i rifiuti più care d’Italia, però mentre la raccolta differenziata nei singoli Comuni è in aumento, gli impianti per gestire ciò che buttiamo e la sua parte organica sono sottodimensionati, sia nella Capitale che in tutto il territorio regionale.

Fratelli D’Italia propone come alternativa all’ampliamento delle discariche, l’installazione di inceneritori, qual è la differenza e che miglioramenti ne conseguirebbero? Anche sul territorio dei Castelli Romani potrebbe esserci questa opportunità?

Fratelli d’Italia non sposa né ha mai sposato la politica degli inceneritori. Siamo per il potenziamento della differenziata, il ricliclo e il riuso, il tutto finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo dei ‘rifiuti zero’.

Per lo smaltimento di rifiuti tossici, come l’eternit, si paga molto caro e questo spinge i cittadini a disfarsi dell’amianto magari gettandolo in mezzo ad un bosco e provocando gravi danni. In altri paesi ci sono persino degli incentivi per chi desidera liberarsi dell’eternit. Potremmo sperare in qualcosa di simile anche per la Regione Lazio?

In merito allo smaltimento dell’eternit sono stato firmatario insieme alla collega Avenali del Pd di una proposta di legge, la 92 del 2013, tesa proprio a fornire incentivi per il suo corretto smaltimento. Una proposta che però non è mai stata presa in considerazione dalla maggioranza di Zingaretti, benché la proposta che cito porti anche la firma di un loro consigliere.