San Valentino, il martire che non voleva diventare un simbolo

Pubblicato: Mercoledì, 14 Febbraio 2018 - Fabrizio Giusti

ACCADDE OGGI – Al di là dell’aspetto commerciale, la vita dell’uomo che per fede morì in un tempo di persecuzioni

ilmamilio.it 

Quando il vescovo Valentino giunse a Roma con il proposito di convertire i pagani predicando il Vangelo, non avrebbe mai immaginato che gli uomini moderni, tanto lontani dai suoi, lo avrebbero preso come riferimento simbolico per una 'festa'.

I cristiani del suo tempo, infatti, erano pronti e votati al martirio nell’umiltà della fede. Non aspiravano a lodi e conquiste. Credevano, predicavano e basta.

Valentino era nato Nato a Interamna (l'attuale Terni) in una famiglia patrizia. Fu convertito al cristianesimo e consacrato vescovo della sua città nel 197, a soli 21 anni. L'imperatore Claudio II il Gotico lo invitò a sospendere ogni celebrazione religiosa e ad abiurare la propria fede, ma il vescovo rifiutò di farlo, tentando di convertire l'imperatore stesso. Claudio II lo graziò dall'esecuzione capitale, affidandolo a una nobile famiglia.

La leggenda narra che Valentino fu il primo religioso a celebrare l'unione tra un legionario pagano e una giovane cristiana. Si chiamavano Serapia e Sabino.  L’imperatore Aureliano, impegnato in una spregiudicata persecuzione dei cristiani, non poteva permettere che la popolarità del vescovo continuasse a crescere dopo questi fatti, così il 14 febbraio 273 fece arrestare Valentino.

Il martirio del religioso si perpetrò attraverso la tortura, poi la decapitazione notturna, per mano del soldato romano Furius Placidus, quindi la sepoltura a Terni ad opera dei discepoli Proculo, Efebo e Apollonio.

Non è ben chiaro come San Valentino sia diventato in seguito il protettore degli innamorati. Di sicuro fu Papa Gelasio I, nel V secolo, a trasformare la festa pagana dei Lupercalia, in una ricorrenza più vicina al cristianesimo.

I Lupercalia erano dedicati dedicati al dio della fertilità Luperco. Fu Papa Gelasio, tuttavia, a rifondare la festa sulla base della concezione cristiana, spostandola al giorno precedente, il 14 febbraio,  la data in cui si celebrava il martirio di San Valentino.

Una ricorrenza dalle radici arcaiche, quindi, intrisa di leggenda e strani percorsi che l’hanno portata, sull’onda di un circuito commerciale che non ha poco a che fare con le origini, a dimenticarsi, spesso, di quel vescovo che per amore della sua fede perse la vita, cercando di rimanere umile e fedele alla parola di Dio.