Guglielmo Marconi, l’uomo che proiettò l’umanità nel futuro

Pubblicato: Giovedì, 20 Luglio 2017 - Fabrizio Giusti

ACCADDE OGGI – Il 20 Luglio 1937 muore l’inventore della nuova comunicazione. In un mondo di cavi, ideò il ‘wireless’. Il ruolo logistico dei Castelli Romani

ilmamilio.it

Il 20 Luglio 1937, a causa di un malore improvviso, si concluse la vicenda umana e straordinariamente creativa di un genio vissuto a cavallo tra due secoli, l'Italia, la Gran Bretagna, la Belle Epoque, una guerra mondiale, dentro cambiamenti epocali e dittature.

Smartphone, tablet, navigatori satellitari, ovvero gli strumenti oggi di uso comune, sono tutti figli e nipoti della rivoluzione tecnologica di Guglielmo Marconi, classe 1874. Una rivoluzione iniziata dalla soffitta della sua casa di campagna, messa in opera come una moderna 'start up' e resa popolare grazie ad una impronta comunicativa agile e avanti nei tempi.

Nato a Bologna, già all'età di vent'anni cominciò i primi esperimenti lavorando come autodidatta. L’8 dicembre 1895, dopo vari tentativi, riuscì a far funzionare un apparecchio che poteva comunicare e ricevere segnali a distanza con l’alfabeto Morse, superando anche l’ostacolo naturale di una collina, detta 'Dei Celestini': il colpo di fucile che il maggiordomo sparò in aria per confermare la riuscita dell'esperimento venne considerato giustamente l'atto di battesimo della radio.

Marconi aveva comunque la certezza di superare anche l'immensità dell'Atlantico. Convinto che le onde potessero varcare l'oceano seguendo la curvatura della Terra, nel novembre 1901 a Poldhu, in Cornovaglia, installò un grande trasmettitore la cui antenna di 130 metri, costituita da 60 fili tesi a ventaglio tra due piloni alti 49 metri. Poi s'imbarcò per St. John's di Terranova con i suoi assistenti. I due luoghi, separati dall'oceano, distavano fra di loro oltre tremila chilometri. Il 12 dicembre 1901 fu il giorno decisivo: una comunicazione costituì il primo segnale radio transoceanico. Il messaggio ricevuto era composto da tre punti: la lettera S del codice Morse. 

L'utilità dell’invenzione fu fondamentale già il 23 gennaio del 1909, con il primo soccorso navale: il salvataggio degli oltre 1700 passeggeri del transatlantico Usa "Republic". E' l'anno del grande riconoscimento: il premio Nobel per la fisica. Nel 1912 il Titanic affondò dopo aver lanciato il segnale SOS via radio. Marconi, al momento della tragedia, si trovava negli Stati Uniti. Si recò al porto di New York per ricevere i 705 superstiti. Intervistato dalla stampa, dichiarò: “Vale la pena di aver vissuto per aver dato a questa gente la possibilità di essere salvata”. Non rimasero, questi, casi isolati di provvidenziale supporto della tecnologia per una questione di emergenza.

Nel maggio del 1928, ad esempio, il dirigibile 'Italia' si schiantò sulla banchisa. Il marconista Biagi, improvvisando un'antenna, riuscì a far funzionare un trasmettitore inviando un segnale di Sos che venne raccolto da un collega russo. Fu così possibile inviare un aereo di soccorso sulla 'Tenda rossa', dove erano raccolti i superstiti del disastro.  

La straordinaria avventura della radio moderna, invece, fu così descritta: “Sono lieto di comunicare che ieri, per mezzo di apparecchi a onde ultracorte di piccola potenza, utilizzanti onde di cinquantasette centimetri e forniti di riflettori portatili, abbiamo potuto comunicare chiaramente tanto radiotelegraficamente quanto radiotelefonicamente da Rocca di Papa a Capo Figari, in Sardegna, attraverso una distanza di duecentosettanta chilometri, presenti i rappresentanti del Ministro delle Comunicazioni. Il risultato è assai importante per la scoperta fatta della possibilità di comunicare mediante le onde ultracorte, anche a distanze maggiori di quelle che risulterebbero teoricamente possibili a causa della curvatura terrestre”“Sento di poter dire - aggiunse in seguito  - che con queste esperienze sono state investigate per la prima volta alcune delle pratiche possibilità di una gamma di onde elettriche finora inesplorata, ed una nuova tecnica, destinata ad estendere considerevolmente il già vasto campo delle applicazioni delle onde elettriche alle radio-comunicazioni, è stata creata”. Era l’11 agosto del 1932. Anche i Castelli Romani entrarono così di diritto, almeno logisticamente, nella storia del percorso di vita di questo straordinario italiano che ebbe la forza di cambiare definitivamente l’esistenza quotidiana dell’umanità aprendo le porte ad un progresso prima inimmaginabile.

Venne quindi il tempo del primo collegamento radiotelefonico con microonde che il premio Nobel per la fisica realizzò tra la Città del Vaticano e Castel Gandolfo e, sempre nella piccola cittadina castellana, nel 1933, l’esposizione ad alcuni alti ufficiali dell'esercito di un apparato radio che permetteva di rilevare oggetti metallici nelle vicinanze (il passaggio di automobili): un primo  'radar', che lo stesso Marconi aveva già pensato nel 1922. Sono stagioni entusiasmanti, in cui tutto sembrava possibile. 

Il primo servizio di televisione al mondo fu inaugurato a Londra dalla BBC il 2 novembre 1936. Dopo una sperimentazione di due sistemi (quello a scansione meccanica dello scozzese John Logie Baird e quello elettronico della Marconi-EMI Television), l'emittente adottò definitivamente il sistema elettronico dell'italiano. 

Il talento di Marconi fu ampiamente riconosciuto. Gli furono conferite 16 lauree honoris causa, 25 onorificenze di alto rango, 13 cittadinanze onorarie.

A Roma, la mattina del 19 luglio 1937,  accompagnò alla stazione la moglie, diretta a Viareggio per festeggiare il compleanno della figlia Elettra. Facendo ritorno nella casa del suocero, in via Condotti, ebbe una crisi cardiaca. Morì alle 3.45 del mattino del 20 luglio. In segno di lutto, le stazioni radio del mondo interruppero contemporaneamente le trasmissioni per due minuti. Ai funerali di Stato partecipò una folla che secondo le cronache dell’epoca fu di 500mila persone.

La sua è la storia di un uomo moderno. Le sue intuizioni sono ancora tra noi, si sono evolute e si rinnoveranno ancora. Per chissà quanto tempo.