Rocca Priora, il calvario del Parco Madonna della Neve. Otto anni di attesa (troppi) per un riscatto

Pubblicato: Giovedì, 25 Gennaio 2018 - Fabrizio Giusti

ROCCA PRIORA (attualità) – In attesa del progetto di recupero per l’area pagata ben 3,5 milioni di euro dalla Regione nel 2010

ilmamilio.it 

Una storia di dieci anni fa. Una storia triste. Un progetto andato in fumo, anzi per fratte, panchine rotte, incuria, vandalismo, abbandono, tentativi di recupero, attese. E’ il Parco Madonna delle Neve, acquisito dalla Regione Lazio, durante il Governatore Marrazzo, per una cifra attorno ai 3,5 milioni di euro, etichettandolo come monumento ambientale. Di monumentale oggi è rimasta solo l’idea. Per il resto nulla di concreto è stato realizzato.

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Un Parco 'sfortunato', ove da subito, dopo l’inaugurazione (primavera 2010), si evidenziarono delle criticità gravi (gli innumerevoli articoli della nostra testata nel corso del tempo lo confermano): carenze nel controllo e nella manutenzione, atti di distruzione frequenti che non si sono mai fermati, fino a quando non sono arrivati i primi provvedimenti delle amministrazioni locali, risultati non del tutto efficaci. Nel frattempo qualcuno ha provato a sistemare il corso sgangherato di questa storia: le Associazioni sportive, le scuole medie, il progetto "Adotta il Parco Madonna della Neve", la promessa installazione di alcune telecamere di videosorveglianza, la bonifica di Casa Pound, la raccolta di firme 355 firme che richiedevano un intervento di riordino e messa in sicurezza sono solo alcune delle iniziative che si sono alternate per salvare lo stato delle cose. Poi è arrivata quella che sembrava essere una svolta, nel novembre 2016, con l'ordinanza Sindacale che ordinava la chiusura per motivi di "sicurezza cittadina" della zona. Sempre negli stessi giorni l'Ente Parco dei Castelli Romani adottò il Regolamento che venne accolto dal Comune di Rocca Priora, il quale si attivò per mettere in atto un progetto di recupero. Da lì in poi un lungo silenzio e un nuovo periodo di abbandono, di cancelli comunque aperti nonostante i divieti, di nuove segnalazioni e blitz di protesta di cittadini mascherati da Anonymous per tornare a mantenere viva l’attenzione sulla questione. Quindi una ulteriore e definitiva decisione: un progetto di fattibilità (della scorsa estate) per un costo di 235.218,00 euro. A fine gennaio del 2018 ancora tutto tace e nulla sembra essere in procinto di essere concretizzato.

 

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Poco tempo un lettore scriveva al mamilio.it: “Tra progetti, regolamenti e rimpalli di responsabilità e doveri, gli” unici ad andarci di mezzo sono i cittadini che ancora non possono usufruire di un bene, costato non poco, servito solo a “non si sa chi”. Chiedo, a chi di dovere e a chi di potere (cittadini compresi), di impegnarsi maggiormente per salvaguardare il Parco Urbano, unico spazio verde nel cuore municipale, senza nulla togliere ai “giardini Dandini” che dell'aspetto di parco ne è rimasto ben poco, se non che qualche panchina assolata”.

Dopo otto anni, i milioni di euro spesi non sono serviti a regalare bellezza, momenti di condivisione e di ambiente alla comunità locale. Ancora si attende che un’opera di grande riqualificazione complessiva renda finalmente fruibile e non pericoloso il Parco. Il 2018 sarà l'anno della rinascita? Speriamo di non dover celebrare a breve il decennale della sua occasione mancata.

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