Rocca di Papa: il balletto elettorale di Crestini porta pure a Giancarlo Righini (FdI). Una gamba nel Pd l'altra dove conviene

Pubblicato: Venerdì, 19 Gennaio 2018 - redazione politica

ROCCA DI PAPA (politica) - Il sindaco "civico" continua a cercare (e trovare) sponde un po' qua e un po' là. Il nome del consigliere regionale rientra esattamente nella logica di quanto scritto un mese fa

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

selasai 10anni

Come annunciato già nei giorni di fine dicembre, definendolo "Babbo Natale Crestini che promette voti a tutti", si rafforza la linea che vede il sindaco di Rocca di Papa impegnato su più fronti in vista delle elezioni Regionali del 4 marzo.

Proprio in occasione dell'articolo nel quale pubblicammo lo sfizioso fotomontaggio di Emanuele Crestini vestito da Babbo Natale anticipammo le simpatie del sindaco di Rocca di Papa per Fratelli d'Italia: proprio quei Fratelli d'Italia a Rocca di Papa che nella primavera 2017 dopo averlo sostenuto in campagna elettorale, ritirarono l'appoggio a Crestini in polemica con la condotta amministrativa del sindaco eletto.

Pai

 

 

 

 

 

 

 

Già firmatario del manifesto pro Zingaretti, già con un piede e mezzo nel Pd sovracomunale grazie a diverse entrature, già con un bel piede nel Pd di Rocca di Papa (attraverso il sodale Massimo Litta), Emanuele Crestini ha il resto del secondo arto poggiato a supporto di Giancarlo Righini, consigliere castellano di Fratelli d'Italia che punta alla conferma alla Pisana anche se ad oggi non è ancora chiaro quale sia il candidato presidente del partito della Meloni.

Un Pd di Rocca di Papa che, vale la pena di ripeterlo, è sempre più spaccato e devastato come ampiamente descritto qualche giorno fa (LEGGI L'infinita taranta tra Crestini e il Pd benedetta da fuori Rocca di Papa)

petra nov2017 1

agenzia servizi

 

 

 

 

 

 

Crestini ed i suoi fedelissimi, per i quali è oggettivamente complicato comprendere quale sia l'effettivo "pacchetto di voti" in palio per il miglior offertente, si prevede insomma una valanga di voti disgiunti alle prossime consultazioni Regionali del 4 marzo: il candidato presidente di qua, il candidato consigliere regionale di là.

Un po' come avverrà soprattutto in quelle realtà cittadine governate da forze civiche. O meglio: forze derivate da pastoni elettorali.