Il boom della scuola montessoriana: il metodo, gli equivoci e la scuola comune
Pubblicato: Mercoledì, 19 Luglio 2017 - Valeria Quintiliani
Ilmamilio.it
C’è stato un boom di iscrizioni alle scuole montessoriane negli ultimi anni, un’impennata che è stata registrata anche all’I.C. San Nilo di Grottaferrata, unica struttura pubblica sul territorio ad avere una sezione Montessori sia alla scuola primaria che all’infanzia ed è un exploit che fa riflettere. “È vero – afferma Fabio Ardolino, maestro di scuola primaria formato dall’Opera Nazionale Montessori - in questo periodo c'è stato il boom del fenomeno Montessori, e non solo nella scuola, anche nelle edicole e nelle librerie si trovano gadget di ogni tipo con sopra il nome della pedagogista. Ormai non si è considerati un buon genitore se il bambino non usa la Learning Tower, chiamato, non so perché, sgabello Montessori o non gioca con le lettere smerigliate.”
IL METODO E GLI EQUIVOCI - “Va detto però che il metodo scritto dalla Montessori è un metodo scientifico. È basato su dati di ricerca e tabulati di osservazione e per essere applicato correttamente è necessaria una pluriennale formazione” Come in tutti settori, d’altronde. “Usando questo materiale a casa o credere di creare una cameretta Montessori dopo aver letto qualcosa su internet può provocare danni enormi”. Tipo quando si fraintende che “educazione alla libertà” equivalga a far fare al proprio figlio ciò che vuole? “Esattamente – prosegue il maestro - Il metodo si basa sulla libera scelta del bambino. Libera scelta dell'attività e dei tempi di lavoro, ma all'interno di regole precise e imprescindibili, tant’è che una delle critiche che veniva poste inizialmente alle maestre montessoriane era la l'eccessiva rigidità”.
LA SCUOLA MONTESSORI E LA SCUOLA COMUNE - E l’apprendimento collettivo? “Tutto ruota intorno ad una comunità educante che ha delle regole molto precise che non possono per nessuna ragione essere infrante neanche dall'insegante. – dichiara il maestro - Nelle nostre classi il materiale di cancelleria è in comune, i bambini non hanno un loro astuccio. Se qualcuno rompe o perde una matita la deve riportare. Questo perché si deve avere cura anche della più piccola cosa, la matita non è del singolo bambino ma della comunità. Una comunità che non si chiude nel perimetro dell’aula, ma si apre anche all’esterno. La mia classe - una delle tre ad indirizzo Montessori nella nostra scuola – ha realizzato dei progetti in collaborazione con altri classi della scuola comune ed è stato un successo”. Ultimamente la didattica personalizzata, il rispetto dei tempi di apprendimento dei singoli alunni, lo sviluppo e potenziamento delle abilità individuali e sociali, nonché l’obiettivo di trasformare i “saperi” in “saper fare” sono al centro del mirino del dibattito della scuola comune contemporanea: aspetti non molto lontani dalle proposte dell’Opera Nazionale Montessoriana. “Non credo sia utile chiudersi in roccaforti dorate pensando di avere il verbo – prosegue il maestro - penso che unendo le conoscenze, i metodi e le competenze si possa creare una scuola migliore, ognuno con i propri valori. Dopotutto la Montessori è morta nel 1952, sono sicuro che, se vivesse oggi, cambierebbe e aggiungerebbe molte cose al suo metodo.”