Frascati, da Bernardo Iodice 3 "consigli" per il neo commissario Irvit Peduto

Pubblicato: Mercoledì, 10 Gennaio 2018 - redazione politica

FRASCATI (politica) - L'ex consigliere comunale interviene sul dibattuto tema

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Dall'ex consigliere comunale Bernardo Iodice riceviamo e pubblichiamo.

"Le polemiche sorte in questi giorni sulla nomina di Peduto a commissario dell’IRVIT non possono lasciarmi indifferente atteso che l’argomento IRVIT è stato sempre al centro dei miei interessi politici.

Confermo quanto non molto temo fa ho sostenuto: la creazione dell’IRVIT è stata un’eccellente iniziativa e poco mi interessa che a realizzarla sia stato un esponente non della mia area politica.

Ad una bella idea deve, però, fare seguito una bella esperienza altrimenti l’idea resta priva di costrutto concreto.

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Se guardiamo la storia amministrativa dell’IRVIT scopriamo, invece, come i vari presidenti che si sono succeduti alla guida della Regione Lazio (Storace, Marrazzo e Polverini) abbiano sempre guardato a questo Ente come ad uno scranno sul quale fare sedere un uomo di fiducia poco preoccupandosi della capacità, delle competenze o del collegamento con il territorio di insediamento dell’Ente.

In questa ottica perversa Storace nomina Proietti, proiettato da Subiaco, senza alcun collegamento con il territorio e sprovvisto di un curriculum soddisfacente e coerente con l’incarico. A Proietti subentra Roberto Buonasorte ed anche in questo caso non sembra potersi dire qualcosa di diverso vista la provenienza (Monterotondo) ed il curriculum personale.

Queste scelte furono contestate dal centro-destra che le giudicò inadeguate e, perché no, anche offensive nei confronti della classe dirigente locale (quasi come se nel territorio Frascati-Monteporzio-Grottaferrata non vi fossero personalità adeguate ad occupare quell’incarico).

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Con l’elezione di Marrazzo la scelta del commissario cadde su Lavagnini jr e non credo che vi possa essere alcuno in grado di dare un’interpretazione della scelta diversa da quella della baronia ereditaria.

Finita l’era “Lavagnini” la scelta cade su D’Andrea con provenienza Monterotondo e con un curriculum di  rispetto ma come se ne sarebbero potuto trovare anche nel territorio tuscolano.

Nel frattempo l’Ente è “clinicamente morto” (è sufficiente dare uno sguardo al sito istituzionale dell’Ente per avere conferma di questa constatazione) mentre vive sono le spese per il personale dipendente e i compensi per il Commissario (almeno fino al 2015).

Ora la nomina di Peduto non può sorprendere più di tanto: risponde alla logica seguita dai vari Storace, Marrazzo e Polverini ma, visto che l’onestà intellettuale non deve mai mancare, la scelta presenta un piccolo vantaggio: se non altro Peduto è espressione del territorio.

A questo punto mi permetto di suggerire a Peduto alcune scelte:

  • rinunci al compenso (sempre che sia ancora previsto)
  • scelga di far vivere di luce propria l’Ente
  • qualora si accorgesse che l’Ente non ha futuro, si dia da fare con sollecitudine per la sua chiusura.

In cuor mio resta, però, la speranza che, in un sussulto d’orgoglio, l’IRVIT esca dal suo stato di letargo e riesca ad interpretare al meglio la missione per la quale era sorto".

 


Commenti  

# CONIGLIO RUGGENTE 2018-01-11 08:41
" rinunci al compenso (sempre che sia ancora previsto) "

Ma vogliamo scherzare ? Significherebbe privare l' Ente della sua ANIMA
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