‘La Foresta che Avanza’ per la Molara: il progetto di recupero di un tesoro offeso. “E’ possibile trovare uno spiraglio nell’indifferenza”

Pubblicato: Domenica, 17 Dicembre 2017 - Fabrizio Giusti

CASTELLI ROMANI (attualità) - La denuncia di un perimetro ambientale dove proliferano le discariche. Cresta: “Le amministrazioni indifferenti e talvolta scocciate. Ma noi andiamo avanti insieme a chi vuole portare avanti la bandiera della difesa dell’ambiente”

ilmamilio.it 

Dal sentiero della 'monnezza' al sentiero della Bellezza. La sintesi di un’idea che vuole riqualificare un grande patrimonio ambientale si può sintetizzare in una battuta coniata dagli organizzatori del convegno che ha avuto luogo ieri a Grottaferrata, presso il Teatro Falcone, promosso da ‘La Foresta che Avanza’ e che ha visto come relatori Yuri Spalletta (Casa Pound), il geologo del Parco dei Castelli Romani Stefano Cresta e Federico Merlano (La Foresta che Avanza).

La questione Molara è presente nel dibattito criptense dal 2010, da quando ne fu interessata la Giunta di Mori (centrosinistra). “Non c’è una bandiera contro la quale schierarsi – ha detto Spalletta – ma abbiamo comunque riscontrato dell’ostracismo fino ai giorni nostri, dove sembra le acque si siano smosse. Noi ci recammo all’epoca sul posto grazie ad una segnalazione di un cittadino, Mario Fortini, che ringraziamo vivamente sempre per la sua attenzione. Rocca di Papa, Monte Compatri e Grottaferrata sono i tre comuni coinvolti in questa vicenda. Trovammo all’epoca immondizia di ogni tipologia: arredi, pezzi di carrozzeria, materassi, rifiuti, eternit. Ricordo ancora come il sindaco Mori, non appena che la notizia ebbe risalto anche sugli organi di stampa locale come ilmamilio.it, affermò di aver individuato i responsabili e di aver ripulito la zona. In realtà nessuno tolse nulla, anzi l’immondizia aumentò. Nel 2014 siamo tornati, ma questa volta con un lavoro approfondito. Anche qui, dalle prime promesse si è finiti nell’oblio”. “Individuammo nel Parco – ha continuato Spalletta - l’unica istituzione per intervenire in modo centrale. Posizionammo degli striscioni in cui lo attaccavamo sulla negligenza delle istituzioni preposte. Il Parco non la prese bene, subimmo attacchi da alcuni dirigenti che ci accusavano di fare disinformazione. Cresta, senza nessuna pregiudiziale, ha iniziato con noi un dialogo e abbiamo trovato una soluzione”.

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Proprio Stefano Cresta, commentando questa analisi, ha avuto modo di dirsi addolorato per il fatto che in sette anni non sia stato possibile risolvere la situazione. “La ragione del mio impegno – ha detto - è dovuto a mettere insieme due debolezze: il mondo delle associazioni e le istituzioni che si occupano di ambiente. Due realtà deboli, ma non è detto che non si possa fare nulla. E’ possibile trovare uno spiraglio nell’indifferenza”. Indifferenza che purtroppo, come vedremo tra poco, è anche insita nelle istituzioni locali.

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Federico Merlano ha illustrato l’iter di questi mesi, fatto di sopralluoghi e continue analisi della situazione, che hanno dato la possibilità di tracciare il disegno di un sentiero contaminato dagli scarichi di rifiuti. E’ stato redatto inoltre uno studio di fattibilità per la bonifica e la mezza in sicurezza delle zone, fino alla tracciatura ufficiale del sentiero, voluto per recuperare un ambiente oggi offeso. “Da Via dei Peschi fino alla macchia – ha detto Merlano - si calpestano solo calcinacci, poi frigoriferi, scarti industriali, automobili. Intorno alla Fattoria Aldobrandini sono stati riscontrati casi di amianto. La notizia positiva è che grazie alla nostra costante presenza, quello sversamento è stato rimosso. Sono piccole vittorie. Poi arriviamo a Casina dell’Orologio, a Via di Rocca di Papa, dove ci sono altri rifiuti. Una volta attraversata la zona, ci immettiamo nel sentiero 508, ai lati del quale sono visibili decine e decine di sacchi della spazzatura. Poi Via Bosco Comunale, nel Comune di Monte Compatri, dove per decine e decine di metri il terreno è saturo di sporcizia accumulata degli anni. Qui non cambia la situazione, anzi sembra peggiorare. Questa estate abbiamo avuto anche problemi a entrare con i Guardiaparco”.

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Un ritratto deprimente, visto da ogni angolazione. Nella zona di Grottaferrata, in quella di Rocca di Papa, a Monte Compatri. Poche le differenze. Ma in mezzo all’inciviltà, i segni del meraviglioso potenziale di queste aree. Proprio nel tragitto della vergogna è stato possibile scoprire una quercia gigantesca, unica nel suo genere, con una cavità causata da un fulmine, all’interno della quale, prodigiosamente, è cresciuta una pianta di sambuco. La vita che combatte e si rigenera contro ogni avversità contraria.

“Il cittadino fa determinati gesti – prosegue Merlano - è perché se lo può permettere: la noncuranza della politica è complice. Devono essere installate delle fototrappole e delle barriere, dove possibile, per impedire l’accesso carrabile, nelle zone di proprietà pubbliche. Lavoreremo su questo”.

Il sentiero proposto da ‘La foresta che avanza’ prevede anche attività didattiche in modo che la Molara diventi una scuola di ambiente, per conoscere il territorio, ripristinare la coscienza civica e, perché no, le attività sportive.

Stefano Cresta, geologo, del Parco dei Castelli Romani, è stato netto nei giudizi e altrettanto esaustivo nelle proposte: “Lavorare insieme è importante – ha detto - la Molara viene vista dai privati dal lato economico per il taglio degli alberi, oppure da alcuni cittadini per scaricare immondizia o anche, dai più virtuosi, un posto per andare a passeggiare. Però quest’ultimo aspetto è ormai scemato. La ragione di scegliere un sentiero è arrivata per fare in modo che le amministrazioni comunali si facciano carico delle criticità. Non è un caso che abbiamo pensato a Via dei Peschi come inizio, sul lato di Grottaferrata, perché in questo momento in quel'accesso non sembra neanche di stare iun area Parco”.

“La stratificazione della schifezza che vediamo in giro – ha detto ancora  - impedisce le azioni sui singoli responsabili. Le amministrazioni non sempre sono proprietarie dei terreni presenti e ciò complica le cose. Trattare con i privati non è semplice. Non è facile neanche con i Comuni. Ho difficoltà ad incontrarmi con l’Ufficio tecnico di Grottaferrata. Sto cercando di ottenere attenzione”. Attenzione che per ora non c’è. “Il 29 Agosto scorso – prosegue Cresta - abbiamo promosso un protocollo d’intesa tra tutti i comuni e il Parco per fare azione congiunta sull’abbandono dei rifiuti. Purtroppo, per un’azione che di competenza il Parco non deve fare, non ci ha risposto nessuno. Solo Lanuvio ha fatto una fatto una Delibera di entusiastica adesione, mentre il Comune di Monte Compatri ci ha sparato ad ‘alzo zero’ come per dire: “Come vi permettete?”. “E’ triste quando recuperi intere porzioni di territorio – ha sottolineato durante il dibattito il geologo - e poi vedi che un Comune se ne fotte. Noi ci siamo sempre. Ma siamo sempre secondi per ordine di importanza. Le amministrazioni si devono prendere a cuore il tema. Questa è una battaglia che fa sempre sconfitti, altrimenti”.

Un dato: nessun amministratore o consigliere comunale dei Comuni interessati era presente all’incontro. Il progetto Molara andrà avanti e tutti gli attori protagonisti di questa vicenda hanno confermato il proprio impegno, nonostante tutte le difficoltà incontrate.