Se Crestini va a cena con Zingaretti ed il Pd di Rocca di Papa sta un po' qua e un po' là

Pubblicato: Giovedì, 14 Dicembre 2017 - redazione politica

ROCCA DI PAPA (politica) - Ieri sera il sindaco tra i presenti all'incontro di autofinanziamento svoltosi a Guidonia in vista delle elezioni Regionali del 4 marzo

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Ieri sera il sindaco di Rocca di Papa Emanuele Crestini è stato tra i presenti alla cena di autofinanziamento (con quote, si narra, dai 100 euro in su) organizzata dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti in quel di Guidonia, città (per popolazione la terza nel Lazio dopo Roma e Latina) che ospita la sede del Pd provincia di Roma.

Una cena che, come detto, è servita al Partito democratico per raccogliere fondi a sostegno della difficile campagna elettorale per le elezioni Regionali 2018 che, come ormai noto, dovrebbero tenersi insieme alle Politiche il 4 marzo.

Fin qui tutto normale. O quasi.

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Già, perché che Emanuele Crestini fosse organico al Pd era cosa nota della quale il nostro quotidiano ha ripetutamente relazionato, ricevendone fanghi misti e veleni, prima che insomma la cosa diventasse talmente palese da non poter più essere tenuta segreta. Tanto che poi qualche settimana fa Crestini è comparso tra i firmatari di un documento di sostegno alla conferma di Zingaretti alla guida della Regione Lazio: così come, nell'autunno dello scorso aanno, il buon Crestini era stato tra i firmatari del documento redatto dalla senatrice Pd Emma Fattorini per il "sì" al referendum del 4 dicembre 2016. Quando poi nell'attacco di odio e di bile la gloriosa ex vicesindaca tra le "carte bollenti" che ha tirato fuori per attaccare l'ex amico Crestini ha confermato l'esistenza di un accordo tra l'attuale sindaco e la parte del Pd di Rocca di Papa fedele a Mauro Fei, non ha fatto altro che confessare il segreto di Pulcinella.

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E il Pd di Rocca di Papa, quello ufficiale, che fa? Che dice?

La domanda è una domanda a trabocchetto perché del Pd ufficiale di Rocca di Papa s'è persa traccia. Fatta eccezione per un comunicato delirante di qualche giorno fa dove si tentava goffamente di prendere le distanze da Crestini, il silenzio è la fantastica tattica che il segretario Massimo Litta ha adottato.

Il fatto è che il Pd è talmente allo sbando, talmente sbancato, talmente sbandato che inevitabilmente una parte se se va di qua (dalla parte di Crestini), un'altra se ne va per conto proprio. Dove non si sa bene.

Curioso poi il fatto che, per motivi differenti, su Crestini ad oggi convergano due anime del Partito democratico ben differenti: quella della maggioranza del direttivo, che con Crestini ha in essere un accordo politico, e quella del Consiglio, nella persona della capogruppo Marika Sciamplicotti che con Crestini ha in essere quantomeno un patto di non belligeranza (solo per restare all'ambito politico) teso a contrastare il nemico comune: il gruppo Petrolati.

Insomma, il Pd di Rocca di Papa resta quella pangea liquida che è da più di due anni. Un partito non partito, senza la minima affidabilità.