Il vicolo cieco del precariato nella ricerca scientifica. Da Monte Porzio a Catania parte lo stato di agitazione

Pubblicato: Giovedì, 14 Dicembre 2017 - Fabrizio Giusti

CASTELLI ROMANI (Attualità) – La mobilitazione arriva anche nelle colline romane, a Monte Porzio Catone

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L’ora in cui agire per salvare una delle migliori eccellenze italiane in termini di futuro e investimento è scoccata. L'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), con 18 sedi sparse sul territorio italiano di cui tre a Roma, è orgoglioso del suo successo universalmente riconosciuto: la prestigiosa rivista ‘Nature’ lo classifica al secondo posto mondiale per quantità e qualità delle collaborazioni internazionali. Tale primato però è favorito da un tema che adesso torna sotto la lente di ingrandimento e si fa protesta, mobilitazione. “Questo successo – afferma l’Assemblea Permanente dei ricercatori Precari OAR - RNPI – Rete Nazionale Precari INAFQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - twitter: @rnpinaf) - è dovuto a un uso continuativo e spregiudicato di contratti precari. Più del 40% del personale di ricerca INAF è pagato su finanziamenti esterni (cioè non statali) e con contratti a termine, in genere rinnovati su base annua e legati alla disponibilità dei fondi di progetto”.

Più della metà dei ricercatori precari post-dottorato lavorano in INAF da più di tre anni. Molti hanno 5-10 anni di collaborazione continuativa con l’Istituto e ricercatori “senior” di 35-45 anni, con curricula di alto livello e ruoli gestionali, che attendono costantemente il rinnovo annuale dei contratti, sono la norma. “I post-doc INAF – proseguono dall'Assemblea in una nota - sono a tutti gli effetti membri dello staff di ricerca, ma senza diritti ed autonomia: l’ente sfrutta il loro expertise e non può farne a meno, ma nei fatti non lo riconosce”.

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Per la prima volta, la politica italiana sembra essersi accorta del problema e ha formulato leggi che potrebbero risolverlo (il decreto Madia), ma nonostante molte parole spese l’Ente – afferma l’Assemblea - non ha colto l’occasione per approfittarne e non ha chiesto i fondi necessari, preferendo dare priorità ad altri obiettivi come il finanziamento di ulteriori progetti che creeranno ancora più precariato.

I ricercatori precari INAF (in particolare dell'Osservatorio Astronomico di Roma a Monte Porzio Catone e dello IAPS di Tor Vergata, ma anche di altre sedi - Bologna, Catania, Arcetri), insieme quelli di molti altri enti di ricerca, sono ora in agitazione per comunicare nelle sedi e nei modi più vari il loro disagio, e hanno proclamato assemblee permanenti e altre iniziative fino a quando le loro richieste non verranno ascoltate.

Dopo anni di stallo e di attesa, è il momento della concretezza e della certezza.

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