Gli auguri per il Santo Natale del Vescovo di Albano

Pubblicato: Lunedì, 11 Dicembre 2017 - redazione attualità

ALBANO LAZIALE (attualità) -  Il messaggio con gli auguri per il Santo Natale di Monsignor Marcello Semeraro.

ilmamilio.it - comunicato stampa

 

Per le feste natalizie giungano a voi il cordiale pensiero e la parola daugurio del Vescovo. Diversamente da altre, questa ricorrenza cristiana ha pure una forte risonanza esteriore. Possiamo considerarla con simpatia, se porta con sé anche occasioni di gioia e serenità soprattutto nella famiglia. Noi cristiani, tuttavia, dobbiamo chiederci: dov’è il Natale? È fuori di noi? Penso che sia piuttosto dentro di noi. Angelo Silesio, un mistico tedesco del Seicento, ha scritto: «Se mille volte nascesse Cristo a Betlemme, ma non in te, allora tu sei perduto per sempre» (Il pellegrino cherubico: I, 61). Il mio augurio diventa, allora, un invito a interiorizzare questa festa. A chi mi domandasse cosè il Natale, direi ch’è anzitutto memoria.

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 A Natale noi facciamo memoria della venuta del figlio di Dio nella nostra storia in una vera umanità: è nato da Maria, la Vergine. Perché si tratta di una presenza storica, di essa dobbiamo considerarne anche le modalità. Il Signore, infatti, per «abitare in mezzo a noi» ha scelto la condizione non della potenza ma della fragilità; non della ricchezza ma della povertà.

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Da questo punto di vista, allora, Natale non è solo una memoria ma anche una vocazione: a cercare gli uomini e le donne del nostro tempo allo stesso modo che noi siamo stati cercati e amati da Dio. Un Prefazio italiano per il tempo d’Avvento, dopo avere ricordato la duplice venuta del Signore (la sua nascita a Betlemme nell’umiltà e la sua seconda venuta nella gloria), aggiunge:"Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perchè lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell'amore la beata speranza del suo regno"

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 Tra la venuta del passato e quella futura c'è, dunque, l'arrivo di Gesù nel presente, nell'oggi ed è così, che oltre a essere memoria e vocazione, Natale è pure incontro. E' un incontro che reclama un riconoscimento del Signore nell’ignudo, nell’infermo, nell’affamato, nel prigioniero... (cfr Matteo 25).

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La cosa è decisiva, se vogliamo che Natale sia davvero una festa per tutti! Il «povero», infatti, è accessibile a credenti e a non. Diventa, quindi, possibile incontrare Gesù partendo sia da un «centro» di fede, sia da una «periferia» d’umanità.