Don Monterubbianesi: "A Grottaferrata progetto di formazione che partirà da agricoltura, turismo, ambiente e operatori per i deboli"

Pubblicato: Martedì, 04 Maggio 2021 - redazione attualità

Don Franco Monterubbianesi: "Premio Nazionale Don Peppe Diana: in questo  riconoscimento ci ho visto un segno profondo e provvidenziale"GROTTAFERRATA (attualità) - Il sacerdote: "A 90 anni seguiterò a lottare"

ilmamilio.it - nota stampa

"Ai cittadini di Roma e del Lazio, invitato a farlo da Giovanni Cardarello e Luca Forte amici di Facebook, voglio rompere un silenzio che dura da anni.

Come fondatore della Comunità Capodarco di Roma, che dal lontano 1974, trasferendomi da Capodarco a Roma, ho sviluppato tutto un lavoro con un esito drammatico di cui voglio con questo comunicato dare notizia.

parcoUlivi pubb3 ilmamilio

sportage pronta consegna mamilio aprile

La comunità Capodarco di Roma, forse molti di voi avranno saputo la notizia, è stata dichiarata fallita dalla sezione fallimentare del tribunale ordinario di Roma in data 02 Marzo 2021.

Una cosa assurda e inaccettabile per me fondatore di tutta Capodarco oltre che di Roma.

Da tanto tempo lottavo in una mia certa solitudine su questa storia che vorrei ora raccontare, in una sua verità, storia dolorosa che è successa anche per Nostre responsabilità precise , passate e presenti e per come i poteri hanno gestito tutto il rapporto della soluzione del debito grande che si è creato.

Nostre responsabilità precise ( io ho gestito fino al 2003 la Comunità di Roma passando la responsabilità ai giovani emergenti, che proprio loro mi sfiduciarono in consiglio, quando io volevo raddrizzare un po' le cose che per me non andavano bene. Nella mia visione capivo che toccava ai giovani farsi responsabili di tutto anche delle cose che non andavano), mi dedicai ad un futuro di una grande svolta che ci avrebbe ridato quel nuovo slancio, anche per superare il malessere che c’era, da cui poteva dipendere anche la gestione economica.

Mi dedicai alla realizzazione DEL DOPO DI NOI delle famiglie dei disabili, che su questo problema erano sole, e ai giovani condividenti tale problema, da formare e fare diventare protagonisti di un ruolo non più assistenziale in un vero coinvolgimento delle famiglie con loro.

Così dal 2002 trenta associazioni di genitori disabili del Lazio hanno avuto il mio appoggio per aggregarsi in un una ONLUS che ho creato “FONDAZIONE PRIMA DEL DOPO CAPODARCO”.

Ma in tale attività sono rimasto molto solo e non aiutato fino in fondo dai successori, quando dal 2006 al 2012, in una gestione improvvisata di Roma della presidenza Nazionale di Capodarco, che sempre aveva avuto difficoltà a capire la Nostra realtà di Roma, il debito cresceva a dismisura e non si collaborava con le realtà emergenti come il mio lavoro e i dissapori su questo piano ci hanno portato ad una disgregazione.

I nostri errori quindi derivanti dai personalismi che sono prevalsi.

padel69 freeTime ilmamilio

viscusi

Gli errori dei poteri nella burocrazia delle ASL, ferme alle convenzioni del 2000, senza capire la diversità del nostro gestire il rapporto con i disabili nella loro capacità di autonomia, una considerazione intollerabile di noi come RSA, poi di struscio, ma coinvolgendoci in cose ingiuste, Mafia capitale che ha atterrato alcune nostre brave cooperative. È verità sacrosanta tutto ciò di cui posso dare vera testimonianza, perché ancora dura il misfatto di questa correlazione negativa.

Nel 2012 ci fu finalmente un ritorno all’unità, possibile delle realtà che Capodarco di Roma esprimeva, cresciute e capaci nella minaccia del debito di affrontarlo autonomamente. Dovevano lavorare esse per affrontarlo e non  nella vendita degli immobili, ma sul valore anche economico e sociale delle nostre iniziative, anche promozionali. Come i laboratori che stavamo mettendo in piedi, come le case famiglie per il Dopo di Noi.

Cose meritevoli anche di essere aiutati anche in questo debito da approfondire per come si era creato. Purtroppo la concezione autocratica, così come c’era stata dal 2006 al 2012, invece di essere soppiantata da un nuovo spirito, è continuata sempre nella divisione.

Per questo, nonostante la mia battaglia isolata, siamo arrivati all’esito del fallimento. Dobbiamo reagire per me con forza alla vendita degli immobili come per esempio il terrono su cui qui a Grottaferrata gestiamo tre realtà bellissime e significative del lavoro con i disabili.

LA COOP. AGRICOLTURA CAPODARCO, con 45 dipendenti disabili e non e con un vivaio con 16 ragazzi psichiatrici, LA FORMAZIONE PROFESSIONALE con 50 giovani del territorio in via di ricerca del lavoro e la CASA FAMIGLIA DEL DOPO DI NOI.

Abbiamo creato, con l’appoggio di amici, la fondazione Marisa Galli, per contribuire a pagare il debito che noi figli della Madre (la Comunità di Roma) ha ricevuto in donazione per il nostro lavoro sin da 1978, ma io dico da sempre e vorrei consultare pareri autorevoli su ciò, può essere messo in vendita il terreno e noi doverlo ricomprare ciò che è stato donato alla madre per il nostro stesso nostro sviluppo? Noi siamo i veri eredi della terra e possiamo contribuire, cresciuti, al debito della madre, ma la terra non può essere venduta al primo venuto e il costo deve essere commisurato agli impegni sociali e alle difficoltà che portiamo avanti con tanti meriti.

Questo Stato Italiano quando mai nella storia, con fondi capitali, è venuto incontro agli acquisti onerosi per sviluppare le nostre attività? come nella realtà di Via Lungro a Roma dove la comunità Capodarco di Roma ha dei grandi immobili con i costi dei mutui, abbiamo promosso e proponiamo grandi cose per i disabili, e se vengono venduti dove vanno i giovani che abbiamo cercato di liberare da ogni emarginazione? Tutti sanno, da Grottaferrata a Roma, il valore della nostra esperienza e se ora la CEI, la Conferenza dei Vescovi Italiani, con l’incontro che abbiamo potuto fare nel 2019 e le prime azioni del 2020 (Ora il Covid ci ha massacrato in questi rapporti) vuole darci una  mano economica a gestire con noi il DOPO DI NOI per le famiglie in grande difficoltà in Italia  sul modello di Capodarco da sviluppare a Roma, sempre in rapporto profondo con i giovani, i commissari del fallimento non dovrebbero considerare queste cose come possibili interlocutori del debito da appianare? Quindi avere la pazienza di questo rapporto con la chiesa che può svilupparsi alla grande anche per tutta la realtà di Roma, che ha bisogno del nostro lavoro nel territorio. Per questo io dico che non posso accettare la chiusura di nessuna nostra realtà. Una nuova Capodarco di Roma può e deve rinascere dalle ceneri.

A Grottaferrata svilupperemo con gli enti locali un progetto che sta nascendo di formazione a livello universitario che può partire dall’agricoltura, al turismo, all’ambiente e faccia dei giovani operatori validi per una condivisione totale delle persone deboli come società della cura. Diremo alle suore Missionarie Francescane di Maria che il loro diritto di prelazione non va dato alla vendita, ma conservato per loro anche nel loro coinvolgimento. Il valore della nostra presenza apprezzata da tutta la realtà dei castelli che non può accettare che il fallimento travolga l’idealità. Un monito di Papa Francesco che ci ha fatto con tutti i movimenti popolari del mondo del 2016 ci diceva “ NON DOVETE ESSERE PIÙ CONSIDERATI SECONDARI, TAPPABUCHI MA DOVETE ESSERE I PRIMARI CON LA SOCIETÀ DELLO SVILUPPO, COOPROGETTANDO CON GLI ENTI LOCALI”.

Son stato definito dal premio Nazionale Don Peppe Diana, che mi sarà dato il 04 Luglio a Casal di Principe, “VISIONARIO CON RADICI PROFONDE NELLA TERRA DELLA CONCRETEZZA”. Nei miei 90 anni seguiterò a lottare, con chi si vuole aggiungere a noi, per cambiare questa società basata sull’economico per costruire invece una società basata sui valori della cura, dell’accoglienza in un nuovo umanesimo.

Attraverso gli amici di Facebook daremo sempre notizia della nostra lotta.

Don Franco"

tennis colline ilmamilio