STORIE | Estasi di Santa Teresa D'Avila, la donna trafitta dall'Amore di Dio

Pubblicato: Mercoledì, 31 Marzo 2021 - Giulia Bertotto

ROMA (attualità) - La scultura, molto dinamica e teatrale, mostra una Santa Teresa distesa su una nuvola, mentre un angelo sta per trafiggerla con la sua freccia, intanto dall'alto una pioggia di luce bronzea cala sulla scena

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L'estasi di santa Teresa D'Avila è una magnifica scultura che si trova a Roma, nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, tra via XX Settembre e Piazza della Repubblica. L'opera, firmata dallo scultore, pittore e architetto Gian Lorenzo Bernini, vene realizzata tra il 1645 e il 1652. Si trova collocata nella cappella Cornaro, il cardinale Federico Cornaro aveva infatti commissionato la realizzazione della cappella al Bernini, il quale era ansioso di riscatto e di riconoscimento da parte del pontefice. Fu l'opera più amata dal Bernini stesso.

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La scultura, molto dinamica e teatrale, mostra una Santa Teresa distesa su una nuvola, mentre un angelo sta per trafiggerla con la sua freccia, intanto dall'alto una pioggia di luce bronzea cala sulla scena. La donna, con le vesti scomposte, è presa in un'espressione carica di trasporto ha la bocca dischiusa e gli occhi verso l'alto, priva di sensi. I raggi della luce miracolosa a simboleggiare il fatto, sono in bronzo, così da catturare la luce della chiesa e convogliarla verso la donna, di candido marmo. I personaggi della famiglia Cornaro, intanto, assistono al momento scambiandosi commenti.

Tecnicamente non si tratta di un'estasi mistica, trance extra sensoriale in cui un santo o una santa viene rapito dall'unione con il divino, ma una transverberazione. Nella mistica cattolica è l'esperienza che il santo vive quando viene trafitto e trapassato da un raggio di amore divino.

Gli psichiatri hanno a lungo studiato questi avvenimenti interiori in termini psicanalitici, parlando di sublimazione religiosa delle pulsioni sensuali; al di là delle speculazioni scientifiche e delle riflessioni filosofiche, la scultura fece scuola nel panorama dell'arte sacra dell'epoca e divenne uno degli esempi magistrali dell'arte barocca e il suo carisma spirituale è ancora oggi di inaudita potenza.

Santa Teresa d'Avila stessa ispirò l'opera, così scrisse infatti nella sua Autobiografia (XXIX, 13): “Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l'angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio”. Un vissuto così intenso da fondere il dolore nella dolcezza di una gioia soprannaturale; un sentire dell'Assoluto nell'anima, ma viscerale nel corpo; un'esperienza del cuore fatta marmo e Arte.

Foto tratta dal sito www.intemirifugio.it

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