Frascati: "Vogliamo la verità sulla morte di nostra figlia". 15 mesi fa la scomparsa di Maria Nuvola di Manzano: a 3 anni da quella di Nicolò...

Pubblicato: Lunedì, 20 Novembre 2017 - Marco Caroni

nuvola nicolo dimanzanoFRASCATI (attualità) - Papà Alessandro e mamma Silvana, anche attraverso una petizione on-line, chiedono di conoscere cosa sia successo quella maledetta notte tra il 18 e il 19 agosto 2016

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"Siamo Silvana e Alessandro di Manzano, genitori di Nicolò e Maria Nuvola. In meno di tre anni abbiamo perso per droga i nostri due figli, due persone troppo sensibili per questo mondo.

Nicolò aveva 21 anni quando è morto il 27 settembre 2013. Maria Nuvola ne aveva 26 quando ci ha lasciati il 19 agosto 2016".

Ci sono storie che nascono e finiscono: ci sono storie, anche storie di morte, sulle quali invece non si riesce a mettere un punto; storie che continuano a trascinarsi col loro fardello di dolore, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.

E' con le parole pubblicate in alto che si apre il testo della petizione on-line che Silvana ed Alessandro di Manzano, di Frascati, hanno voluto lanciare circa tre mesi fa (19 Agosto, anniversario della prematura scomparsa di Maria Nuvola). Una petizione, indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con la quale i genitori chiedono semplicemente di conoscere la verità sulla morte dei propri figli. Una verità terribile della quale però Silvana ed Alessandro, soprattutto per quanto riguarda la triste vicenda di Nuvola, non conoscono che i contorni. Una petizione per gridare al mondo "non più vittime per droga!".

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Col coraggio che viene oltre, in termini di altezza, quel dolore che non ti lascia mai, i genitori di Nicolò e Maria Nuvola, morti entrambi per droga a distanza di meno di tre anni l'uno dall'altra, vogliono sapere cosa sia successo.

Due strade storte. Due vite spezzate. Due vicende che, partendo da quella di Maria Nuvola, lasciano tanti, troppi dubbi per tentare di accettarne la fine. Due ragazzi giovanissimi, morti praticamente alla stessa ora tra un giovedì ed un venerdì. É una coincidenza? É la roulette del dolore?

Mamma Silvana, su una poltrona, papà Alessandro a tre metri di distanza accarezzano i 4 cani, ‘eredità’ dei figli, che fanno loro compagnia e raccontano. Una storia che parte dalla fine.

"Erano le 3,39 a.m. del 19 agosto 2016 quando suonano al campanello di casa. Alle 18,40 del pomeriggio precedente avevo chiamato Nuvola, era in casa con il ‘compagno’: era normale, tranquilla, serena, anche se addolorata per la morte della nonna materna tre giorni prima. Dice che si sono svegliati da poco, dopo aver fatto la spesa nel primo pomeriggio (fioriere per abbellire il balcone ed altro). Ci eravamo parlati tre volte al cellulare alle14,30 circa. Stava attraversando da tempo, uno dei momenti più equilibrati e fiduciosi degli ultimi anni. Tanto che il 22 novembre del 2015, al suo 26° compleanno, apprezzandone i progressi, gli sforzi compiuti ed il percorso intrapreso dopo l'esperienza terribile della droga, le avevamo consegnato le chiavi di un piccolo appartamento, lungo la via Tuscolana, che lei da subito aveva considerato, decorandolo ed abbellendolo, la sua casa".

 

 

 

 

 

 

 

Una storia, quella di Nuvola, fatta di droghe, di comunità e di un lento, testardo e, alla fine, completato percorso di recupero. "Nell'ultimo anno e mezzo era praticamente diventata una salutista! In contrapposizione a come era all’inizio: una ‘sperimentatrice di droghe’, come al Sert, chi la seguiva, la ‘fotografò’ in prima battuta".

"Dopo le 18,40 - continua Silvana -, prima di andare a dormire verso le 23,30 avevo provato a chiamarla per il consueto saluto della buonanotte. Non rispondendomi, nemmeno un quarto d’ora dopo, le ho mandato un sms senza però ricevere alcuna risposta. Ero comunque tranquilla. Sapevo che era col suo ‘compagno’". Alle 3,39 a.m. lo squillo del citofono: ci sono i carabinieri al portone del palazzo, nel centro cittadino, dove vive la famiglia di Manzano. I carabinieri riferiscono che Nuvola è grave, in ospedale, a Frascati. "Abbiamo subito pensato ad un incidente! Ci hanno accompagnato al Pronto Soccorso e lì stava il ‘compagno’, con la testa tra le mani, disperato. Ci hanno detto che Nuvola era morta. L'abbiamo vista subito dopo. Era serena, bella come un fiore, sembrava stesse dormendo. Ignoravamo cosa fosse accaduto veramente…".

Il dolore, che arriva a meno di 3 anni da quello per la morte di Nicolò, ucciso per una dose letale di sostanze stupefacenti, assunta ore prima, e trovato senza vita nel suo letto, è fortissimo, insopportabile, insostenibile. Ma Silvana ed Alessandro cercano, lucidamente, di capire cosa sia successo. "Nuvola aveva conosciuto questo individuo da pochi mesi; era un militare parecchio più grande di lei". "Purtroppo - raccontano ancora - quando abbiamo provato ad informarci, ci sono state fornite sulla sua persona indicazioni fuorvianti e chi veramente sapeva, non ci ha avvertito della sua vera natura. Non sapevamo che fosse un noto tossicodipendente, cosa che nel suo ambiente conoscevano bene". Nuvola, in messaggi con un’amica, appena conosciuto l'uomo, ma non ancora insieme, scrive:   "Con me non si azzarda a fare nulla, ma mente, come tutti i tossici", "Mica so scema che vado a ributtà la vita e i soldi e idem altra roba, non mi interessa. Fumo troppo e basta e con troppo dico troppo. Manco bevo più...".

Quanto Silvana ed Alessandro raccontano è incredibile. "Il ‘compagno’ di Nuvola ci ha riferito che quella sera nostra figlia stava poco bene (a suo dire, anche la sera precedente) tanto che non sono usciti a cena, anche se Nuvola si era vestita con l’abitino rosso appena comprato, ma sono andati di nuovo a dormire e lui si è addormentato e che passata la mezzanotte, dopo essersi svegliato, lui l'aveva vista ancora più affannata, e ‘priva di coscienza’ (da sua dichiarazione al Pronto Soccorso, riportata dalla Patologa). Le aveva messo un braccio sotto la testa e si era nuovamente assopito (di nuovo? Lei sta male e tu ti addormenti?). Dopo circa un’ora - lui continua - si è accorto che Nuvola quasi non respirava più. E cosa ha deciso lui? Ha bussato alla porta del vicino per cercare aiuto". Ed a quanto raccontano i coniugi di Manzano, è stato proprio il vicino a chiamare il 118. Nuvola viene trasportata in ospedale, al "San Sebastiano", spirando nel brevissimo tragitto tra la casa su via Tuscolana e l’ospedale civico.

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"L'autopsia - raccontano con un filo di voce Silvana ed Alessandro - ha accertato che la causa del decesso di Nuvola è stato per una acuta insufficienza cardio-respiratoria provocata dall'assunzione per inalazione o ingestione di non meglio identificate "sostanze esogene". Sul corpo di nostra figlia non c'erano buchi. Non c'era alcun elemento esterno che confermasse l'assunzione di droghe o altro". "I suoi organi - conferma Alessandro, sulla base dell’autopsia - erano sanissimi, Nuvola stava bene ed era in perfetta forma".

Eppure, quella notte tra il 18 ed il 19 agosto 2016, qualcosa è successo… Nuvola è morta! La verità che sarebbe dovuta emergere dagli esami tossicologici e di laboratorio, non è ancora arrivata e, a questo punto, non è detto che arrivi. "I vetrini dei campioni biologici sono di fatto scomparsi - raccontano ed hanno voluto scrivere i genitori sulla petizione on-line su change.org -, svaniti nel nulla! Questa è notizia dataci a voce dal dott. Patrone, Sostituto Procuratore del Tribunale di Velletri, incaricato del caso. Perché? Come è stato possibile? É stata aperta un’indagine in proposito? Perché la dottoressa Vincenza Liviero, patologa incaricata dell’autopsia e che si era riservata di nominare un perito per analizzarli, ha depositato, in ritardo, solo una perizia parziale? Che fine hanno fatto i vetrini con i campioni biologici prelevati dal corpo di nostra figlia? Li ha consegnati? Se sì, a chi?". "Dato che nel caso è implicato un militare di carriera, è verosimile per noi pensare che possano esserci delle pressioni dall’alto! Lo Stato non può ammettere…".

Silvana ed Alessandro e gli avvocati da loro nominati e incaricati per seguire il caso, vogliono la verità. Vogliono sapere perché Nuvola è morta e vogliono sapere perché il suo ‘compagno’ (che nei mesi scorsi hanno denunciato per omissione di soccorso, proprio per non aver chiamato tempestivamente il 118) sia intervenuto in ritardo. Lui stesso dichiara al pronto Soccorso che era priva di coscienza già da un’ora e che avrebbe dovuto chiamare prima. "Sapeva di averle somministrato qualcosa? Temeva che chiamare il 118 avrebbe fatto emergere il fatto? Ha preso tempo per far sparire quanto potesse comprometterlo e/o far tacere per sempre la vittima, che avrebbe potuto rivelare la verità su cosa effettivamente era successo? Ha agito per suo conto o è stato una pedina?", dicono i coniugi di Manzano, sfiniti dal dolore ma mai stanchi di cercare la verità.                                  

E anche l'altra verità che vogliono conoscere, a questo punto, i genitori è come sia morto il figlio Nicolò. "Era il 26 settembre del 2013 - dicono -, Nicolò era rientrato ad un’ora consona (le 23). Si sentiva stanco. Le palpebre abbassate e gli occhi arrossati. Ci aveva detto di aver bevuto qualche birra ed era ciarliero. Lo abbiamo fatto cenare, e poi siamo rimasti tutti e quattro insieme a chiacchierare piacevolmente per circa due ore, seduti in salone. Era tranquillo, nello spirito di una bella serata in famiglia, come non succedeva da tempo. Poi, verso l'una e mezza, siamo andati tutti a letto".

Nicolò va in camera sua, si addormenta sul letto ancora con gli abiti indosso (non era la prima volta) e così lo ritrova papà Alessandro al mattino dopo, in posizione fetale, ormai rigido, un pezzo di marmo, senza vita da ore, con accanto a vegliarlo, la sua lupa cucciola. "Ci hanno detto che è morto verso l’una e mezzo (quindi appena entrato in camera) per una acuta insufficienza cardio-respiratoria ad esito letale, da assunzione di sostanze stupefacenti, assunte ore prima (la perquisizione in casa da parte dei carabinieri non ha rilevato niente, a parte un minuscolo pezzettino di oppio). Dall’autopsia è emerso che lo stato degli organi interni era ottimale. Vogliamo sapere chi lo ha spinto a questo comportamento, chi gli ha venduto la ‘roba’ letale, chi lo ha aiutato a ‘farsi’, lui che aveva paura dei buchi e delle siringhe. Lui che, almeno fino a poco tempo prima, era contrario alle droghe pesanti! Pochi giorni prima di morire dice (e fa) di voler cambiare vita, rientra a casa presto (ore 23,00 circa), anche se molto nervoso. Le indagini si sono chiuse senza nessun approfondimento. Nonostante le promesse degli inquirenti, non è stato dato alcun peso alla sua morte. Evidentemente una "morte di serie B". Addirittura siamo dovuti andare a rovistare nei sacchi dei vestiti dei deceduti senza nome, per cercare gli abiti che indossava quella sera, peraltro senza trovarli. Buttati!".

Delle chiusura dell’inchiesta sulla morte di Nicolò, la famiglia di Manzano ha avuto notizia casualmente dai carabinieri, otto mesi dopo. "Fiduciosi nelle istituzioni, non ci eravamo costituiti. Evidentemente ritenuti indegni, dalla burocrazia italiana, anche di una semplice telefonata o di un biglietto dalla Cancelleria!", dicono amareggiati Silvana ed Alessandro.

FIRMA LA PETIZIONE "non più vittime per droga!".

"A Frascati - concludono - parlare di droga sembra un ‘reato’, non si può dire, è come se non esistesse, ma ne gira tanta, da anni, tanta ‘roba’. E di questo, i nostri figli, non sono stati e non saranno, le uniche vittime". "In tutte e due le occasioni, le istituzioni al più alto livello ci hanno assicurato che sarebbero andate fino in fondo! Stiamo ancora aspettando, dopo 15 mesi, il deposito degli Atti da parte del P.M.».

In estate, dopo il dolore aggiuntivo provocato dal non conoscere la verità sulla morte dei due figli, i coniugi di Manzano hanno protocollato per ben due volte, la richiesta di un incontro con il sindaco Roberto Mastrosanti, in qualità di Primo Cittadino, responsabile del territorio, che a tutt’oggi non si è degnato di fissare un appuntamento.

Punto.


Commenti  

# Susanna Dolci 2017-11-20 09:24
Credo che questa vicenda dovrebbe far riflettere tutti. Dagli amministratori alle forze dell'ordine e ai cittadini. Una piaga, quella delle droghe, presente a Frascati da molti anni. Ero ragazzina e già ne sentivo parlare 40 anni fa.... Anno più, anno meno... Il dolore dei genitori va rispettato nella dignità di una giustizia giusta

Susanna Dolci
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# ALESSANDRO 2017-11-20 17:04
:-)Grazie Direttore, grazie Susanna
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# ALESSANDRO 2017-11-25 13:14
gradirei sapere quanti commenti e quali ci sono stati e quanti mi piace.Grazie
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# irene 2017-12-07 12:18
Se posso permettermi un consiglio, rivolgetevi alla trasmissione Chi L'ha visto, trasmissione di inchiesta che spesso si occupa anche di casi simili.
Un abbraccio...
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