STORIE & METALLO - Quel treno da Napoli a Caserta finito su una delle più belle medaglie borboniche

Pubblicato: Sabato, 13 Marzo 2021 - Marco Caroni

medaglia Napoli Caserta ilmamilioROMA (storie & metallo) - Breve storia di una ferrovia che avrebbe dovuto collegare le Due Sicilie allo Stato Pontificio 

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Quando nel 1861 l'Italia si ritrovò unita sotto un unico re, Vittorio Emanuele II, lo Stato borbonico delle Due Sicilie aveva realizzato circa 130 chilometri di ferrovie.

Poco, davvero poco se si considera che nel 1839, appena 14 anni dopo l'esordio assoluto in Gran Bretagna con la Stockton-Darlington, Ferdinando II inaugurava i pochi ma pur sempre importanti 7 chilometri della Napoli-Portici. Primo nella penisola.

 
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Ed invece, partito per primo nello Stivale, lo Stato borbonico aveva poi tergiversato troppo nella realizzazione di nuove ferrovie e così al momento di far dell'Italia un'unica Nazione, verso sud la ferrovia arrivava appena a Vietri ed a nord a Capua. In pochi anni, dunque, Ferdinando II aveva tirato il freno a mano non riuscendo ad intuire - un po' come capitato a Papa Pio IX - il grande potenziale della ferrovia.

sportage pronta consegna mamilio dicembreLa Napoli-Caserta - oggi parte del collegamento che lega Roma al capoluogo campano - venne inaugurata l'11 dicembre 1843, quando poche altre strade ferrate erano state già completate in Italia. Primo tratto da Napoli verso il nord, in realtà, avrebbe dovuto congiungersi con la ferrovia dello Stato Ponficio a Ceprano, dove il binario proveniente da Roma sarebbe dovuto arrivare dopo essere transitato per Velletri.

In realtà anche i ritardi dello stesso Pio IX, che solo nel 1856 aveva completato la Roma-Frascati e nel 1862 aveva realizzato la Roma-Velletri, ebbero il loro peso. Ferrovie, quelle pontificie, realizzate davvero troppo tardi.

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Nel viaggio inaugurale, da Napoli a Caserta il treno impiegò un'ora: 52 minuti durò invece il viaggio di ritorno.

Per celebrare appunto l'apertura della Napoli-Caserta quasi tre anni dopo, nel 1846 venne coniata la splendida medaglia in alto riprodotta, una delle più belle del periodo, ricchissima di particolari e sufficientemente rara. Opus Aloy e Arnaud, la medaglia fu oggetto di lunghi studi e sopralluoghi da parte degli incisori, degli artisti e dei modellatori che ottennero il transito gratuito sulla ferrovia.

Due geni alati, guerra e pace, si stringono la mano in primo piano mentre dietro di loro un treno sbuffante transita di fronte alla Reggia di Caserta.

La medaglia, di enorme modulo (73,5 millimetri, peso 238 grammi nella versione in bronzo), al rovescio presenta anche nella parte alta una figura identificabile col tempo alato o con la morte, con tanto di falce e clessidra. Al diritto Ferdinando II, in alta uniforme militare e straordinario rilievo.

Così la ferrovia Napoli-Caserta impreziosisce la produzione medaglistica borbonica, con un pezzo di assoluta bellezza la cui genesi, tutt'altro che banale, è probabilmente motivo (seppur parziale) del ritardo tra l'evento celebrato e l'emissione.

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