Sogni per vivere, vivere di sogni. Ma cosa sognamo?

Pubblicato: Martedì, 09 Marzo 2021 - redazione attualità

sogni pixabay ilmamilioFRASCATI (attualità) - Breve viaggio nel mondo onirico

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Tutti noi, almeno una volta, abbiamo desiderato vivere nei nostri sogni.

Ed esistono due tipi di sogni: chiamiamo “sogno” quella realtà impossibile o diversa dalla nostra che desideriamo ardentemente, per la quale lavoriamo tutta la vita con lo scopo che diventi la nostra quotidianità. Poi ci sono i sogni, quelli legati a noi, che sono frutto della nostra mente e del nostro inconscio.

Ma cosa sono in realtà?

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I sogni sono dei fenomeni psichici che si verificano quando dormiamo, o più precisamente nella fase REM, quando siamo in bilico tra il dormiveglia e il sonno. Sono visioni che possono contenere qualsiasi immagine, suono e azione e che possono essere nitidi, ma la maggior parte delle volte molto ambigui, vaghi, contenenti talvolta luoghi o persone mai viste prima.

Nel corso della storia sono stati fatti molti studi su questo: le persone si sono interrogate sul significato che i sogni hanno e sul perché li facciamo. Ancora nessuno però è riuscito a spiegare questi fenomeni in modo chiaro.

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Una delle teorie più famose è quella del neurologo e psicoanalista austriaco Sigmund Freud: egli afferma che i sogni non sono altro che contenuti mascherati e che ognuno di essi abbia un significato preciso che rappresenta una sorta di “messaggio” da parte del nostro inconscio.

Egli ha chiamato i contenuti mascherati “contenuti latenti”, mentre invece i simboli attraverso i quali si manifestano sono chiamati “contenuti manifesti.” Il contenuto latente dipende dalla presenza dei simboli e di come sono in relazione tra di loro: senza di essi non si potrebbe giungere al significato finale del nostro sogno.

Per quanto riguarda l’interpretazione, nel corso della storia le persone si sono rivolte ai loro psicanalisti per avere delle risposte, ma questo non è bastato. Secondo Freud, è molto importante che sia lo stesso sognatore a fornire allo psicanalista le informazioni necessarie per poter decifrare il contenuto latente. Purtroppo questo non è sempre possibile e lo stesso Freud ammetteva che non sempre si riesce ad interpretare un sogno in maniera completa, poiché talvolta i simboli che in esso sono espressi potrebbero andare perduti nel momento in cui apriamo gli occhi.

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La seconda teoria che presento è quella dello psichiatra Carl Gustav Jung, che si discosta molto dalle proposte avanzate da Freud. Secondo Jung, i sogni non possono essere interpretati semplicemente come una manifestazione di un contenuto o desiderio nascosto, bensì come un qualcosa di molto più complesso e personale, che dipende dalla nostra volontà e dalla nostra coscienza.

Inoltre, Jung non concepisce perché il nostro inconscio debba “mascherare” significati attraverso persone o oggetti, facendoli apparire come fossero disconnessi tra loro; egli sostiene che se l’inconscio vuole mostrare qualcosa, lo fa senza alcun tipo di “travestimento”.

Quanto all’interpretazione dei sogni, egli afferma che siano legati in modo molto personale all’individuo, ritenendo che non sia importante la causa che li genera, ma il fine per cui essi si manifestano.

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Ovviamente, anche in questo caso, l'interpretazione del significato dei sogni non è semplice e non può limitarsi a giungere ad una conclusione basandosi solo su ciò che l’individuo ricorda, ma è necessario scomporne e analizzarne ogni singolo elemento per fornire un’analisi completa.

Scostandoci dalle due teorie più famose portate avanti, altri psicanalisti hanno studiato per poter attribuire un senso e una spiegazione a questi fenomeni. Perciò ora vorrei focalizzarmi su due delle più famose tesi giunte a noi.

L’ipotesi più diffusa è quella legata ad una situazione reale nel quale la persona è bloccata. In questo caso, il sogno viene considerato come uno “strumento” che la nostra mente ci fornisce per risolvere il nostro problema.

Un’altra ipotesi è quella legata alla sfera emotiva, dove i sogni svolgono una funzione psichica, ovvero il consolidamento di emozioni, belle o brutte che siano, o ricordi del nostro passato.

Per giungere alla conclusione, vorrei darvi un consiglio.

Molto spesso tendiamo a dimenticare quei dettagli che rendono i nostri sogni particolari e unoci, mentre invece ricordiamo le sensazioni provate e il contesto generale. È proprio per questo che vi invito a tenere un “diario dei sogni”, che devono essere raccontati dopo pochissimo tempo per poterne raccogliere ogni pezzetto. Dopo tanto tempo, dunque, potrete rileggerli e magari ritrovarvi in una delle ipotesi lette in precedenza.

Come diceva Silente, “Con i sogni entriamo in un mondo che è interamente nostro”; dunque non lasciateli andare, forse possono dire molto su di noi.

Bianca Trudu, 2^B Liceo Classico Cicerone

Foto di Stefan Keller da Pixabay