ESCLUSIVO - Il "baffo" di Radiosei. Elmar Bergonzini: la Gazzetta, la Lazio (tanta e sempre) e il maresciallo

Pubblicato: Lunedì, 01 Marzo 2021 - redazione attualità

bergonzini elmar ilmamilioROMA (radio) - Il giornalista e conduttore radiofonico si racconta. "Daniele Baldini è un amico vero. La radio? Eccezionale il rapporto diretto con i tifosi. I baffi? Per mio papà"

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Romano de Roma e laziale fino al midollo. Figlio di quel quartiere Flaminio che, da sempre, è simbolo capitolino di un certo modo di essere. Da tifosi della Lazio.

Nella grande squadra di Radiosei, storica emittente radiofonica romana votata al mondo biancoceleste, è uno degli ultimi arrivati ma Elmar Bergonzini - 32 anni - ha saputo in fretta ritagliarsi uno spazio diventato nel corso di questi pochi anni un riferimento specifico. Corrispondente della Gazzetta dello Sport, si legge Bergonzini ma si declina (doverosamente alla tedesca) "baffo" o, ancor più, visceralmente "della Lazio".

 
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Iniziamo dal principio: come si fa a farsi un’autointervista e a mandarla in radio come se niente fosse?   

Ecco, diciamolo subito: è una cosa nata spontaneamente, grazie al “maresciallo Carmine” (formiano, uno dei radioascoltatori più di moda a Radiosei): era convinto che Elmar fosse una persona e Bergonzini un’altra ed allora ho pensato di prendere la cosa sul serio, per quanto possibile e mi si è accesa la lampadina. Prima ho camuffato la voce parlando col maresciallo e facendo finta che io fossi due persone diverse, e poi pensando all'autointervista. Mi sono fatto delle "autodomande" e le ho inviate al fonico, mi ero segnato delle parole sulle quali intervenire ed ho mandato tutto in diretta dialogando con me stesso. Ametto: è venuto davvero bene.

Giornalista della "rosea" da anni, da qualche tempo Bergonzini ha riscoperto questa nuova faccia della medaglia del fare comunicazione...

La verità è che mi diverto da morire. Fare radio dà un rapporto col pubblico diretto, senza alcuna intermediazione e questo è straordinario. Scrivere è diverso, sono due aspetti del fare giornalismo che si integrano.sportage pronta consegna mamilio dicembre

Da mesi Elmar Bergonzini conduce "9 gennaio 1900", una delle trasmissioni più antiche di "Radio Sei" per le quali sono passati i vari Anselmi, Zappulla, Baldini. Già: come è nato questo curioso "dualismo" con Daniele Baldini?

E’ nato anche questo per caso, perché Daniele è la persona che più stimo nella radio. Nel 2019 ho perso mio papà, Maurizio (nato lo stesso giorno della Sampdoria, prima tifoso blucerchiato ma poi diventato ma più laziale di noi figli), e lui è stato eccezionale in quei momenti. E' difficile rendere l’idea e farlo capire. C'è un aneddoto che voglio raccontare: finale Supercoppa italiana, la Lazio gioca a Riad il 22 dicembre 2019. Ero convinto che avrebbe vinto la Juventus per tutta una serie di motivi (che da laziali si comprendono bene, ndr): al gol di Lulic, quello dell'1-2, ammetto che non fossi pronto per essere contento, mi è venuto da piangere in diretta per le emozioni contrastanti, dal momento che il mio papà era scomparso da poco. Ero in diretta con Baldini, in quel momento si è cementificato un rapporto eccezionale. Il dualismo? Lui è straordinario, un amico vero ed ovviamente intelligente per capire che è solo un gioco.

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Come si fa a lavorare con la propria passione, da giornalista e da laziale?

Il valore aggiunto è proprio la passione stessa, una passione che in radio può essere condivisa con gli ascoltatori direttamente e questo è straordinario. E' bello saper essere, anche nello scherzo e nella gogliardia, professionali: è bello conoscere le opionioni dei tifosi e con loro condividere le mie. Amo il rapporto diretto con i laziali che solo la radio consente e che va oltre il giornalismo che conoscevo. Spiego: vado molto fiero di un mio articolo sulla Gazzetta, quello della vittoria della Lazio nella Supercoppa del 2017 quando abbiamo vinto col gol di Murgia allo scadere dopo esserci fatti rimontare due gol. In quella ccasione ero allo stadio per la Gazzetta e, pur nella fretta imposta dalla partita serale, sono riuscito ad inviare al giornale un bell'articolo con un parallelismo tra quella vittoria e quella nella Supercoppa del ’98 (gol vincente di Conceicao a Torino sempre contro la Juve, 1-2, ndr). Ecco: lì ci ho messo dentro tanta passione, tanta lazialità, ma non ho potuto avere alcun "feedback" diretto. In radio è diverso: la condivisione dà tantissimo, ed è divertente ed appagamente.

Uno dei tormentoni di questi mesi sono i baffi che Bergonzini si è fatto crescere e dei quali va particolarmente orgoglioso. Baffo?

E qui torniamo a papà, non l’ho mai visto senza baffi. Ho deciso di tenerli, in sua memoria, e non li toglierò più.

Padre romano e madre tedesca, Elmar segue da sempre il calcio tedesco con una particolare passione per il Borussia Mönchengladbach. Ma cos'ha oggi il calcio in Germania più del nostro?

In Germania c’è più competenza che in Italia, il Bayern ha fatto 2 triplete in 7 anni, la stessa Premier League compra più di tutti nella Bundesliga ormai da anni: i nomi sono tantissimi, la lista è talmente lunga che a farla si rischia di dimenticare qualcuno di importante. C'è più competenza a tutti i livelli, è brutto dirlo ma è così. Faccio l'esempio del Leverkusen con Kevin Volland, ma di esempi ce ne sono moltissimi: si spende bene, si programma meglio, e si investe benissimo e tanto nei giovani (vedi lo Shalke 04 per esempio). Si lavora tantissimo nei settori giovanili anche e soprattutto in termini di qualità di staff tecnici.padel69 freeTime ilmamilio

Quindi, alla serie A di oggi cosa serve per colmare un gap che appare evidente?

Difficile fare pronostici: tutto può cambiare con la ripartizione dei diritti televisivi. Nei giorni scorsi in radio ho dato la maggior parte delle colpe a UEFA e FIFA. Non si può pensare che il fatto che vincano sempre gli stessi nei principali campionati europei sia casuale. Tutto dipende dai soldi, se non si mettono in campo azioni per una ripartizione più equa dei diritti e delle risorse, non ce ne sarà più per nessun altro che non siano le solte. Lo stadio conta sempre di meno: la disparità è ormai enorme, con le entrare da diritti tv oggi le entrate da botteghino sono quasi ininfluenti. Ce ne accorgiamo bene quest'anno: il circo del calcio va avanti quasi come se nulla fosse nonostante gli incassi da botteghino siano a zero per colpa della pandemia.

Cosa dire, infine, della tua Lazio?

Il fatto che Inzaghi abbia un contratto in scadenza non è un caso, esattamente come accaduto 2 anni fa quando tutti ricordano l'incolore campionato poi salvato dalla vittoria della coppa Italia. Ma è un vero peccato, perché come rendimento siamo tra i migliori pur non essendo forse da top 4 in fatto di rosa. Con più attenzione, chiaramente anche in fase di mercato, si potrebbe fare davvero tantissimo. Ma la sconfitta di Bologna non mi è piaciuta per niente: non c'è stata "elettricità", la squadra dopo il gol è stata passiva. Purtroppo se l'attacco non gira non possiamo fare affidamento sulla difesa. Uno 0-0 della Lazio non riesco ad immaginarlo e questo credo sia grave.

E nella squadra di Radio Sei, in quale giocatore della Lazio Elmar Bergonzini si identifica?

Direi Manuel Lazzari: altri sono più importanti, ma io credo di fare il mio e mi impegno per fare sempre meglio.

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