Allungare l’anno scolastico per recuperare la didattica "persa": Mario Draghi comincia dalla scuola?

Pubblicato: Lunedì, 15 Febbraio 2021 - redazione attualità

draghi mario4 ilmamilioFRASCATI (politica) - Il nuovo premier, chiamato a sfide estramamente impegnative, si è lasciato sfuggire nei giorni scorsi l'ipotesi di tenere gli studenti in Aula fino a luglio

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Il nuovo Governo Draghi, accompagnato dalla lista dei 23 ‘’nuovi’’ ministri, ha giurato fedeltà al Quirinale il 13 febbraio scorso, di fronte al Capo dello Stato Sergio Mattarella.

La sua priorità è la sanità, la campagna vaccinale che va davvero iniziata e portata a termine. Nonostante le emergenze primarie, nel giorno del giuramento dei nuovi titolari dell’esecutivo, si è parlato anche di scuola e del presunto recupero della didattica "persa per via della pandemia".

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Gli insegnanti, che operano in un settore basilare di servizio pubblico, risultano tra i cittadini che primi tra tutti avranno a disposizione il vaccino anti-covid; si intravede anche la volontà di prolungare l’anno scolastico, secondo alcuni addirittura fino a luglio, così come era trapelato nei giorni scorsi. Una possibilità che però il premier, affiancato dal nuovo ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, dovrebbe valutare attentamente.

 

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Difficile calare nella realtà delle scuole italiane le poche parole, per ora, spese da Draghi come riportato dai suoi interlocutori: certo è che il nuovo Governo avrà nel suo programma misure ‘’strutturali’’ per rilanciare l’istruzione e, del resto, nel Recovery plan ci sono 29 miliardi a disposizione di riforme e miglioramenti del settore. Se si confermasse l’estensione del calendario scolastico sarebbe indispensabile avere negli istituti aule dotate di condizionatori d’aria, e il tempo per farlo non risulterebbe sufficiente, come anche i fondi.

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Il dibattito mediatico verificatosi in questi giorni, a seguito dell’eventualità del prolungamento delle lezioni, ha dato alla luce uno profondo sgomento del personale scolastico e degli studenti stessi, protagonisti di questo nuovo capitolo nel mondo dell’istruzione, italiana e internazionale, intitolato "didattica a distanza".

"La scuola non ha mai abbandonato, ma anzi, ha accompagnato i ragazzi in questo momento di incertezza e difficoltà, in questo periodo storico in cui l’intero Paese è stato semi paralizzato. Periodo in cui è emerso il dovere di reagire con creatività, con resilienza attiva", queste sono le parole che un docente, Rosario Melissa, ha indirizzato al premier, in nome del corpo docenti e degli studenti, delusi dall’intervento di Draghi, il quale mostra di dare per scontato che nulla, o quasi, fino ad oggi sia stato fatto.

"Le lezioni sono “sempre” andate avanti anche se lo schermo di un pc ha sostituto la lavagna’’, continua il docente nella lettera, ‘’in poche parole la scuola non si è mai fermata", dichiara, ed effettivamente si ha come la percezione che quanto finora costruito insieme tra docenti, alunni, genitori e tutta la comunità scolastica, sia stata esclusivamente una perdita di tempo.

Emerge poi la problematica dello slittamento degli Esami di Stato, nel caso si approvasse l’estensione delle lezioni per tutto il mese di luglio, le cui modalità non sono poi ancora state definite. Il nuovo presidente sembra, dunque, non aver inquadrato, se non superficialmente, la delicata situazione che il corpo docenti ha dovuto maneggiare nei mesi trascorsi, garantendo, per quanto possibile, una didattica salda e continua.

Giorgia Gastrighelli, 5^ F liceo Linguistico Marco Tullio Cicerone, Frascati

Alexandra Biale, 5^ F liceo Linguistico Marco Tullio Cicerone, Frascati

Foto da Wikipedia

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