COVID, oggi dati monitoraggio Iss. Chi rischia zona rossa e arancione dall'11 gennaio

Pubblicato: Venerdì, 08 Gennaio 2021 - redazione attualità

Controlli antidroga dei Carabinieri: 5 pusher in manette. Compagnia  Frascati arresta un 49enneROMA (attualità) - Oggi ancora in zona gialla rafforzata, 9 e 10 arancioni

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Italia in 'zona gialla rafforzata' oggi 8 gennaio, in attesa dei nuovi dati del monitoraggio Iss che potrebbero spedire regioni in zona arancione o rossa -in base all'Rt e agli altri parametri- con misure e regole più rigide. 

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L'attuale disposizione sparirà comunque a mezzanotte, quando si concretizzerà l'inasprimento delle misure nel nel weekend di sabato 9 e domenica 10 gennaio con l'arrivo della zona arancione.

Oggi, comunque, prenderà forma la cartina dell'Italia dall'11 gennaio, quando torneranno regioni in zona arancione ed eventualmente zona rossa. I dati del monitoraggio settimanale dell'Iss consentiranno di fare il punto sul quadro dell'epidemia. Andrà valutato l'indice Rt: con l'indice superiore a 1 si va in zona arancione, oltre 1,25 significa zona rossa. Un tassello per la 'pagella' è rappresentato dalle condizioni dei reparti di terapia intensiva: in molte regioni, dopo alcune settimane di 'tregua', si supera la soglia critica di occupazione dei posti letto per pazienti Covid-19 fissata al 30% dal ministero della Salute.
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Se la media nazionale è stabile, ormai dal 23 dicembre, esattamente sul 30% (ad eccezione di un lieve calo al 29% registrato il 30 dicembre), sono ben 11 le regioni a 'sforarla', con la punta massima registrata dalla Provincia autonoma di Trento che tocca quota 50%, come dagli ultimi dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), aggiornati al 6 gennaio.

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Il 50% della Pa di Trento è seguito da Lombardia con il 38%, Umbria, Friuli Venezia Giulia e Provincia autonoma di Bolzano al 35%, Veneto (34%), Puglia (33%), Lazio (32%), Marche, Piemonte ed Emilia Romagna al 31%). Ferma sul 30% la Liguria. Si attestano al 26% Molise, Toscana e Sardegna, al 21%, Sicilia e al 24% l'Abruzzo. Livelli più bassi in Campania (16%), Calabria (13%) e Basilicata e Valle d'Aosta (5%).

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