STORIE & METALLO - Il Vesuvio fumante all'alba della nuova Europa. L'Esposizione dell'industria marittima di Napoli del 1871

Pubblicato: Mercoledì, 06 Gennaio 2021 - Marco Caroni

medaglia vesuvio ilmamilioROMA (attualità) - Il prestigioso appuntamento internazionale arrivava nei caldissimi mesi degli stravolgimenti degli equilibri europei

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E' un'Italia giovane e rampante, che ha da poco completato il proprio complesso ciclo risorgimentale facendo di Roma, poco più di due mesi prima, la Capitale del Regno.

E' il 17 aprile del 1871 quando, presenti il principe di Piemonte Umberto I (re dal 1878) e la principessa di Piemonte Margherita di Savoia, a Napoli si apre l'Esposizione internazionale delle industrie marittime: secondo evento nel suo genere, dopo quello di Le Hàvre nel 1868 nella Francia di quel Napoleone III che proprio nei mesi precedenti era stato deposto dopo la sanguinosa disfatta di Sedan.

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Napoli trasuda eccitazione e fermento, non solo per il prestigioso evento per il quale viene realizzato un apposito padiglione sul lungomare dell'Immacolatella, ma anche perché dopo il mezzo secolo da Capitale del Regno delle Due Sicilie, c'è tutta da definire la propria nuova collocazione e centralità nell'Italia di Vittorio Emanuele II. E l'Esposizione internazionale dice proprio che la città partenopea è comunque entità di rilievo.

Alle falde del Vesuvio arrivano molte rappresentanze di Paesi esteri: gli amici del Regno Austro-Ungarico (un'alleanza d'armi e commerci durata per decenni, fino al 1915), l'Olanda, la Spagna, l'Inghilterra e finanche la Francia, alle prese con i primissimi mesi della Terza Repubblica dopo la sconfitta nella guerra contro la Prussia sancita dall'armistizio del 28 gennaio precedente.

La storia di quei mesi è un intreccio di alleanze e Regni che cadono e che rinascono: l'Italia tenta di costruirsi una credibilità unitaria, della Francia s'è detto, l'Inghilterra della longeva Regina Vittoria è tra i Paesi più stabili dello scenario internazionale mentre il primo Impero tedesco (il Secondo Reich) di Guglielmo I è, insieme all'impero di Francesco Giuseppe, tra quelli in più forte sviluppo.

 

Per premiare gli espositori vengono coniate delle medaglie in oro ed argento, poi ci sono quelle in bronzo (di terza classe) destinate forse ad ulteriori premi ma anche a divenire tondelli commemorativi. A dominare il rovescio c'è una splendida veduta del golfo di Napoli, con navi alla fonda e, sullo sfondo, un Vesuvio fumante di fronte al sole raggiante.

Di grande modulo (almeno tre vesioni note, 65, 71 e 73,5 mm), la medaglia - bellissima - è firmata da Luigi Arnaud, incisore, un vero mostro sacro della medaglistica e della monetazione borbonica.

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Non può non destare curiosità proprio il temutissimo vulcano partenopeo. Arnaud, come detto, lo rappresenta fumante: per una mera scelta scenica o perché effettivamente in attività in quei mesi?

La seconda opzione appare la più probabile. Il Vesuvio si era fatto sentire molto bene nel 1855, dopo l'altrettanto spettacolare eruzione del 1848. Proprio nei mesi dell'Esposizione infatti il vulcano sta preparandosi alla grande eruzione, accompagnata da una enorme emissione di fumo dell'aprile 1872.

Per vedere di nuovo il Vesuvio eruttare bisogna attendere poi il 1906 (eruzione disastrosa, con oltre 300 vittime): quindi, un lungo silenzio, e la famosa eruzione del 1944, in pieno periodo bellico. Poi il silenzio.

 

Un silenzio lunghissimo che da una parte certifica l'allungamento del ciclo di attività del vulcano ma dall'altra impone un'osservazione strettissima degli indicatori. 

Che il Vesuvio sia un vulcano in pienissima attività è un dato di fatto certo: che una nuova eruzione, dopo ormai 77 anni di silenzio, sia prevedibile è altrettanto certo.

Un vulcano che insieme all'Etna (che però è di tipo effusivo e non esplosivo) e al gigantesco Marsili (una montagna sottomarina alta 3mila metri appartenente all'arco delle Isole Eolie, tra Sicilia e Calabria) rende l'Italia uno dei Paesi geofisicamente e vulcanoligicamente più interessanti del mondo.

Ma questa, davvero, è un'altra storia. Anche se ci piacerebbe vederla comunque raccontata in arte dall'Arnaud...

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Per info sulla medaglia: 331.91 88 520

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