Crisi Lazio: ecco perché non si può più vivere (e vincere) di sola rendita

Pubblicato: Lunedì, 04 Gennaio 2021 - redazione sportiva

curvaNord4 ilmamilioROMA (calcio) - Da Tare a Inzaghi, dalla campagna indebolimento a Lulici. Tutti sotto accusa, Lotito per primo

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La crisi è ormai un dato di fatto, palese e lampante. Tangibilissimo e non da oggi. Crisi nel gioco e nel risultati ma ancor più nell'atteggiamento.

Basti guardare le ultime due gare: con meno errori, ma neanche troppi di meno, la Lazio oggi avrebbe dovuto trovarsi con 3 punti in più. Il pareggio di Milano, buttato alle ortiche anche per colpe specifiche nella gestione degli uomini da parte di Inzaghi e la vittoria di Marassi, contro un Genoa che alla fine del primo tempo doveva essere messo sotto di 0-3.

Ed invece no. Ancora una volta la Lazio, nelle parole del suo tecnico piange sul latte versato nell'insensatezza delle scelte di mercato, delle scelte nei cambi (inesorabili figlie delle prime) e nella resa di un gruppo incomprensibile.parcoUlivi pubb3 ilmamilioseLasai ilmamilio

Senza andare troppo lontano, nell'azione che la Lazio ha dilapidato verso il 70' c'è tutto: un Lazzari che pensa di essere un treno paralizzato sul suo binario e non è in grado di tirare tutto solo a 5 metri dalla porta e un Caicedo (incolpevole nella circostanza) che chiede chiede chiede spazio ma poi ieri, a tirare le somme, non ne ha strusciata una.

NON SI VIVE (E VINCE) PIU' DI SOLA RENDITA - Il problema però, è chiaro, è a monte. E' nei manici. Inutile girarci intorno.

 

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Perché non si campa più di sola rendita. Perché il campionato, pur in tempi bui di covid, corre veloce e la Lazio oggi è 9^, ben peggio del campionato di due anni fa quando solo la vittoria (volesse Dio...) della coppa Italia salvò una stagione fortemente deficitaria.

Non può vivere più di sola rendita in primis Tare. I colpi di Luis Alberto e Miljnkovic sono più che datati e da quelli in poi in biancoceleste sono arrivate solo modeste comparse. Esattamente come temuto dai tifosi, quello che doveva essere un mercato di rafforzamento in vista dell'importante ed impegnativo appuntamento con la Champions' è stato il mercato della vacche magre. Si salvano, al momento, solo il povero Reina e il discreto Escalante. Il resto può serenamente andare via.

Ma il problema è sempre lo stesso: che i giocatori scarsi non hanno mercato. E che resteranno alla Lazio bloccando anche il prossimo mercato perché, a quanto pare, solo alla Lazio si continuano ad avere problemi di slot, di posti liberi, di vincoli vari. Assurdo.

Esperienza al capolinea per il direttore sportivo.

 

Non può vivere di sola rendita il nostro Simone Inzaghi. Dio ce lo preservi, ma così non ha più senso. Anche Inzaghi è in confusione e se da mesi si assiste al solito patetico balletto del rinnovo del contratto, non è un caso. 

Il mister da mesi è costretto a fare di necessità virtù ed alla lunga la virtù finisce e restano i fichi secchi. Eccoli tutte nelle pessime prestazioni viste in casa Samp, all'Olimpico contro Udinese e Verona, ma anche contro lo Spezia (vittoria casuale), Benevento, ieri il Genoa.

Se Inzaghi deve andate via lo faccia. Basta con queste sostituzioni al 75° che stravolgono la squadra e MAI danno qualcosa in campo. Basta così. Se la zuppa è questa, possiamo passare oltre.

 

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Non si può vivere di sola rendita con Lulic. Il capitano era già spompato prima del calvario che ha iniziato ad attraversare dallo scorso febbraio. E' assurdo pensare di attendere lui per scegliere se rinforzare o meno una rosa che da anni è in sofferenza sugli esterni. Semplicemente folle.

L'imputato principale resta il presidente Lotito. Per tutti i motivi sopra espressi. Le colpe sportive dei singoli, sono le sue colpe cumulative. E, Lotito per primo, non può vivere della rendita - recente - di aver riportato una Lazio in Champions' dopo tanti anni (ma la colpa di chi era?) e di averla lasciata squagliarsi nel men che modesto campionato 20-21.colline201023 ilmamilio