Frascati Scherma: la Di Quinzio a tutto tondo tra insegnamento, preparazione atletica e arbitraggio
Pubblicato: Venerdì, 11 Dicembre 2020 - Redazione sportiva
“La mia passione per la scherma è nata tramite la scuola – racconta la Di Quinzio – Iniziai in una piccola società di Nettuno visto che abitavo ad Anzio, poi dopo qualche anno decisi di spostarmi a Frascati in una palestra più grande e in un club più organizzato. Devo ringraziare i miei genitori che hanno fatto tanti sacrifici per portarmi agli allenamenti in quegli anni”.
La passione della fiorettista è rimasta intatta anche quando la Di Quinzio ha smesso di fare assalti in pedana e si è dedicata all’attività magistrale e successivamente anche al lavoro di preparatrice atletica: “Poco meno di dieci anni fa ho lasciato le competizioni, il mio destino era quello di insegnare ai bambini e infatti ora seguo i piccoli atleti dai 5 ai 7 anni che fanno avviamento alla scherma. Da tre anni, sfruttando anche il mio percorso universitario (è laureata in Scienze motorie, ndr), mi sono dedicata al lavoro di preparatrice atletica: il mio primo allievo è stato Federico Colamarco che seguo tuttora. Sono contenta della fiducia che mi ha dimostrato e della crescita che ha espresso in questi mesi insieme. Ora seguo anche un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni che stanno facendo soprattutto un lavoro di “mantenimento” in un periodo così complicato e particolare come questo. Questi atleti di diversa età sono due mondi opposti: per i più piccoli devi essere un punto di riferimento e non si può essere troppo rigidi. Dai ragazzi più grandi, invece, pretendo maggiore precisione e concentrazione, pur avendo un atteggiamento “da amica” nei loro confronti”.
La chiusura riguarda l’ottimo percorso arbitrale che la Di Quinzio sta portando avanti da una decina d’anni: “Una cosa nata per gioco, tramite Alessandra Nucci che era un bravissimo arbitro: è stata lei a introdurmi in quel mondo. Ho iniziato da piccole gare fino ad arrivare a quelle internazionali. Il fatto di essere stata un’atleta mi porta ad avere un approccio di grande concentrazione durante gli assalti: so quali sacrifici fanno gli atleti e i loro maestri e questo mi aiuta durante la conduzione arbitrale”.