STORIE - Gallicano nel Lazio, la leggenda del gallo che salvò la città

Pubblicato: Lunedì, 05 Ottobre 2020 - Giulia Bertotto

GALLICANO NEL LAZIO (attualità) - La prima menzione scritta in cui si parla del Castello di Gallicano risale al 984 ed è il documento con cui Giovanni e Crescenzio, principi, donano la Chiesa di San Benedetto agli abitanti del Castrum Gallicani

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Gallicano nel Lazio, si trova alle falde dei Monti Prenestini, tra le gole di due torrenti che hanno creato sprofondi da vertigine e terrazzamenti suggestivi.

Era stato scelto dai primi abitanti proprio per la posizione di difesa e vedetta. Coincideva, in epoca romana, con l'antica Pedum, una delle più importanti città della Lega Latina, situata tra Tibur e Praeneste.

Dopo complesse vicende politiche e militari fu definitivamente sottomessa dai Romani nel 417 a. C.

 

La prima menzione scritta in cui si parla del Castello di Gallicano risale al 984 ed è il documento con cui Giovanni e Crescenzio, principi, donano la Chiesa di San Benedetto agli abitanti del Castrum Gallicani. In seguito lo cedettero ai monaci benedettini di Subiaco, i quali fortificarono il castell, sull'altura di tufo su cui ancora oggi sorge il paese. Nel sec. X Gallicano è già un castello, come risulta dal diploma di Ottone III, che ne conferma l'attribuzione al Convento di S. Andrea al Celio.

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Ma da dove deriva il nome di questo paese?

Secondo una tradizione popolare del luogo, una notte, un gruppo di soldati, al servizio della nemica famiglia Rospigliosi (aristocratici di Pistoia), tentò di attaccare la cittadina, approfittando del riposo degli abitanti. Ma un cane iniziò ad abbaiare contro gli sconosciuti. Un gallo gli fece eco e con il suo insistente canto risvegliò dal sonno la popolazione. La gente si armò di lance, spade e tutto ciò che gli capitò a tiro, respingendo gli invasori. Da allora la cittadina, per rendere omaggio a coloro che avevano, senza volerlo, salvato la cittadina dall'occupazione, prese il nome,con cui la si conosce ancora oggi, di Gallicano. L'icona zoologica salvifica è ancora presente sullo stemma del comune.

Gallicano nel Lazio per distinguerlo dal paese toscano di Gallicano. Qui però vi ebbe un fondo il nobile Gallicano, console e amico di Costantino il Grande, da cui secondo alcuni studioso deriva il nome moderno.

I rapporti tra Gallicano e le famiglie nobili romane e laziali furono per anni intensamente travagliate. La città venne espugnata, venduta e ceduta più volte.

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All'inizio del XV secolo Niccolò e Giovanni Colonna sono i signori di Gallicano. I due tentano senza successo di espugnare Roma con alterne vicende fino al 1435, anno in cui si arriva ad un accordo di pace fra gli Orsini, i Colonna e il pontefice. Ma solo l'anno successivo il trattato viene rotto e Lorenzo Colonna si allea con i Savelli per prendere Roma. Giovanni Vitelleschi, inviato dal Papa a sedare la rivolta, trionfa su i Colonna e i Savelli e prende possesso di Passerano, Gallicano, Zagarolo e S. Giorgio. In seguito Gallicano ritorna nuovamente nelle mani dei Colonna che si riappacificano con il Papa, Eugenio IV. Nel 1622 Pierfrancesco Colonna vende Gallicano al Cardinal Ludovisi, che a sua volta lo vende nella metà del Seicento ai Rospigliosi. Fino al 1848 Gallicano resterà ai Pallavicini-Rospigliosi, anno in cui sono costretti a cederlo a Pio IX.

Oggi se ci si reca in questo paese è d'obbligo la visita alla via Francigena, antico sentiero di pellegrinaggi tra i più importanti della storia occidentale e cristiana, l'itinerario degli acquedotti e il Ponte Amato, ponte romano che consentiva all'antica via Prenestina di superare la valle del fosso Scalelle, la Chiesa del San Pastore.

 

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