STORIE - Grottaferrata: un destino su cui veglia l'abbazia di San Nilo

Pubblicato: Mercoledì, 16 Settembre 2020 - Giulia Bertotto

GROTTAFERRATA (attualità) - Dalla data della svolta, il 1004, e per un certo periodo, la storia della città andò a coincidere con quella del complesso abbaziale

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Anche se la città di Grottaferrata fu abitata fin dal 1000 a.C, la nascita di Grottaferrata come centro urbanizzato (seppur antico) è indissolubilmente legata all'Abbazia di San Nilo, eretta nel 1004. in epoca romana non vi erano ancora insediamenti rilevanti, eccetto alcune ville di ricchi personaggi come Marco Tullio Cicerone. Data la vicinanza con l'importante città di Tusculum, venne probabilmente evangelizzata da Paolo di Tarso e San Pietro apostolo.

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Dalla data della svolta, il 1004, e per un certo periodo, la storia della città andò a coincidere con quella del complesso abbaziale.

Il nome stesso deriva da Cryptaferrata, una cella sepolcrare del V secolo, sulla quale S. Nilo fondò il sito sacro. L'abate Nilo da Rossano, detto anche Nilo il Giovane, si ispirava alla regola di San Basilio, eremita e amanuense.

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Ottenne la concessione per edificarla da conte Eugenio di Tuscolo. San Bartolomeo, discepolo di San Nilo, completò i lavori e innalzò la chiesa, consacrata nel 1025 da Papa Giovanni XIX. Eppure san Nilo morì senza riuscire a vedere compiuta l'opera, mentre le sue reliquie si trovano ancora all'interno dell'abbazia.

Molti pontefici abitarono l'abbazia e quindi la sua città, moltissimi altri la visitarono. Ma la sua non fu solo una storia di splendore e contemplazione del divino. Venne più volte profanata, invasa e saccheggiata da Guiscardo e Barbarossa. Quando i suoi monaci vennero cacciati, li ospitò il monastero del Sacro Speco di Subiaco. E solo dopo trent'anni, vi poterono tornare.

Grottaferrata subì danni e rovina da parte di Federico II di Svevia, Ladislao di Napoli, Antonio di Pontedera. Proprio per questo Giulio II fece elevare le mura a fortificazione, che ancora oggi circondano l'edificio religioso. Nel 1605 l'abbazia e la sua città venne sottoposta alla commenda (un tipo di contratto feudale medievale), sotto i Colonna. In seguito ai Farnese e ai Consalvi. Fino all'abolizione del feudalesimo.

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Oggi il suo territorio è in gran parte coltivato a vigne, e con il suo pregiato vino si possono gustare le tipiche coppiette e la porchetta, chiudendo il pasto con le ciambelle al mosto (di provenienza marinese). La città su cui veglia l'abbazia è oggi un comune elegante e colto dei Castelli Romani.

 

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