Ciampino, l’epilogo di Via Reverberi secondo Muzi e Abbondati

Pubblicato: Venerdì, 10 Luglio 2020 - Silvia Martone

CIAMPINO (politica) - Abbondati “senza vantaggi per il quartiere viene meno la ratio con cui nasce un Piano integrato”; Muzi “Biblioteca e Teatro, servizi per tutti i ciampinesi”

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La faccenda relativa alla “variante di Via Reverberi”, ovvero il Programma Integrato di intervento localizzato in Via Reverberi”, sembrerebbe a detta del Comunicato della Sindaca Ballico, essere giunta a conclusione. Abbiamo cercato di ripercorrere tappa per tappa il lungo iter che dal 2015, quando l’Amministrazione era un’altra, ha portato alle decisioni prese oggi in merito alla questione urbanistica. Lo abbiamo fatto con Guglielmo Abbondati, già consigliere e Assessore all’Ambiente a Ciampino e oggi esponente di Europa Verde e con Marcello Muzi, attuale Assessore all’Assetto del Territorio nella Giunta Ballico.

Innanzitutto l’adozione del “Programma Integrato di Intervento localizzato nel Comune di Ciampino in Via Reverberi angolo Viale Kennedy e Via Lucrezia Romana”, risale al 2015, quando con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 122 del 30 luglio l’allora Amministrazione del Comune di Ciampino ha deciso di adottarlo.  

“Il Piano integrato di intervento è uno strumento che può essere utilizzato in deroga ai Piani Regolatori Generali per il risanamento di particolari tessuti urbani, degradati, dove sono necessari interventi di riqualificazione” ci ha spiegato Guglielmo Abbondati (Europa Verde). “In generale dovrebbe essere il Comune a individuare sul proprio territorio quali sono le aree da riqualificare attraverso questo strumento e attraverso un bando pubblico raccogliere eventuali proposte di privati con cui costruire un programma complesso di intervento, individuare il soggetto con cui fare l’accordo per la realizzazione dell’opera pubblica”.

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Tuttavia, e qui risiede la particolarità e complessità del caso Via Reverberi, la proposta di modifica urbanistica è partita da un privato, ovvero la società ERRECI, la quale aveva acquistato i terreni dalla proprietà originale, che sulla base di una sentenza del Tar del 2012 vantava un credito nei confronti dell’Amministrazione Comunale, a causa dell’esproprio del terreno adiacente a via Fratelli Spada avvenuto negli anni 90. Quindi il Comune di Ciampino avrebbe dovuto pagare un indennizzo al proprietario dell’area di una cifra non precisamente quantificabile, ma senz’altro inferiore al milione di euro.

Successivamente un accordo tra la società proprietaria dei terreni e il Comune ha previsto l’estinzione del pagamento della suddetta cifra in cambio della modifica della destinazione d’uso del terreno. Se prima dell’accordo, il Piano Urbanistico Attuativo originario prevedeva la cessione gratuita di 5 ettari per la realizzazione di un parco pubblico, a fronte d’interventi privati da destinare per il 7% a nuove residenze e per il 93% a servizi privati, dopo l’accordo la variante urbanistica introdotta dal “Piano integrato” ha previsto un cambio di destinazione d’uso con 53% residenziale e 47% commerciale, con un conseguente innalzamento del valore commerciale dell’area. In un contesto simile sostiene Abbondati “Non meno del 50% di ciò che l’imprenditore realizza deve essere ceduto in opere pubbliche per il territorio”.

Tornando all’excursus storico, si sono susseguiti atti del Comune e della Regione Lazio, in merito alla variante di via reverberi, che sottolineano proprio la necessità di offrire delle opere pubbliche per i cittadini a compensazione dell’utilizzo del territorio pubblico per scopi privati. In particolare la Determinazione Dirigenziale N. G01770 del 17/02/2017 e la Deliberazione Regionale del 30 gennaio 2020 n.39, prevedono degli interventi quali ad esempio spazi verdi, lavori di viabilità, piantumazione di alberi e servizi per i cittadini.

Il tutto dovrebbe ricadere nel quartiere di intervento della variante, ovvero la Folgarella, dove oltre ai palazzi dovrebbero sorgere anche tutti i servizi pubblici.
È su questo punto che si sono levate le principali voci di opposizione alla scelta della Giunta Ballico di destinare i proventi della compensazione dell’edificazione di via  Reverberi, 1 milione e 100 mila euro, dovuti dalla società ERRECI, alla ristrutturazione della Biblioteca comunale e all’ultimazione del teatro.

L’Assessore all’Assetto del Territorio Marcello Muzi, che quando si votò per la variante di via Reverberi, era Presidente del Consiglio Comunale, ci ha confermato che allora non votò l’intervento tanto che, come emerge dal verbale del 30 luglio 2015, abbandonò il consiglio.

Tuttavia oggi le cose sono cambiate “Innanzitutto nella zona di via Reverberi è emerso che non ci sono terreni del Comune su cui destinare le opere pubbliche in questione. Il 24 maggio 2019, a due giorni dalle elezioni comunali, la Commissaria Moscarella adottò un provvedimento con il quale stabiliva che l’area su cui creare il “ristoro”, doveva essere via Bruxelles, ovvero un quartiere che si trova da tutt’altra parte rispetto alla Folgarella. Questo evidenzia l’impossibilità di avviare le opere di riqualificazione nel luogo dove la società costruirà le nuove abitazioni” ci chiarisce Muzi, e prosegue “Come Amministrazione abbiamo ereditato dal passato la questione e oggi ci sembra giusto chiuderla con la riqualificazione della Biblioteca e del Teatro, opere che hanno bisogno di essere completate”. Si tratta però sempre di un quartiere diverso da quello della Folgarella, gli facciamo notare e ci risponde “La Biblioteca e il Teatro sono servizi di cui usufruiranno tutti i cittadini di Ciampino, indifferentemente”.

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Gli ricordiamo però che prima delle elezioni la Sindaca Ballico aveva promesso durante un’Assemblea nel quartiere Folgarella che avrebbe destinato lì le opere pubbliche di compensazione. L’Assessore ci ha risposto che la Sindaca non era ancora a conoscenza del fatto che il terreno su cui doveva essere realizzato il ristoro non era del Comune Ciampino. “Tuttavia in quel quartiere si faranno opere in futuro” assicura.

Rispetto alle prescrizioni della Regione, Abbondati contrario sin dall’inizio all’adozione del Piano, ci spiega “La variante urbanistica introdotta da questo Piano integrato ha previsto un cambio di destinazione d’uso con 53% residenziale e 47% commerciale, con un conseguente innalzamento del valore commerciale dell’area e chi costruisce deve cedere in cambio per il territorio opere e servizi. Se oggi realizzi l’opera pubblica al di fuori del quadrante nel quale l’impresa costruisce, quindi al di fuori della Folgarella, viene meno tutta la ratio per cui tu avevi fatto la variante del piano urbanistico, ovvero la riqualificazione dell’area. Dunque ci potrebbe essere il rischio che la Regione possa annullare in autotutela il provvedimento”.

E allora saremmo punto e da capo, aggiungiamo noi.

L’Assessore Muzi ci ha confermato che l’inizio dei lavori per Biblioteca e Teatro sarà tempestivo, il tempo di firmare la convenzione e poi iniziare l’iter burocratico. Il tutto dovrebbe concludersi in tre anni, salvo eventuali complicazioni non imputabili al realizzatore.

Di fatto, nella seduta consiliare del 3 luglio scorso è stato deciso che, contrariamente a quanto prescritto dalla Commissaria Moscarella ovvero che l’opera pubblica va realizzata prima dell’intervento privato, adesso il costruttore potrà invece prima costruire le case e poi iniziare i lavori pubblici. Restiamo in attesa di sviluppi.

 

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