Marino, l'Auditorium Grassi accoglie 'Cappuccetto rotto', il teatro come terapia
Pubblicato: Venerdì, 13 Ottobre 2017 - redazione eventiHo lavorato e scritto come se avessi di fronte dei professionisti”
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Un progetto che nasce, dunque, dalla comunione di numerose realtà e al quale hanno voluto dare la loro adesione morale, attraverso il patrocinio, anche il gruppo marinese della Caritas e il Comune di Marino (Roma). Co-organizzatrice dell’evento anche la Chiesa Valdese che ha potuto finanziare l’iniziativa grazie ai fondi dell’8 per mille.Abbiamo parlato dell’iniziativa proprio con il maestro Mario Alberti, alle prese con le prove generali dello spettacolo.
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“Cappuccetto rotto vuole rappresentare anzitutto proprio quello che evoca: un copricapo rammendato intorno al quale, tuttavia, come vedranno gli amici che vorranno assistere alla rappresentazione, accadono fatti e si sviluppano tematiche come il bullismo, l’ambientalismo, della tutela della flora e della fauna che ci riportano all’attualità più stretta. Un impegno bello – prosegue il maestro - portato avanti con passione da tutti i protagonisti del lavoro, in primis i ragazzi e le loro famiglie, quindi tutta la struttura organizzativa che con grande serenità è riuscita a portare a termine un lavoro di assoluta qualità”.
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Alberti ci tiene a sottolineare come l’opera, i dialoghi, la sceneggiatura, non siano una riduzione ma “un testo originale che ho scritto come se fosse diretto a una compagnia teatrale professionistica. Per questa ragione mi sono rapportato con i nostri attori proprio come se avessi avuto davanti dei professionisti, ottenendo a mio giudizio un risultato straordinario a tal punto che, paradossalmente, la stessa prima teatrale diventa quasi meno importante rispetto alla meraviglia del percorso compiuto di cui abbiamo goduto tutti insieme: i ragazzi, i loro genitori (anche loro sul palco ndr) gli operatori. Per questo siamo tutti veramente contenti, tanto che non faccio alcuna fatica a dire che più del fatto di aver scritto testi e musiche, quello da cui sento di aver ricevuto di più è proprio il rapporto con questi ragazzi. Sembra retorica ma garantisco che non lo è. Ho scoperto un mondo meraviglioso e quindi sono felice di aver realizzato questo progetto, di aver collaborato con la Gnosis e di aver incontrato tutte persone straordinarie. Spero che tutto questo sia valutato bene dal pubblico che verrà a vedere la rappresentazione”.