Roma, premio Covid agli operatori sanitari dimezzato dalle tasse. Proteste anche dagli ospedali dei Castelli

Pubblicato: Giovedì, 25 Giugno 2020 - Redazione attualità

ROMA (attualità) - La premialità in busta paga è toccata a tutto il personale che durante l'emergenza è stato altamente esposto al rischio di contagio da Covid-19

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Pubblichiamo una nota del sindacato USB Pubblico Impiego – Sanità sul cosidetto “premio Covid” riservato al personale sanitario impegnato in corsia durante l’emergenza per il contagio da Coronavirus dei mesi scorsi. I sindacalisti lamentano come i mille euro di premio, siano di fatto dimezzati a causa di un’eccessiva tassazione. Lamentele giungono anche dal personale sanitario operante nei nosocomi dei Castelli Romani.

“Dopo tanta demagogia, dopo la stucchevole retorica degli “eroi”, gli impegni e le promesse, ancora una volta si rivela la totale mancanza di rispetto verso il personale del Servizio Sanitario che, incensato e adulato mentre gestiva senza sicurezza e senza DPI l’emergenza, viene nuovamente deluso nelle aspettative e viene prontamente rigettato nel dimenticatoio.

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I frutti avvelenati, le contraddizioni e le opacità degli accordi regionali sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil in merito al così detto “premio Covid”, cioè i premi economici destinati ai lavoratori che nel periodo dell’emergenza pandemica sono stati più esposti al pericolo di contagio, stanno palesandosi per quello che sono, man mano che passa il tempo e che a tali accordi si dà applicazione: un imbroglio.

E in questo ritorno alla triste e pericolosa normalità pre-Covid accade che nel Lazio i tanto sbandierati 1000 euro di premio diventano, dopo robusta tassazione, 520 in busta paga. E accade che in Toscana la somma stanziata dall’accordo fra Regione e sindacati, risulti insufficiente a tal punto da bloccarne l’erogazione ai lavoratori in attesa che vengano rifatti, logicamente al ribasso, i conteggi. Ma non solo, anche le prestazioni aggiuntive, cioè il lavoro straordinario retribuito in maniera maggiorata, effettuate durante l’emergenza Covid e proprio per questo maggiorate, sono al lordo dei così detti “oneri riflessi” cioè l’Irap che dovrebbe essere in capo alle Aziende Sanitarie e così l’infermiere, l’Operatore Socio Sanitario, il Tecnico Sanitario si ritrovano a essere premiati per il loro impegno con una doppia tassazione.

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E la stessa cosa succede in Lombardia dove addirittura per cercare di mascherare l’imbroglio, con il più classico gioco delle tre carte, gli oneri riflessi vengono pagati dalle Aziende, ma con i soldi stanziati dal governo e destinati all’incremento dei fondi contrattuali, cioè con i soldi dei lavoratori stessi. Una vera e propria truffa (guarda il nostro video di spiegazione sul tema https://www.youtube.com/watch?v=3i2weEy8_lQ ).

Tutto questo purtroppo era ampiamente prevedibile, come prevedibile era che le Regioni si muovessero in ordine sparso sia sulle modalità di erogazione del premio sia per quanto riguarda le somme stanziate, in alcune drammaticamente insufficienti come nelle Marche in altre, ancor più drammaticamente, non vi è traccia di accordi. E’ un’altra delle tante fragilità e storture prodotte dalla regionalizzazione della sanità.  Per queste ragioni, abbiamo dichiarato da subito la nostra contrarietà a queste modalità chiedendo, che tutto fosse gestito dal Ministro della Salute e che il “risarcimento”, perché, volgarmente, di questo si tratta, fosse uguale in tutta Italia a fronte di 30.000 infettati e centinaia di morti fra il personale sanitario e socio sanitario.

Un altro motivo che rinforza la nostra determinazione e le motivazioni per cui per il 2 luglio  abbiamo indetto uno sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica e privata e del terzo settore con manifestazione a Roma davanti a Montecitorio”.

 

 

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