Albano, altro flashmob di Potere al Popolo davanti RSA Covid: "Andrà tutto bene se la salute non sarà business di pochi"

Pubblicato: Sabato, 20 Giugno 2020 - redazione politica

ALBANO LAZIALE - Come per il San Raffaele di Rocca di Papa nuovo sit-in dei militanti

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Prima davanti al San Raffaele di Rocca di Papa, poi davanti al Covid Rsa di Albano Laziale.

I militanti di Potere al Popolo, dopo il breve flashmob davanti alla clinica roccheggiana per la difesa dei 160 posti di lavori ormai a rischio licenziamento, si sono recati anche davanti alla struttura albanense. Ancora un breve sit-in, per evidenziare i problemi della sanità.

"Le vicende dei contagi e delle morti per Covid  legate alle RSA - dicono - hanno mostrato, in Lombardia come nel Lazio e significativamente nel territorio dei Castelli Romani, che la sanità privata convenzionata non garantisce la tutela della salute pubblica, soprattutto tra le fasce di popolazione più deboli. La gestione sanitaria organizzata sui presidi ospedalieri con l'azzeramento della medicina territoriale e il ricorso al privato convenzionato per la gestione di una cospicua fetta di servizi sanitari è stata la rappresentazione plastica del fallimento della gestione aziendalistica del servizio sanitario, modello perseguito anche nel Lazio da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi 10 anni. La naturale conseguenza della gestione con logiche di profitto di un servizio essenziale è che oltre a non garantirne l'efficacia, non si garantiscono nemmeno i posti di lavoro. E così, dopo aver messo a repentaglio la salute dei lavoratori, oggi il San Raffaele di Rocca di Papa utilizza lo spauracchio del licenziamento di 160 lavoratori come arma di ricatto contro la ventilata ipotesi di revoca dell'accreditamento. Tutto ciò mentre a pochi chilometri, in un'altra struttura della stessa proprietà Angelucci (San Raffaele Pisana) si registra un nuovo focolaio che sta mettendo a rischio sanitario la regione". 

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"Tra una proprietà spregiudicata che ha agito senza tenere conto della salute degli utenti e dei lavoratori, che ha messo a repentaglio la salute di un intero territorio, che utilizza i licenziamenti come arma di ricatto, e una gestione politica che negli anni ha favorito gli "amici degli amici" e che ha elargito convenzioni drenando soldi pubblici senza occuparsi del controllo sulla gestione delle strutture del privato convenzionato - affermano -  pensiamo che gli unici a non dover ulteriormente pagare per questo fallimento sono proprio gli utenti e i lavoratori".

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"Riteniamo necessaria - concludono - la immediata requisizione delle strutture del San Raffaele, la ripubblicizzazione del servizio, il mantenimento delle RSA pubbliche di Albano e Genzano, la tutela di tutti i lavoratori impiegati con la presa in carico diretta da parte della regione. Se c'è una cosa che questa pandemia ha mostrato è che la nostra salute non può essere fonte di profitto di pochi; una sanità pubblica, laica, centralizzata, articolata territorialmente è l'unico modello che ci potrà mettere al riparo dalle pandemie e dalla mercificazione delle nostre vite". 

 

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