Perché i Castelli romani di una Granfondo così non sanno davvero cosa farsene

Pubblicato: Lunedì, 09 Ottobre 2017 - Marco Caroni

granfondo havintoFRASCATI (attualità) - Spente le luci del grande circo restano i bilanci: e per i Colli albani sono stati sempre e solo tanti disagi

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

ahsi mamilio

Abbiamo atteso che il grande circo di quello che è oggettivamente un grande evento, l'unico di rilievo in ambito ciclistico del centro Italia, spegnesse definitivamente le proprie luci. Abbiamo atteso che gli organizzatori della Granfondo Campagnolo di Roma, edizione 2017, inviassero la propria nota di resoconto per lasciare spazio ai protagonisti (LEGGI l'articolo di oggi).

Adesso però, smontata la giostra, è ora di tracciare un bilancio per il territorio e l'evidenza è che i Castelli romani di una Granfondo così fatta non sanno davvero cosa farsene.

Clicca sull'immagine per scoprire Petra 2011

Domenica mattina, come sempre, l'intero comprensorio, dal versante tuscolano a quello albano, è rimasto paralizzato, ingessato tra le migliaia di transenne posizionate sul territorio. Solo per citare un esempio, domenica mattina il centro di Frascati offriva posti auto disponibili: mai accaduto.

L'immagine che gli organizzatori della Granfondo continuano a diramare è tanto bella quanto fallace: il viale dei Fori Imperiali, con lo sfondo suggestivo del Colosseo, invaso da ciclisti e caschetti. Un'immagine davvero straordinaria che però non dice la verità: per niente. Perché se lo specchio è Roma, l'anima della Granfondo è proprio sui Colli albani, tra le strade dei Castelli, nelle curve e nelle salite del vulcano laziale. Eppure, da tutto questo immenso circo, i Castelli romani guadagnano solo caos e disagi.

Clicca sull'immagine per scoprire il condominio Antares

Chi sostiene che questa manifestazione ciclistica sia l'esaltazione del territorio ed una grande vetrina per i Castelli dice una bugia. Ai Castelli la Granfondo non lascia nulla se non i disagi ed un plotone che si snoda per le sue strade rendendole impercorribili. E non si tratta di comunicazione o di organizzazione perché stavolta su questo livello le cose sono andate leggermente meglio.

E allora? Allora ben differente sarebbe la questione se la competizione, almeno la parte agonistica - la Granfondo propriamente detta, lunga stavolta 121 chilometri - partisse o arrivasse ai Castelli. Ben differente sarebbe se davvero la competizione portasse qualcosa ai Castelli in termini di ricezione e di ristorazione: ben differente sarebbe se la corsa facesse realmente tappa ai Castelli romani, magari suddivisa in due giorni, almeno nella gara agonistica.

Follia? Probabilmente sì ma allora, solo allora, avrebbe senso chiedere ai Castelli di fare da sparring partner alla "manifestazione ciclistica della Capitale". Mentre Roma andava in copertina Frascati, Monte Compatri, Ciampino, Rocca di Papa e gli altri comuni attraversati dalla corsa soffrivano.

Questo i sindaci dei Castelli dovrebbero chiedere e pretendere: visibilità reale per il territorio. Altrimenti, come sempre, la provincia soffre e Roma si fa bella. "Roma ha vinto", scrivono gli organizzatori sulla pagina Facebook della Granfondo. Peccato solo che a farsi "il culo" siano stati i Colli albani.

Clicca sull'immagine per scoprire Natura e architettura