Grottaferrata - La mossa del "re": commissioni azzerate, Garavini all'angolo. Il Paolucci che fu e "Città al governo": de che?

Pubblicato: Venerdì, 22 Maggio 2020 - redazione politica

andreotti re scacchi grottaferrata ilmamilioGROTTAFERRATA (politica) - Sempre più stratega, Andreotti punta all'annientamento degli unici che gli fanno opposizione. Con la compiacenza di larghe fette del Consiglio

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E' una mossa studiata a tavolino per abbattere, politicamente parlando (si spera) il nemico numero uno del "sistema Andreotti": Massimo Garavini, l'unico che - provenendo dai banchi della maggioranza - ha finora avuto, insieme a Veronica Pavani (che ha già formalizzato il suo passaggio in opposizione) l'ardire di andare contro i diktat del sindaco.

Degli altri si è per traccia. O meglio: si sono allineati. Tutti quanti.

La mossa, politicamente scaltra, è stata quella di fare terra bruciata attorno a quel Garavini presidente della commissione Bilancio facendo dimettere dalla commissione uno dopo l'altro tutti i componenti. Alfieri di un sistema che per il momento funziona a dovere e non ammette oppositori, dentro o fuori l'Aula.

La "demokrazia" del sindaco-re funziona così.

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L'ultimo passaggio, prettamente formale, è stato sancito ieri nella capigruppo in cui il sindaco ha formalizzato l'ingresso in maggioranza (ma si sapeva e lo scriviamo da mesi), di Gianluca Paolucci, patron della "Cavola d'oro". E così finalmente la boutade che vedeva l'ex candidato sindaco asintoticamente sempre più vicino ad Andreotti si è chiusa.

Il quasi contemporaneo passaggio in opposizione della Pavani, dimessasi anche da presidente della commissione Cultura (Kultura, per dirla nel gergo demokratico andreottiano, il sindaco che parla con i sindaci d'Europa ma non ammette oppositori) ha sancito quindi il saltare di tutti gli schemi che portarono nel 2017 alla formazione delle commissioni permanenti.

Tutto da rifare insomma e ciao ciao a Garavini.

Quello che, Garavini, nei giorni scorsi ebbe l'ardire di chiedere spiegazioni sulle modalità di assegnazione e consegna dei pacchi alimentari.

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Strano che tanta pedissequa osservanza ed interpretazione del regolamento non sia stata applicata al caso davvero singolare della prima consigliera permanentemente in streaming: quella Ines Scacchi che si è rivista solo nei giorni scorsi proprio grazie alla seduta in "streaming-misto" (parente stretto della bizona) dell'ultimo Consiglio in due manche. Scacchi: già, come quelli a cui sta giocando il sindaco-re. Con assoluta padronanza e bravura.

Sarebbe però interessante nonché necessaria una "mozione d'ordine" - vanamente chiesta da ilmamilio.it nei mesi scorsi - per capire chi oggi sia maggioranza e chi in opposizione. Altrimenti come si riformano le commissioni permanenti?

Curioso, molto curioso, resta il posiziomento di quelli di Città al Governo: o meglio di quelli che restano in quel progetto griffato Rita Consoli che, già scissa dal Pd (inseme ad altri finiti sotto traccia) ha finito - insieme alla collega di banco Rita Spinelli - con lo scindersi anche dal suo stesso movimento.

Rompendo, anni fa, con quello schieramento che portò alla vittoria di Gabriele Mori sindaco ed in questi mesi ballando il nevrotico balletto dello schieramento che è costato la spaccatura esplosiva del gruppo politico. In Aula formalmente di qua (in opposizione) ma sempre pronta a dare una mano al sindaco. Politicamente parlando s'intende.

Una Consoli dalla storia politica davvero curiosa e controversa, caratterizzata da vittorie elettorali trasformate in tradimenti politici e cadute, da opposizioni strenue e da opposizioni morbide. Sempre camuffate. Una storia politica di muscoli gonfiati a salve. Sempre dalla parte opposta. Chi rappresenta oggi "Città al Governo" oltre ad essere un satellite silente del sistema Andreotti?

Oggi, ad esempio, il rigurgito "democratico" anti aumento delle tasse contribuisce - ma solo per i distratti - a confondere un po' le acque. Ma guai a cascarci!

Un sistema, caro al sindaco-re, voluto proprio da un Andreotti forte di un Consiglio formato in maggioranza ormai quasi esclusivamente da gruppi monocomponente. Un oculato "dividi ed impera" utilissimo al caso nel quale però sfugge ancora proprio la componente "impera" declinata a chi ne fa parte.

Perché a forza di dividere e spaccare il capello in quattro, i nodi verranno - tutti - infine al pettine.