Roma, parte la sanificazione delle chiese: riguarda 337 parrocchie. Si parte da Don Bosco

Pubblicato: Mercoledì, 13 Maggio 2020 - redazione attualità

ROMA (attualità) - Le operazioni sono iniziate questa mattina presso la chiesa di Don Bosco, al Tuscolano

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Sono in tutto 337 le parrocchie romane che saranno sanificate per la ripresa delle celebrazioni nella Fase 2 dell’emergenza coronavirus. L’operazione in collaborazione tra Esercito Italiano, Ama e Comune di Roma ha preso il via dopo la richiesta di bonifica partita del Vicariato di Roma. Il calendario delle sanificazioni prevede un fitto programma che andra’ avanti per tutto il mese di maggio. La sanificazione delle parrocchie si aggiunge a quelle gia’ messe in programma dal Comune di Roma che hanno riguardato strade, aree antistanti farmacie e supermercati e oltre 52mila cassonetti.

Le operazioni preliminari a Roma sono iniziate questa mattina: il personale dell’Esercito italiano e dell’Ama ha avviato la sanificazione della chiesa di Don Bosco, al Tuscolano, la parrocchia piu’ grande di Roma, per numero di abitanti. Gli uomini dell’Esercito, con tuta bianca e ‘armati’ di disinfettanti e maxi nebulizzatori, hanno varcato la soglia della chiesa poco dopo le 8. Sanificati il piazzale, l’androne principale, le navate e tutti gli ambienti a rischio contaminazione per garantire al massimo la sicurezza dei fedeli.


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La parrocchia di Don Bosco, che ospito’ i funerali show di un membro del clan dei Casamonica, offre in condizioni normali circa 1.800 posti a sedere. Don Roberto Colameo, il parroco, spiega che le celebrazioni riprenderanno il 18 maggio: “Ma ci sara’ posto solo per 370 persone, che potranno sedersi in determinati punti delle panche, contrassegnati con dei bollini”. Un’operazione che al momento consentira’ di riaprire le porte della grande chiesa del Tuscolano per 7 funzioni festive e 3 nei giorni feriali. “Matrimoni non ne abbiamo in programma. Gli sposi hanno annullato le prenotazioni. Nessuno vuole sposarsi con guanti e mascherina, ma in teoria si potrebbero fare. Anche per le confessioni ci siamo organizzati con postazioni in ambienti diversi e ben lontane tra loro”, conclude Don Roberto.(Dire)