Grottaferrata - A Palazzo Consoli c'è qualcuno che ha regolarizzato pendenze di tasse e tributi perché "pizzicato"?

Pubblicato: Domenica, 10 Maggio 2020 - redazione politica

GROTTAFERRATA (politica) - In questi giorni è arrivata la relazione della segretaria generale a seguito dell'interrogazione della Pavani. Ora sono tutti in regola: ma al momento delle candidature?

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C’è un solo modo per mandare in tilt le casse comunali, quello di non pagare tasse e tributi. E le leggi, giustamente, prevedono per gli evasori penalità economicamente rilevanti, fino all’arresto, considerato il grave danno (oltre al pessimo esempio) che si produce per la collettività e per l’erogazione e il mantenimento dei servizi pubblici.

Nello scorso novembre la consigliera comunale Veronica Pavani ha presentato una interrogazione al sindaco proprio per sapere se nel Comune criptense i consiglieri comunali, i primi a dover dare e ad essere di esempio, avessero tutti ottemperato ai loro obblighi fiscali locali sin dalla data della presentazione della loro candidatura. L’iniziativa andava ad unirsi ad altra avviata qualche mese fa dal consigliere Massimo Garavini che con una sua interrogazione voleva conoscere lo stato di morosità dei cittadini di Grottaferrata rispetto al pagamento delle imposte locali.

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Non è un segreto che Veronica Pavani e Massimo Garavini, consiglieri formalmente di maggioranza, da mesi siano in posizione di forte nei confronti dell'Amministrazione del sindaco di Grottaferrata.

Appare evidente che ragioni di privacy non consentiranno a nessuno dei due consiglieri di comunicare nel dettaglio le eventuali varie situazioni rilevate, ma sembrerebbe che l’ammanco nelle casse comunali si aggiri intorno a diversi milioni di euro. Tasse e tributi non versati nelle casse di palazzo Cosoli.

La scoperta rilevante che sarebbe stata fatta dai due consiglieri, riguarda il fatto che tra i debitori si sarebbero trovati anche alcuni componenti del Consiglio comunale (notoriamente composto da sindaco e consiglieri): esponenti politici che, eletti ormai 3 anni fa, solo nelle settimane successiva all'azione di Pavani e Garavini avrebbero "riparato" la propria posizione debitoria affinché si evitasse la decadenza dall’incarico secondo quanto recita l'articolo 63, comma 1-6 del TUEL, il Testo unico degli Enti locali (incompatibilità di sindaco o consigliere comunale per debito liquido ed esigibile verso il Comune).

Di fatto, dunque, per il TUEL chi ha un debito con l’Amministrazione non può ricoprire cariche né di sindaco, né di consigliere comunale. È incompatibile. Anzi, la legge è ben più severa: chi ha debiti con l’Amministrazione comunale è incandidabile.

Nei giorni scorsi il segretario generale del Comune di Grottaferrata, incarica di procedere alle verifiche richieste dalla Pavani, ha inviato ai consiglieri comunali la propria relazione. "Alla data odierna (e non alla data della presentazione delle candidature, dunque, ndr) non sono presenti situazioni debitorie a carico dei consiglieri comunali, né a carico del Sindaco”, è scritto nelle conclusioni.

Ma la domanda posta era un’altra: alla data delle candidature vi erano situazioni debitorie? In tal senso non sono giunte ancora risposte. Nel merito è possibile che a fare luce sullo stato "dell'arte" al momento della presentazione delle candidature, se vi fossero irregolarità, possano intervenire altri organismi.


Commenti  

# specchiospecchio 2020-05-11 16:06
delle mie brame, è stata una richiesta tardivamente e colpevolmente mossa con intento vendicativo :oops:
una coincidenza?
Noi che non crediamo alle coincidenze, sappiamo che il dovere di trasparenza tributaria, per eletti, delegati e surrogati, non è una battaglia tra guelfi&ghibellini conji
È civiltà, è rispetto, è una pregiudiziale senza se e senza ma
Un dovere che deve essere esercitato sempre e sempre prima di decidere di candidarsi. Che in data odierna "non ...." è una sconfitta per le regole comuni
Fra eletti, delegati e EX "pro&contro", sono in tantissimi che erano presenti nel 2006 (giunta di populisti di DESTRA) e costretti ad aggiustare la sanatoria dei canoni idrici (+/- 3 MILIONI di €)
Costretti a ridurre la sanatoria (+ di 1 MILIONE di €) per quelli che potevano e dovevano pagare
Documenti che riportavano i nomi e ragioni sociali dei debitori
E ilmamilio, non si doveva porre dubbi sulle identità ;-)
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