Ricordo di Giulietto Chiesa, Enrico Del Vescovo: “Perché non intitolargli una via a Frascati?”

Pubblicato: Sabato, 02 Maggio 2020 - Redazione attualità

FRASCATI (attualità) - Il personale ricordo di Enrico Del Vescovo

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Da Enrico Del Vescovo riceviamo e pubblichiamo.

“Preso dalla consueta vita quotidiana e dai suoi problemi, era da diversi anni ormai che non mi capitava più di parlare con Giulietto Chiesa. Poi, pochi giorni fa, la notizia dura e triste che avrei voluto non ricevere mai della sua perdita, avvenuta in modo così improvviso, quasi inspiegabile:  son rimasto a dir poco attonito ed incredulo.  La sensazione immediata che ho provato è  quella di un vuoto incolmabile e terribile, lasciato nel panorama dell’informazione ed opinione pubblica di questo nostro paese, misto anche ad un senso profondo di rimpianto e sconcerto. Certamente è stato una voce insostituibile che riusciva sempre a catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle questioni politiche fondamentali del nostro tempo in un’ottica globale; e riusciva anche ad interpretare e spiegare criticamente il nostro modello dominante di vita alla luce dei condizionamenti dettati dai grandi interessi del capitale mondiale. Era un piacere dialogare con lui. Grande esperto di geopolitica, non c’era persona che più di lui conoscesse i processi della globalizzazione e di ciò che, come si suole dire, si muove “sopra le nostre teste” di noi umili cittadini che ne facciamo le spese. Comunicatore efficacissimo, era certamente una voce scomoda, controcorrente; ed infatti da molti anni non si aveva più occasione di vederlo nelle trasmissioni della RAI, che pure è un servizio pubblico e che lui conosceva molto bene, essendo stato corrispondente da Mosca per anni. Una voce autorevole, ma anche temuta, e per questo emarginata, forse per la sua forte personalità che lo portava  a manifestare il suo pensiero in modo libero ed indipendente, apprezzato anche da chi aveva idee politiche diametralmente opposte alle sue, con cui generosamente amava comunque parlare e confrontarsi senza pregiudizio alcuno: un esempio raro nel panorama della politica italiana, dove parrebbe strano che un europarlamentare  e giornalista celebre come lui fosse disposto a dialogare  con chiunque. Certo è stato un riferimento ed un “faro” di pensiero per molti.

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Personalmente posso dire di aver ricevuto idealmente molto da lui, soprattutto per la sua generosa venuta, in particolare a Frascati, alle diverse iniziative che in passato volli io stesso caparbiamente realizzare. Come nel 2003, in occasione della guerra in Iraq, quando una folla gigantesca invase l’auditorium delle Scuderie Aldobrandini per ascoltarlo, tanto che  molti dovettero rimanere fuori perché non vi era persino più spazio sufficiente per entrare in sala; come nel 2007,  un anno prima della grande crisi dei titoli spazzatura “sub-prime”, e nel 2012, in concomitanza con il periodo “occupy Wall Street” quando egli denunciò e spiegò mirabilmente lo strapotere della finanza globale. Ricordo che nel 2007 egli aveva lucidamente previsto la crisi incombente e che  qualcuno dal pubblico intervenne proprio per contraddirlo spudoratamente dicendo che una crisi così grande non sarebbe stata mai possibile, ed invece, non molto tempo dopo, le parole di Giulietto si rivelarono proprio corrette. Ricordo anche come, accompagnandolo a Frascati in macchina, l’ho udito più volte parlare al telefono in lingua russa in modo talmente sciolto che sembrava quasi parlasse in italiano. Già perché a lungo aveva soggiornato e vissuto anche in Russia ed era testimone dei grandi cambiamenti subìti da questo paese e ne conosceva le vicissitudini meglio di chiunque altro in Italia. Sarebbe inutile e superfluo, oltre che troppo lungo, ricordare i suoi molteplici libri, capolavori del giornalismo di attualità, che hanno fatto storia. Mi rimane purtroppo un “triste magone” nel profondo dell’animo, perché forse avremmo dovuto seguirlo ancora, parlargli ancora, giacché aveva ancora molto, moltissimo da dire e da farci comprendere … ma il tempo è implacabile e tiranno, ed ora tragicamente rimane solo il dolore. Ecco, per concludere, desidero cogliere l’occasione per rivolgere all’amministrazione comunale di Frascati un appello, affinché  consideri la proposta di dedicare a Giulietto Chiesa una via, se non altro per la generosità con cui egli si è prestato a venire più volte a Frascati, con grande successo ed interesse da parte della gente, e per il suo spirito libero proprio di un pensatore con cui si poteva anche non essere d’accordo, ma di cui certo non si può negare l’onestà intellettuale e la sua non comune profondità e disponibilità umana. Sono orgoglioso e fiero di averti conosciuto. Grazie Giulietto”.