Frascati: Consolidato 2015-2016, primo bivio per la maggioranza. Commissario ad acta per l'affaire Sts o pre-dissesto?

Pubblicato: Mercoledì, 27 Settembre 2017 - Marco Caroni

FRASCATI (politica) - Domani un Consiglio comunale da nervi tesi. La multiservizi deve al Comune di Frascati 5 milioni di euro

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Domani, giovedì 28 settembre, un Consiglio comunale di quelli tosti, soprattutto per il clima che si respira in una maggioranza alle prese col primo vero banco di prova superata questa primissima fase di strutturale "luna di miele". La questione del Consolidato 2015-2016, ovvero dei conti generali del Comune, compresi quelli della Sts. Prima srl oggi in liquidazione (ancora non chiusa), poi Azienda speciale.

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Una questione non da poco che per qualche momento ha fatto tremare i polsi alla maggioranza preoccupata che si è rivolta alla Prefettura di Roma chiedendo, a quanto pare, un parere in merito alle conseguenze della mancata approvazione del Consolidato. Il timore è stato quello che si potesse arrivare addirittura allo scioglimento del Consiglio comunale, secondo quanto disposto dall'articolo 141 del Tuel: evenienza esclusa.

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L'unica reale conseguenza è che, senza il Consolidato, il Comune non potrà procedere a nuove assunzioni e c'è comunque la possibilità (non scontata, anzi) che il Prefetto nomini un commissario ad acta per dirimere la questione.

Insomma, nessun pericolo di tenuta amministrativa per la maggioranza del sindaco Roberto Mastrosanti ma un problema di natura politica sì.

Di fatto, già nell'autunno 2016 il commissario straordinario Bruno Strati, anche e sulla scorta delle osservazioni del Collegio di revisione, non provvide a liquidare un Consolidato 2015 che rivalutava quanto fatto fino a quel momento e tra crediti e debiti tra Comune ed Sts (all'epoca di quei conti ancora srl) prevedeva la bellezza di ben 5 milioni di euro che la multiservizi deve versare nelle casse del Comune di Frascati.

L'approvazione del Consolidato comporterebbe da parte del Comune di Frascati la pretesa di questi 5 milioni da parte della Sts.

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Un debito da parte di una società che conta 103 dipendenti che deriva da una lettura dei contratti di servizio in essere col Comune di Frascati e che conteggia, in merito alla voce della riscossione dei tributi, non il "lavorato" quanto il "riscosso". Insomma: fino all'arrivo di Strati i conti, in questo specifico, puntavano al "pari e patta" tra crediti e debiti della multiservizi interpretando - a quanto pare in maniera impropria, fatto questo che nella primavera e nell'estate del 2016 costò all'ex sindaco Spalletta il parere negativo dei revisori - il contratto di servizio.

Un bell'impiccio.

Un impiccio per uscire dal quale ci sono dunque due strade: quella già descritta del commissario ad acta, che andrebbe anche a sminuire la figura dell'assessore al Bilancio Claudio Gori, o quella già descritta nei giorni scorsi della dichiarazione di pre-dissesto (LEGGI l'articolo di ieri).

Qui si dividono le posizioni dei componenti della maggioranza perché appare evidente che il pre-dissesto oltre a mettere una netta linea di demarcazione tra il passato amministrativo ed il futuro, mette in una scomoda posizione politica proprio un sindaco ex presidente della Sts ed ex assessore al Bilancio di Frascati.

Due strade che, passando per la Sts, propongono un dualismo politico che verosimilmente caratterizzerà i prossimi anni della scena tuscolana tra Claudio Gori e Roberto Mastrosanti.

Quella stessa Sts che, purtroppo sia da Srl che da Azienda speciale, conti alla mano continua a rappresentare un pozzo per le casse comunali. Fatto questo ben evidenziato anche dalle azioni commissariali e da una delle ultime delibere con le quali lo stesso Strati di fatto impose una sorta di commissione comunale di controllo all'attuale Azienda speciale.

 

 

 


Commenti  

# paolo 2017-09-28 09:28
Zitto zitto non è che aveva ragione Spalletta prima della sua caduta da Sindaco e magari diceva la verita sulla STS nell'ultima campagna elettorale ?
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