Frascati, tra Darwin e le "fake news": l'esordio di "Incontri in rete"

Pubblicato: Giovedì, 13 Febbraio 2020 - E.G.H.

darwin day ilmamilioFRASCATI (attualità) - Il ciclo di convegni organizzati da Frascati Scienza in Sala Specchi

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“Stimolare un dibattito presentando argomenti scientificamente scomodi”. Questo l’obbiettivo che ha spinto Matteo Martini, presidente di Frascati Scienza, a creare gli eventi “Incontri in Rete”, il cui primo appuntamento, tenutosi il 12 febbraio (in coincidenza con il Darwin Day) nella Sala degli Specchi del Comune di Frascati, ha raccolto ottime risposte da un pubblico molto interessato e partecipativo.

Il corso è stato curato insieme all’ingegner Giuliano Buceti, ed ha proposto come tema centrale quello delle ormai temutissime ‘fake news’ e, più in generale, la mancanza di fiducia nella ricerca scientifica, da parte di chi preferisce virare verso ideologie che di verificato hanno poco o nulla.

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A tal proposito, sono stati toccati argomenti come il terrapiattismo, il geocentrismo e, soprattutto, il creazionismo, su cui ci si è soffermati in quanto, in occasione del 211° compleanno di Charles Darwin, l’evoluzionismo è stato proprio il punto di partenza dell’evento.

La famosa teoria darwiniana è infatti ad oggi ancora una tematica che divide molti, e per approfondire le motivazioni di questo scetticismo, è stato mostrato un frammento di una conferenza tenuta dal prof. Telmo Peviani, professore all’ Università di Padova, che spiega come l’istinto umano, atto ad attribuire ogni azione ad un soggetto, anche laddove si tratti di un avvenimento naturale o casuale, abbia portato negli anni a tendenze teistiche o complottistiche, che allontanerebbero dall’ottica scientifica.

Si andrebbe inoltre a sviluppare tra i più ingenui, quella noncuranza verso le fonti che divulgano informazioni, permettendo alle fake news di espandersi a macchia d’olio.

Tuttavia, Matteo Martini a fine evento esprime ottimismo verso le generazioni più giovani, affermando: “Nonostante ad oggi non ci sia ancora una vera e propria educazione alla rete, i nativi digitali conoscono internet e sanno utilizzarne gli strumenti, i più anziani in questo sono meno preparati.”