STORIE - Orazi e Curiazi dai Castelli Romani... alla Rivoluzione Francese

Pubblicato: Mercoledì, 15 Gennaio 2020 - Giulia Bertotto

giuramento orazi ilmamilioALBANO LAZIALE (storie) - Lo scontro tra romani e guerrieri di Alba Longa passato alla storia

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La leggenda degli Orazi e Curiazi e del loro sepolcro è una delle prime fake news della storia occidentale, secondo il mito infatti, per evitare una guerra tra Roma e Alba longa, si affrontarono in duello tre fratelli rispettivamente di Roma, gli Orazi, e tre di Alba Longa, i Curiazi. Dei Curiazi nessuno dei tre sopravvisse, ma si evitò una guerra che sarebbe stata fratricida della stirpe di Romolo.

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La storia ci racconta un'altra versione dei fatti: durante il regno di Tullio Ostilio, Roma ed Alba Longa entrarono effettivamente in guerra, con i loro eserciti schierati lungo le Fossae Cluiliae, sull'Appia Antica. Qui la leggenda poneva il sacer campus Horatiorum, in ricordo della famosa battaglia, dove cinque tumuli stavano a indicare i luoghi dove i cinque eroi sarebbero caduti per la patria.

Secondo alcuni studiosi la violenta battaglia avvenne a Poli, precisamente a San Giovanni in Campo Orazio. Poli si trova infatti tra Palestrina e Tivoli, a sud est di Roma.

La lotta fu invece sanguinosa e barbara e il re della città sconfitta, Mezio Fufezio, fu squartato vivo. Secondo la leggenda fu lui a proporre di evitare lo scontro tra le milizie, facendo sfidare i sei fratelli rappresentanti delle due città. Le popolazioni secondo lui, discendevano entrambe da Romolo, dunque non sarebbe stato giusto un massacro dell'una contro l'altra.

La vicenda leggendaria ha però influenzato diversi pensatori e artisti. Uno dei frutti di questa eco è il “Giuramento degli Orazi” un dipinto a olio su tela del pittore francese Jacques-Louis David, del 1784, conservato oggi al museo del Luvre a Parigi. “O Roma o morte”, questo il solenne giuramento degli eroi, nei momenti concitati e tragici che precedono la battaglia, nell'atto di raccogliere le forze e il coraggio, alzando le lunghe spade sfolgoranti.

Per l'artista questo dipinto si coniuga in tutt'altro periodo storico e culturale, e raffigura simbolicamente l'obbedienza e la fedeltà allo Stato e non alla Chiesa, al potere civile e non a quello del clero, nel contesto del pieno illuminismo, quattro anni prima della Rivoluzione Francese. Questo dimostra quale duratura e importante diffusione abbia questa affascinante leggenda che trova il suo mitico sepolcro nel territorio dei Castelli Romani.