#FareRete Grottaferrata dice stop al cemento. Un affollato incontro

Pubblicato: Domenica, 12 Gennaio 2020 - redazione politica

fareRete cemento1 grottaferrata ilmamilioGROTTAFERRATA (politica) - Un prezioso momento di confronto presso il teatro del Sacro Cuore

ilmamilio.it - nota stampa

Il 10 gennaio alle 18.00 si è tenuto a Grottaferrata, presso un gremito Teatro Falcone, il secondo incontro pubblico dal titolo: “Stop Cemento. Strategie per la tutela del suolo e del verde”, organizzato dalla piattaforma civica #FareRete rappresentata da Mirko Di Bernardo che ha aperto i lavori ringraziando i relatori intervenuti, i cittadini e tutti gli aderenti alla rete per la grande partecipazione.

Un ringraziamento particolare è stato rivolto all’associazione Italia Nostra e alle forze politiche presenti, in modo specifico oltre che ai consiglieri comunali Massimo Garavini (Faro) e Veronica Pavani (Altri Orizzonti), sono stati ringraziati il Partito Democratico e Giancarlo Della Monica per la collaborazione nella realizzazione dell’evento. Sono stati ringraziati per la presenza anche il Movimento 5 Stelle, il presidente del Consiglio Francesca Maria Passini e Italia Viva.

Di Bernardo ha affermato: “Abbiamo individuato come emergenza il tema urbanistico non per un atteggiamento polemico contro qualcuno, ma per elaborare delle proposte tra attori del territorio che hanno a cuore un obiettivo comune, ossia individuare strumenti operativi che possano aiutare le istituzioni a mettere in campo tutte quelle buone strategie volte ad individuare prospettive di sviluppo compatibili con la sostenibilità del nostro territorio, limitando invece quelle che non lo sono. “No al cemento” non significa voler ledere i diritti acquisiti di chi nel rispetto delle leggi ha ottenuto permessi di costruire seguendo procedure corrette. “Stop cemento” vuole essere un monito affinché si faccia attenzione a non trasformare il nostro territorio in un luogo di predazione riducendo Grottaferrata alla periferia di Roma e ad un luogo in cui l’urbanistica viene strumentalizzata da logiche oligopolistiche”.

 

Il portavoce ha considerato un dato positivo la recente approvazione in consiglio comunale delle linee guida per la nuova pianificazione e la volontà dell’Amministrazione di favorire una ampia partecipazione con il territorio ma – ha affermato ancora Di Bernardo - “il problema è che tutto ciò si poteva fare subito ed invece abbiamo atteso due anni e mezzo e poi si tratta di linee di indirizzo generali, ossia di buoni propositi, importanti e condivisi, però il punto è: cosa accade mentre si studia e si mettono in campo azioni per giungere al tanto atteso piano regolatore? Consentiamo di esaurire tutta la cubatura prevista dal vigente piano regolatore? Esistono strumenti che non siano il piano regolatore e che in questa fase intermedia possano aiutare a mettere in campo azioni amministrative atte a limitare il fenomeno del consumo irreversibile di suolo? Il nostro tentativo è quello di mettere insieme competenze tecniche e visione politica per interpretare i dati forniti dai relatori al fine di proporre sul territorio ed in consiglio comunale contributi concreti e visioni strategiche per aiutare ad affrontare il problema con metodo partecipativo”.     

    

Enrico Del Vescovo, presidente di Italia Nostra Castelli romani, ha messo a fuoco lo stato dell’arte del consumo di suolo nei Castelli Romani e in particolare a Grottaferrata, evidenziando l’esistenza di particolari problematiche nelle zone di Pratone-Cartabrutta e Borghetto dove si continua a costruire da anni. Egli si è così espresso: “È fin troppo evidente come il PRG di Grottaferrata, che risale agli anni ’70, non risponde più alle esigenze attuali, alla luce della grave situazione attuale che è sotto gli occhi di tutti. In conclusione riteniamo che l’evolversi dello stato urbanistico di Grottaferrata stia oltrepassando i limiti di tollerabilità per uno sviluppo sostenibile, in particolare, anche per le generazioni future, le quali si troveranno a dover vivere in una città dove la qualità della vita sarà messa a dura prova da una congestione eccessiva del carico antropico. Occorre – ha proseguito Del Vescovo - una forte mobilitazione dell’opinione pubblica che condizioni la rappresentanza politica e la indirizzi verso la difesa di ciò che è ancora salvo”.

Antonella Cantaro, architetta delegata all’urbanistica presso il comune di Minturno, ha sottolineato la necessità di partire dalle strategie di tutela per promuovere la sostenibilità delle nostre città sia preservandone l’abitabilità che valorizzando la qualità dei beni relazionali, ambientali archeologici e paesistici anche tramite l’innovazione tecnologica. Il concetto chiave della relazione ha riguardato la “resilienza” propria delle strutture ecologiche e viventi capaci di rigenerazione ed evolvibilità. Qualsiasi strategia di tutela deve essere adeguata agli aspetti generativi e rigenerativi del territorio, non solo per limitarne il consumo, ma anche per implementane lo sviluppo - facendo ricorso alle infrastrutture verdi e alla intelligibilità degli aspetti storico artistici e ambientali dei paesaggi.

Qui si può intervenire per rispondere ad esigenze e domande specifiche del territorio, riflettendo anche su mobilità sostenibile e aumento della qualità della vita mettendo, però, la popolazione in condizione di sfruttare al meglio anche il patrimonio edilizio esistente garantendo i servizi. Antonella Cantaro ha poi spiegato come le perimetrazioni dei nuclei abusivi non solo sarebbero l'atto minimo da adottare per riconoscere l'esistenza di persone che comunque risiedono sul territorio e pagano i servizi, ma tecnicamente sarebbe fondamentale adottarle prima della nuova pianificazione generale anche perseguendo la strada della variante. Su questo tema l’architetta ha proposto alla rete di realizzare a costo zero un progetto pilota sperimentale con alcune università, individuando una specifica area con edilizia nata spontaneamente e collocata in zone dove non ci sono ancora servizi primari e infrastrutture adeguate.

La scommessa è che in quelle zone attraverso la progettazione ci si interroghi sulla propria identità, valorizzando il suolo degradato ed elevando gli standard. In sintesi, sostenere la fattibilità delle perimetrazioni e al contempo tutelare il consumo di suolo non sono posizioni contraddittorie, bensì figlie di una più complessiva visione strategica di sviluppo del territorio nell’ottica della sostenibilità ambientale e de rispetto dell’ecologia umana.

Andrea Trinca, attualmente assessore all’urbanistica presso il comune di Marino, ha raccontato tutti i passaggi tecnici e politici messi in atto nel suo comune in questi anni muovendo nella direzione della tutela del consumo di suolo e del verde. Dopo la sospensione degli strumenti urbanistici effettuata dal consiglio comunale si è giunti alla formazione di un P.U.C.G (Nuovo Piano Urbanistico Comunale Generale), passando per il recepimento del PTPG (Piano Territoriale Provinciale Generale), l’approvazione delle linee guida di indirizzo a consumo zero di suolo - definite dal relatore come una rivoluzione copernicana incentrata sulla partecipazione e sullo sviluppo sostenibile a tutela e valorizzazione dei servizi ecosistemici -, nonché all’elaborazione del DPI (Documento preliminare di indirizzo del PUCG) redatto nella forma di un “piano preliminare” per favorire la partecipazione di cittadini alla formazione del piano e per raccogliere in modo produttivo in sede di conferenza di pianificazione i previsti pareri di compatibilità.

Poi, rispondendo ad una precisa domanda riferita al recente dibattito scaturito nel Consiglio Comunale di Grottaferrata sulle possibili misure di Salvaguardia da applicare in seguito alla approvazione del DPI, Trinca ha spiegato che se il DPI è solamente conforme alle leggi 1150/42 e L.R. 38/99 non c'è nessuna possibilità. Diverso sarebbe se il DPI fosse conforme anche al PTPG, perché nelle NTA (Norme Tecniche di Attuazione) il DPI viene definito un vero e proprio Piano preliminare; non sarebbe comunque facile, ma delle possibilità ci sarebbero. Occorre, quindi, verificare innanzitutto se Grottaferrata abbia recepito il PTPG ed in caso contrario spingere per una delibera di C.C. di recepimento, quindi proporre la modifica del DPI che dovrà comunque essere aggiornato visto che ha circa 10 anni, inserendo tutti gli indirizzi che l’attuale amministrazione vorrà legittimamente aggiungere e soprattutto gli obiettivi che si prefigge il nuovo Piano. L’assessore ha poi concluso dicendo che: "Le associazioni e i cittadini attivi sono la riserva morale di questo Paese".

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E’ possibile, dunque, a ragione affermare che non era una proposta ingenua quella fatta dalla consigliera Pavani che ha chiesto un approfondimento in merito alla possibilità di far scattare misure di tutela e salvaguardia del suolo in attesa della realizzazione del nuovo piano regolatore. Si tratta invece di scelte che la politica, se vuole, può valutare di assumere o di approfondimenti da effettuare necessariamente, specialmente se ci si proclama sensibili nei confronti di strategie volte a limitare il consumo di suolo. Certo su questo tema nei mesi a seguire non mancheranno proposte ed iniziative di questa rete civica ben rappresentata in Consiglio Comunale dal Faro e da Altri Orizzonti per Grottaferrata.

I lavori si sono conclusi con gli interessanti e competenti interventi della dr.ssa Silvana Papaianni segretaria del PD di Grottaferrata e Giancarlo Della Monica. Presenti all’evento anche esponenti del centro destra locale, gli ex sindaci Liberati e Fontana e alcuni ex amministratori.

La piattaforma intende ringraziare di cuore, infine, tutti i cittadini per la grande partecipazione e soprattutto per la sensibilità mostrata nel #FareRete su questo tema nevralgico per il futuro della nostra città e dà appuntamento nel mese di febbraio per il terzo incontro-dibattito dedicato alla presentazione della Carta archeologica di Grottaferrata come strumento di tutela e di orientamento urbanistico.