STORIE - Marozia dei Conti di Tuscolo: la sovrana della pornocrazia pontificia?

Pubblicato: Martedì, 31 Dicembre 2019 - Giulia Bertotto

marozia soundcloud ilmamilioFRASCATI (storie) - Un personaggio chiave e controverso di quei bui secoli medievali

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«In principio era il Verbo. No, in principio era il sesso» scrisse Antonio Gramsci ne “La città futura”. Il provocatorio accostamento sembra adatto al nostro viaggio nella cosiddetta 'pornocrazia', termine ripreso dal francese pornocratie di radice greca, che significa letteralmente “governo delle prostitute”.

Il termine si identifica con quel periodo nella storia del papato, il X secolo, ricordato per il potere esercitato da alcune donne sui vertici dello stato pontificio. Non si tratta delle banali corruzioni o contrattazioni tra attenzioni corporee e privilegi o favoritismi, ma l’acquisizione del potere personale di una donna ottenuto attraverso l'intreccio tra la seduzione e il sesso, il condizionamento mentale e il piacere.

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I papi di questa epoca, spesso sepolti da una coltre di scandalo e tentazione, più che interessati alla resurrezione dell'anima, erano sotto scacco (o comunque "alleati") di donne spregiudicate come Teodora e sua figlia Marozia appartenenti della famiglia romana dei Conti di Tuscolo. La dinastia governò infatti su gran parte dell'Agro Romano e dei colli tuscolani ed albani tra il X e il XII secolo.

La sua discendente Marozia, a 15 anni già concubina, era analfabeta ma non per questo incapace nell’arte erotica e di farsi comprendere da uomini di potere attraverso il linguaggio del corpo. Dipinta come una disinvolta meretrice di se stessa, era forse una ragazza a cui era stata data la possibilità di esprimersi solo attraverso l'adescamento lussurioso? Di lei si narra che tramasse cospirazioni e che per vent’anni fece il bello e cattivo tempo nella curia romana, influendo sulle scelte politiche, le guerre e le alleanze tra stato pontificio e altre realtà politiche, diventando ancora più influente quando divenne madre del pontefice Giovanni XI, quasi un fantoccio che lei manovrava a suo piacimento. Un Papa, questo, che molti ritengono figlio illegittimo di Papa Sergio III.

Si sposò tre volte ma ebbe amanti e frequentazioni di convenienza.

Un personaggio descritto anche dal cronista Liutprando da Cremona, Marozia (a cui nel 2016 la scrittire Luciano Ragno dedicò un romanzo intitolato "Marozia. La padrona di Roma") era una personalità agli antipodi dei valori cristiani di castità e umiltà, in opposizione a figure femminili come Caterina da Siena che nel dare sollievo e cure agli ammalati trovava lo spirito del Cristo o anche a Santa Teresa d’Avila che di estasi conosceva solo quelle elevate e mistiche. "Mariozza, bella come una dea e focosa come una cagna, viveva nel cubicolo del Papa e non usciva mai dal Laterano", ebbe a scrivere il cronista lombardo.

Del saecolum obsucurum lei è invece controversa protagonista femminile, anche se non conosciamo cosa provasse davvero questa donna, forse dotata di un'emotività più complessa di quello che ci racconta una certa letteratura. Quel secolo oscuro che terminò con la riforma gregoriana iniziata nel 1046.

Per concludere con un massima come abbiamo iniziato, ricordiamo quella dello scrittore Franz Kafka: «Nulla da al corpo maggior soddisfazione che dare ordini alle persone, o almeno credere nella propria capacità di farlo».

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