La mattina in cui l’uomo realizzò il suo sogno. I fratelli Wright e quei 12 secondi di volo

Pubblicato: Martedì, 17 Dicembre 2019 - Fabrizio Giusti

ACCADDE OGGI – Il 17 Dicembre del 1903, su una spiaggia della Carolina del nord, l’evento

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Sulla spiaggia di Kitty Hawk, presso Kill Devil Sand Hill, nella Carolina del Nord, il 17 dicembre del 1903 la temperatura è gelida e soffia il vento. La sera prima è piovuto. Le pozze di acqua si sono trasformate in lastre di ghiaccio, eppure ci sono cinque persone che stanno guardando un evento eccezionale. Sono John Daniels e Johnny Moore, i due guardiani della spiaggia, e tre visitatori: A. D. Etheridge, William C. Brinkley e Johnny Moore, di 15 anni. Sono tutti con la sguardo rivolto verso Wilbur e Orville Wright e alle loro evoluzioni per semplice e pura curiosità, inconsapevoli di trovarsi di fronte ad un evento storico: il primo volo motorizzato della storia.

Wilbur e Orville sono figli di un vescovo protestante. Da anni provavano tenacemente a realizzare un sogno: costruire una macchina che sappia stare in aria. Per questa meta incredibile stanno sperimentando e studiando tenacemente da tempo per raggiungere un risultato. Nel 1902 un aliante di loro costruzione riuscì a compiere planate di 200 metri, rimanendo in volo fino a 26 secondi. Da qui si comprese che si poteva passare ad una fase successiva.

L'EVENTO - Quella mattina del 17 Dicembre 1903 i fratelli Wright vogliono provare a far decollare il 'Flyer', un aliante a motore con delle eliche. Le condizioni atmosferiche non sono quelle ideali per tentare l’impresa, ma alle 10,35 i due decidono di azzardare comunque la prova. Ai comandi del mezzo c'è Orville. Il Flyer viene posizionato su un ripiano e trattenuto da un cavo. Azionato il motore, lo stato di tensione viene rilasciato. Il mezzo parte in avanti e si alza in volo a tre metri di altezza dal suolo. Dodici interminabili secondi alla velocità relativa di 48,5 kmh. 36 i metri di percorrenza totali. Il primo volo dell'uomo è avvenuto. Successivamente i Wright ci provano ancora. Altri 12 secondi con ai comandi Wilbur, 15" con Orville e infine, a mezzogiorno, 59" ancora con Wilbur e questa volta per quasi due chilometri. L'aereo, poi, viene sollevato da una raffica di vento, si capovolge e rimane danneggiato. Non volerà mai più, ma quella appena cominciata è una nuova storia nell'umanità. John Daniels, uno dei cinque fortunati presenti sul posto, scattò una foto: rimarrà nell’immortalità. Il primo giornale a dare notizia del successo dei fratelli Wright fu invece il ''Virginian Pilot'', un quotidiano locale.

Continuando sulla strada intrapresa i fratelli migliorarono sempre di più le loro prestazioni. Il 4 ottobre 1904 Orville superò per la prima volta la mezz’ora di volo percorrendo 33,346 km. Il 23 dicembre 1907 il Signal Corps, responsabile degli sviluppi militari della prima aviazione, codificò la prima specifica per un velivolo: un aereo doveva volare a una velocità di 40 miglia orarie, avere un’autonomia di due ore, portare due persone a bordo e sufficiente carburante per 200 km. Il Flyer superò questi requisiti. Il 17 settembre avvenne il primo incidente. Il il tenente Thomas E. Selfridge diventa la prima vittima della storia dell’aviazione. Il 31 dicembre 1908 Wilbur superò in Francia ogni record, restando in aria per 2 ore e 18 minuti, coprendo una distanza di 123 km. Pochi anni dopo, nel 1912, morì per un'improvvisa epidemia di tifo, ma la sua leggendaria figura, come quella del fratello, diede il prologo ad una nuova concezione dello spostamento, determinando così anche una meta fino ad allora ritenuta impossibile realizzare, sin dal mito di Icaro.

Nel 1900 Wilbur Wright aveva scritto: “Da qualche anno sono ossessionato dall'idea che l'uomo possa essere in grado di volare. Questo mio malessere è cresciuto e sono convinto che mi costerà parecchi soldi, se non la mia stessa vita”

Quando l’impresa ebbe compimento, anche se per quei pochi secondi, non fu compresa come un fatto epocale. Succede sempre così, negli eventi che cambiano il mondo.