Velletri, rissa tra detenuti stranieri e italiani in carcere. Il Si.P.PE chiede interventi

Pubblicato: Venerdì, 13 Dicembre 2019 - redazione cronaca
Risultati immagini per carcere velletriVELLETRI (cronaca) - Il sindacato chiede misure per migliorare la condizione del lavoro degli agenti penitenziari
 
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Nella tarda mattinata di oggi un gruppo di detenuti stranieri con un gruppo di detenuti Italiani hanno creato disordini scontrandosi ferocemente tra di loro nella sezione detentiva dove erano ristretti. Rotti tavoli e sgabelli per procurarsi dei bastoni e potersi colpire violentemente.
 
A darne notizia sono i sindacalisti del Sindacato Polizia Penitenziaria, Carmine Olanda e Ciro Borrelli, che pochi giorni fa, insieme all’Europarlamentare Matteo Adinolfi e Alessandro De Pasquale Presidente Nazionale del SIPPE,   hanno effettuato un visita sui luoghi di Lavoro per constatare di persona le gravi condizioni lavorative del Personale.
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"Sono stati momenti molto difficili – commenta Borrelli – gestire lo scontro tra detenuti non è stato assolutamente facile, i detenuti in quel momento erano fuori controllo e disposti a qualunque altro gesto lesivo nei confronti di chiunque gli avvicinasse". “Stiamo cercando di capire i motivi della protesta – continua il sindacalista –  che  fortunatamente si è conclusa senza feriti e  senza l’ uso legittimo della forza da parte della Polizia Penitenziaria che con grande professionalità ha saputo gestire l’ evento critico riportando alla normalità la vita detentiva nella sezione. Alcuni detenuti individuati come presunti promotori della protesta sono stati trasferiti nel reparto isolamento per essere interrogati sull’ accaduto, mentre gli altri sono rimasti nella loro sezione per gli accertamenti del caso”.
 
“Per non bastare – conclude Borrelli – nel tardo pomeriggio del 06.10.2017 un gruppo di Detenuti Rumeni improvvisamente si sono scagliati contro un loro connazionale riempiendolo di calci e pugni su tutto il corpo. Grazie al suono dell’ allarme gli Agenti sono intervenuti immediatamente sul posto ed evitato che accadesse il peggio. A farne le spese è stato solo il detenuto vittima del pestaggio che ha riportato ematomi su tutta la testa, viso e corpo. Il detenuto è stato curato presso l’ infermeria del carcere e trasferito nel reparto isolamento per le precauzioni del caso".
 
Sugli eventi critici interviene anche il Segretario Generale SIPPE Carmine Olanda. “Negli ultimi tempi a livello Nazionale gli eventi di autolesionismo, tentato suicidio, evasioni, proteste e aggressioni sono al centro dell’ attenzione  – commenta Olanda – questo campanello di allarme deve fare riflettere le Istituzioni – occorre immediatamente rivedere il funzionamento di tutti gli ingranaggi della Giustizia -. Nei 14 Istituti penitenziari del Lazio la capienza regolamentare dei posti letto è di 5.256 detenuti, presenti 6.333 di cui 403 donne ( 1 evasa giorno sei dal carcere femminile di Roma Rebibbia) e 2.704 stranieri    – dati aggiornati al 30 settembre 2017 -. Nello specifico i posti regolamentari del carcere di Velletri sono 411 presenti 570 di cui 245 stranieri – dati aggiornati al 30 settembre 2017 -. Il problema del sovraffollamento detenuti, il 50% dei detenuti stranieri ristretti, la gestione dei detenuti con problemi di natura Psichiatrica, la grave carenza di personale di Polizia Penitenziaria e di tutte le figure professionali ed va risolto subito prima che la situazione degeneri".
 
“Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede  – conclude Olanda – anziché impegnarsi di mettere il numero identificativo sul casco e sulla divisa ai poliziotti, farebbe meglio bandire un concorsone per l’ assunzione di almeno 3000/4000 Agenti e non come ha fatto negli ultimi tempi bandendone uno di 192 a fronte di una mancanza di 9.000 di Agenti a livello Nazionale. Un concorso di 192 Agenti è una goccia in mezzo all’oceano, va semplicemente ad incidere sulle spese dello Stato senza risolvere il problema. Se il Ministro Bonafede vuole risolvere il problema della Polizia Penitenziaria farebbe meglio a transitarla nella Polizia di Stato e non umiliarla mandandogli il numero identificativo sulla divisa. Come sindacato ci congratuliamo ancora una volta per la grande professionalità che la Polizia Penitenziaria e il personale sanitario continua a dimostrare nonostante le loro condizioni disperate in cui lavorano”.